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giovedì, novembre 07, 2013

L'eterno passaggio

Richiesta: "potresti approfondire il concetto di FALSO E VERO PASSAGGIO, dal punto di vista tecnico e sviscerare ciò che avviene esattamente dal punto di vista anatomo-fisiologico nelle note di passaggio dove si realizza la cosiddetta "COPERTURA DEL SUONO" termine che sicuramente non condividerai, penso... ". 
Fin dall'inizio della domanda si presentano punti da chiarire: cosa significa vero e falso passaggio? Ci sono insegnanti che parlano di "numerosi passaggi", alcuni li quantificano anche, molti parlano di due/tre passaggi. Se qualcuno dicesse che esiste un passaggio ad ogni semitono, potrei anche considerare con interesse questa affermazione, ma non è il caso di parlarne adesso.
Il punto che intendo subito chiarire, anche se ripetuto allo sfinimento, è che l'arte vocale ha, tra i propri obiettivi fondamentali, l'ELIMINAZIONE o ANNULLAMENTO del passaggio e quindi dei registri. Precisamente: non intendo semplicemente una fusione o scarsa differenza, ma totale annullamento, cioè indifferenziazione di colore, carattere e quant'altro, ovvero: corda unica.
L'altro punto da esaminare riguarda la cosiddetta "copertura" del suono, o oscuramento, che è una pratica molto diffusa negli ultimi decenni, ma non così in passato. Su questo ritornerò.
Andiamo per punti: 1) i cosiddetti registri sono due, e non di più, per cui di passaggi veri ne può esistere uno solo. Il centro della voce, detto di "corda grossa" o "petto", vede le corde vocali rilasciate, il muscolo vocale, interno alle corde stesse, attivo, e il movimento di queste indotto dalle cartilagini aritenoidi. Il settore acuto, detto di "corda sottile" o "falsetto" o "falsetto-testa", vede le corde tese, il cui movimento è indotto da muscoli estrinseci, cioè esterni alla laringe, la quale tende a inclinarsi leggermente in avanti. STOP. Qualunque altra sensazione di passaggio, sia da parte di chi canta che di chi ascolta, è da considerarsi FALSA. Il che non significa che non vada analizzata e assunta a coscienza per chiarire il perché, e il da farsi.
2) al fine di favorire il passaggio dal registro di "corda spessa" a quello di "corda sottile", si può ANCHE ricorrere al cosiddetto oscuramento o copertura del suono, ma con alcuni riguardi molto importanti che segnalerò fra breve; 
3) in campo femminile esiste un altro punto "sensibile", che si trova SEMPRE sul re4, per tutte le classi vocali - soprano, mezzo e contralto - che si definisce per semplicità passaggio, ma NON LO E' realmente, lo possiamo definire pseudo o falso passaggio, che segna il transito dalla gamma del falsetto - che è sovrapposto al petto - alla cosiddetta testa - che non è più sovrapposto al petto - che però non segna un cambio di corda, ma solo un diverso impegno respiratorio a causa della parzializzazione della corda vibrante. E' corretto, dal punto di vista educativo, trattare il re4 delle donne come se fosse un passaggio, ma ricordandosi che non lo è realmente e soprattutto che non cambia a seconda della classe vocale, come ho sentito troppe volte (tipo: soprano sul fa, mezzo sul mi e contralto sul re! Sono pericolose affermazioni!!). I contraltini maschi, che possono salire oltre il do4, pur avendo un analogo problema, non devono affrontare il re4 come un passaggio, ma non starò ad approfondire in questa sede.
4) la copertura del suono o oscuramento è una modalità educativa che ha lo scopo di rafforzare l'appoggio, in quanto il colore chiaro porta facilmente al rischio di spoggio della voce, ovvero sollevamento della colonna d'aria dal diaframma. Il gravissimo problema che può conseguire, e troppo spesso consegue, è che l'oscuramento  non prosegue la linea del colore chiaro, ma viene portata indietro, verso la gola. Questo determina un "affogamento" dei suoni acuti ma anche un sostanziale spoggio, perché l'eccesso di colore, unito alla tensione della corda, porta facilmente a una potente ribellione e quindi un repentino sollevamento del diaframma. In pratica il colore scuro può essere applicato, quando ritenuto valido, alle vocali sulla stessa linea del colore chiaro. E' comunque da considerarsi rischioso il ricorso sistematico all'oscuramento, specie in campo maschile. Altra cosa da precisare: un conto sono le vocali scure e chiare, un conto è il colore oscuro. La U è una vocale scura, ed ha un ruolo importante nell'educazione vocale; la O è semi-scura, e può essere emessa in modo più o meno scuro, idem la E. La questione fondamentale è che l'insegnante deve rendersi conto se effettivamente c'è il cambio di corda e far dosare la quantità di colore e intensità affinché non si abbia un eccesso con le conseguenze anzidette e non si giunga anche troppo rapidamente a un affaticamento vocale e fisico. 
5) altra modalità fondamentale per l'educazione respiratoria ai fini dell'annullamento dei registri consiste nell'alleggerimento anche fin quasi a zero, o sospiro. Gli esercizi sul sospiro sono fondamentali e possono dare rapidamente il senso dell'annullamento dei registri, sia in campo maschile che femminile. Il difficile sarà, logicamente, il "metter voce", ma se si ha pazienza le cose avverranno gradualmente da sole, senza alcuna necessità meccanica. 
6) altra modalità, nota fino dall'antichità, per superare il problema del passaggio, consiste nel partire dall'alto e scendere, perché in questo modo si accederà con maggiore naturalezza al registro superiore, anche senza oscuramento, e scendendo si avrà una migliore percezione dei livelli di "sottigliezza" delle corde e si potrà comprendere meglio cosa significa cantare nell'uno o nell'altro registro.
- Tutto ciò può sembrare complesso oppure semplice. Non è né l'uno né l'altro. La semplicità sicuramente è la chiave di tutto, ma questa semplicità "vera" è tutt'altro che facile, perché nel fare ci si trova coinvolti in resistenze e ribellioni che ci portano fatalmente a complicare, meccanicizzare, spingere, ecc. E' più che indispensabile la presenza di un bravo insegnante (maestro) che guidi l'allievo a "togliere" ciò che non serve, il superfluo, e dosare le forze, individuare i centri di tensione da distendere, gli errori di pronuncia da correggere, ecc. In conclusione ricordiamo anche che la corretta postura del corpo è fondamentale.

