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mercoledì, febbraio 23, 2011

"Taci... il parlar ti stanca..."

Quando si legge nei miei scritti o si sente nelle mie lezioni di esercizi eseguiti sul parlato, può essere legittimo porre il dubbio se il parlare stanca, come si dice abitualmente di chi svolge attività che prevedono l'uso della parola a lungo, come insegnanti, attori, conferenzieri, ecc.
La risposta in fondo è semplice: guardate, o meglio, sentite i grandi attori, che anche in veneranda età non perdono un grammo né in bellezza, nè in diffusione, nè in espressività. Un nome per tutti: Arnoldo Foà, che a oltre 90 anni conserva ancora quella pastosità ma anche quella fluidità ed espressività che possiamo sentire in filmati anche di 40 e più anni fa. Il parlato stanca, sì, ma chi non ha sviluppato adeguato fiato, ovverosia, chi non ha elevato la parola ad Arte. Per gli attori in fondo è più facile che per un cantante, perché non hanno l'impegno dell'intonazione, anche se un uso intenso, teatrale della voce richiede comunque l'uso di una gamma dinamica e di frequenze assai più ampio del comune. Quindi la questione è sempre e solo la consueta: sviluppare il fiato. Partendo dal parlato perché, come già scritto e detto fino alla sfinimento, ma non demordiamo, il parlato è la base della voce, non ostacolata dall'istinto.

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