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venerdì, aprile 23, 2010
Diminuire la tensione
Come più volte enunciato, uno dei problemi, se non IL problema, nell'educazione della voce consiste nel ridurre il più possibile la tensione muscolare e la pressione dell'aria al fine di mantere costantemente la proiezione al livello della parte superiore della bocca. Per conseguire questo obiettivo abbiamo diversi sistemi: 1) ridurre il volume/intensità al fine di stimolare il meno possibile la reazione istintiva-diaframatica, 2) aumentare, o mantenere il più possibile, un "peso" vocale sufficiente a mantenere il diaframma in posizione bassa affinché possa proiettare efficacemente il suono, 3) pronunciare il più possibile le frasi degli esercizi al fine di "ingannare" l'istinto. Esaminiamo il primo caso: diminuendo l'intensità, quindi cantando in voce quasi sospirata, non è detto che si abbassi subito l'intensità, anzi in molti casi è possibile che anche su note centro basse persista una elevata tensione. In questo caso occorre scendere anche su note inferiori al proprio range consueto (per un tenore anche su sib, la...!) fin dove, in sostanza, si nota di riuscire a "parlare" intonato con la pressoché totale assenza di tensione muscolare. Da qui risalendo e badando di mantenere il più possibile la stessa posizione rilassata iniziale, si noterà che è possibile raggiungere anche note piuttosto alte in modo facile, piacevole, completamente senza tensione. Il passaggio ai suoni più intensi non sarà difficile, anzi, si noterà che già nel corso del primo esercizio (se tutto viene svolto correttamente) la voce, pur nel piano, acquisterà una consistenza e una risonanza esterna tutt'altro che irrisoria. La cosa migliore è passare poi da questo tipo di esercizio al parlato più forte, dove, con una pronuncia incisiva, si potrà rilevare un appoggio "fondissimo" del suono, premessa ad un canto di forte intensità. Il secondo sistema, cioè il peso, che è quello adottato un po' da tutti (raramente con coscienza), pone grossi problemi nel riuscire a mantenere la posizione "orizzontale" del suono di fronte alla bocca. L'esempio migliore di cantante che è riuscito in questa impresa è Aureliano Pertile. In quasi tutte le sue registrazioni del periodo maturo si può notare che il suono non si alza verso naso e fronte, ma rimane sistematicamente ancorato al palato alveolare. Questo negli acuti, e soprattutto nei cambi di vocale, può veramene costare tantissimo a livello fisico, specie se non si è domato l'istinto, perché il peso che il diaframma deve sopportare è davvero considerevole, e se la disciplina non è stata indirizzata a una commutazione della funzione respiratoria da solo fisiologica a fiosologica-artistica, l'instinto non cesserà mai di svolgere la sua opera difensiva e quindi reattiva. Diciamo, però, che in questo caso il fatto di pronunciare con precisione, e allo stesso livello del parlato, pur senza una coscienza assoluta, può essere comunque interpretata dall'istinto come una necessità esistenziale di relazione, e quindi la reazione può nel tempo ridursi, e questo può spiegare accettabillmente la lunga e ottima carriera di questo artista.
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