6 commenti:

  1. Anonimo6:30 PM

    Maestro, l'annullamento del passaggio, come hai sempre detto è un obiettivo, ma mi pare di capire che il passaggio da petto a falsetto c'è comunque, qualcuno potrebbe chiedersi com'è quindi se si può far scomparire il passaggio se le not sopra il passaggio bisogna comunque farle in falsetto.
    Ne discutemmo già in passato, il registro unico sarebbe il passaggio, timbricamente omogeneo alla corda *piena* di falsetto, altrove chiamata misto, sebbene quest'ultimo denoti un fenomeno leggermente diverso.
    "Se qualcuno dicesse che esiste un passaggio ad ogni semitono, potrei anche considerare con interesse questa affermazione, ma non è il caso di parlarne adesso." eppure consisterebbe proprio in questo il cantare con un suono libero e fluido dosando il passaggio in falsetto con semplicità e naturalezza, cosa ovviamente impossibile alle prime armi, poichè il meccanismo di falsetto basato sui soli muscoli estrinseci, e quello di petto basato sull'antagonismo e la forte attività del muscolo vocale, suppongo che saranno due atteggiamenti pressochè scissi.
    Ma come si annullerebbe questo passaggio?
    L'idea che mi son fatti è che nel passaggio fino alla voce di testa petto e falsetto sono sovrapposti, e nel transizionare fino alla voce di testa, il petto gradualmente scompare, ma un gioco di proiezione farà suonare di petto questi acuti, grazie anche al sapiente dosaggio, mai eccessivo e abusato, della copertura, unita alla pronuncia della vocale pura e a gola libera.

    Però se dici che per dire un baritono deve fare il Re di petto ed il Mi in falsetto, ritieni che questo passaggio debba sempre essere netto? E se si come sarà possibile eliminare il passaggio?
    Con un Petto ancora fortemente sovrapposto al falsetto sul Mi?
    Potrebbe essere questa sovrapposizione il motivo per cui si è ricorso alla figura simbolica del misto?
    E in tutta la zona di petto come ci si comporta nel registro unico, fino alle note più basse?
    Quale potrebbe essere la differenza meccanica e fisica acustica tra l'avere il registro unico e l'avere un passaggio evidente, visto che il cambio di corda avviene comunque?
    Grazie.

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    1. risposta: tu parti da un'idea standardizzata che esistono i registri e i passaggi e che in qualche modo vanno "cuciti" insieme. Il punto di vista di questa scuola è un altro, e cioè che potenzialmente, originariamente - seppur virtualmente - i registri NON ESISTONO, ma si formano per una necessità istintiva, cioè separare la gamma del parlato, meno dispendiosa, da quella del grido, più dispendiosa in termini di alimentazione aerea. Pertanto la corretta disciplina non è che annulla i registri nel senso che trova un modo per non far sentire il passaggio, ma "semplicemente" riporta al suo stato puro, originario, cioè rende manifesto ciò che è potenziale, cioè il rapporto fiato-laringe omogeneo e costante per tutta la gamma, naturalmente solo durante il canto, perché comunque il nostro cervello non può consentire un consumo elevato di risorse (è "risparmioso"!). Spero che questo risulti un po' più chiaro. Da un punto di vista meccanico, noi possiamo dire che i registri, quando annullati, coesistono su tutta la gamma, ovviamente con gradualità proporzionate a seconda che si salga o si scenda, per cui nelle note gravi prevarrà il petto e nell'acuto il falsetto-testa, però ribadisco fermamente che la questione E' RE-SPI-RA-TO-RIA! Non "si fa" con artifici, si fa con esercizi che mettono il fiato nella condizione di sostenere quel tipo di condizione cordale. Non accetto il termine "misto" perché è un termine che fa riferimento a una condizione meccanica, mentre io uso il termine "graduato", che fa riferimento a una condizione respiratoria che induce una particolare meccanica, che è però derivata, indotta, risultante.

