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giovedì, marzo 03, 2011

L'ampiezza orale

Una discussione infinita tra scuole di canto riguarda se e quanto la bocca vada aperta. C'è un video su youtube, che mi guardo bene dal linkare, in cui un sedicente insegnante di canto afferma che aprendo molto la mandibola si schiaccia la gola e la si chiude, producendo suoni strozzati (e lo fa sentire); invece con bocca semichiusa la gola si potrebbe aprire (e nuovamente esemplifica facendo in fondo lo stesso suono di prima, perché la base del suo suono è comunque la gola). Ma cosa si deve dire e sapere in proposito?
L'obiezione in fondo può non essere del tutto priva di fondamento; se noi apriamo con rigidità muscolare la mandibola, ovvero ne "forziamo" l'apertura come fosse un'ostrica, è quasi certo che il faringe si stringerà parecchio; ma non è la mandibola a chiudere, è la tensione muscolare, come abbiamo più volte detto. Allora se si apre molto la bocca, si appoggia un dito sul mento, allo scopo di permettere il mantenimento di quell'apertura, e si rilasciano i muscoli, si avrà la percezione dell'ampiezza orale e della rilassatezza muscolare. Siccome, come già spiegato, il canto come tutte le cose non si insegna dalla fine ma dall'inizio, nei primi tempi ci si dovrà allenare ad aprire molto, per rendere la muscolatura elastica e morbida, in modo da renderla modellabile dal fiato sapientemente educato. Quando si sarà raggiunta una notevole capacità canora, quest'apertura potrà non essere più così necessaria.
Un'altra obiezione può riguardare il fatto che noi additiamo costantemente al parlato, il quale però non non sembra richiedere grandi aperture orali; dunque perché poi insistiamo invece sull'aprire-aprire-aprire?
Nel centro noi facciamo affrontare la doppia situazione di un parlato 'semplice', che non richiede alcuna particolare apertura, e un parlato più lento e forte, che invece necessita delle massime aperture che le forme 'chiave' di ogni vocale contemplino. Dunque una risposta è già stata data: il volume, l'intensità vocale necessitano senza possibilità alternative, di grande spazio; toglierlo vuol dire sacrificare e addirittura danneggiare la voce. Se il parlato lo andiamo a sviluppare verso l'alto, non si potrà fare a meno di parlare sempre a voce più alta (notare la definizione: non più forte, ma più alta!, e i due termini coincidono!), e dunque con le posizioni della bocca sempre più aperte. Quindi: poca apertura = suoni centrali e piano; ampia apertura = suoni più forti e/o suoni più alti.

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