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    2. Anonimo3:58 AM

      E' una bellissima idea, ma forse mi sono fatto capire male io, perchè la mia non è tanto dissimile, in quanto non mi ha mai convinto l'idea delle manipolazioni timbriche per dissimulare unità in una voce sofferente della scissione dei registri, e nemmeno l'idea, sia pure più raffinata, del passaggio come area di saldatura tra petto e testa, perchè limita questa necessità ai punti critici della voce di petto.
      E' come dire che finchè canti nella zona di petto non devi preoccuparti troppo perchè tanto è come parlare, solo un po più impostato. Ma non questi approcci non sono per niente globali e olistici.
      Proprio di quello che descrivi ho invece parlato io, come concetto di eliminazione dei registri, seppure più terra terra, cioè del cambio graduale della configurazione cordale e del rapporto tra i muscoli lungo tutta la gamma, con appunto prevalenza della componente muscolare-acustica di petto nella zona grave e di testa in quella acuta ma sempre coesistenti.
      Mi pare di capire però che dopo il Re4 il petto non è più coesistente, quindi per i soprani si parlerebbe di un bel pezzo della tessitura senza "petto", il che sembra scontrarsi con l'idea della mancanza di registri e della loro coesistenza, idea che tuttavia, comunque, non esclude che possa esserci la netta prevalenza di un registro nella avvicinarsi agli estremi alti (come nel caso della testa) e bassi.
      Anche se forse ho capito male io ed il petto delle donne e nei contraltini, come mi spiegasti, può essere unito anche alla testa, tuttavia nella tua definizione di testa non c'è più coesistenza col petto. Diversamente direi semplicemente che dal basso al tenore si può arrivare senza scalini agli estremi in falsetto, dopo di che il petto scompare e rimane la testa, mentre dal contraltino al soprano coesiste anche più in alto.

      Per arrivare finalmente alla questione fiato, credo di aver capito che l'ideale sarebbe l'equilibrio tra il poco fiato richiesto nel parlato ed il grande dispendio richiesto nel grido, mantenendolo tale per tutta la gamma.

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    3. La questione è semplice; la gamma tra si2 e re4 è quella che vede la coesistenza, istintiva, di due meccaniche, pertanto è tra questi due estremi che si andrà a ritrovare la corda unica; oltre il re4 non c'è niente da unificare perché esiste già una corda unica, la testa, così come, per bassi e baritoni, la zona al di sotto del si2 dove ci può essere solo petto.

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  2. Anonimo1:59 AM

    Benissimo, quind nella voce unica la nota di passaggio continuerebbe ad avere un residuo di senso e di utilità come nota perno del passaggio non più da un registro all'altro ma - nella suddetta gamma di coesistenza - quello graduale dalla prevalenza della componente di petto a quello della componente di falsetto testa.
    E' sempre bene avere quella nota come punto di riferimento che diventerà poi neoistintivo, di modo che, per dire, un baritono non arrivi al Fa acuto con troppo petto o un tenore al Mib con troppo falsetto, perchè il registro unico va costruito su una gradualità che poggi su un punto di equilibrio nel rapporto tra i muscoli ed in quello tra le corde ed il fiato.
    Forse è la mia profanità, ma a volte sento di avere un po' di falsetto già sul Si2. Dai tenori ai soprani c'è lo stesso solo petto sotto questa nota?

    Tuttavia quello che non capisco è se dal Si2 la corda inizi a tendersi e se la parzializzazione che avviene nel passaggio cromatico alla testa sono basati appunto sulla tensione cordale. Io ho sempre pensato che le note perno dei passaggi fossero una necessità frutto di una specifica tensione più che di specifiche note. Sappiamo che non è la stessa tensione a produrre le note da Si2 a Re4 dal basso al soprano, no?
    Quindi se il falsetto corrisponde ad una corda tesa, come può verificarsi un tale passaggio su note così simili. Tu stesso hai detto che gli uomini hanno la zona di passaggio in una zona più alta della loro estensione, essento per loro Si2- Re4 una zona semi acuta sovracuta. Essendo un Fa3 centrale per un soprano, che passaggio in falsetto potrebbe esserci? Lo stesso per il Re4, se è la tensione a produrre la parzializzazione della corda (non sono sicuro di cosa intenda di preciso con il termine), beh il Re4 di un soprano sarà meno teso di quello di un contralto, quindi la stessa tensione necessaria a produrre la parzializzazione dovrebbe produrre una nota più alta.

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  3. Anonimo2:33 AM

    Cioè intendo dire.
    Per quanto riguarda la nota perno, non ho difficoltà a capire perchè nelle donne possa essere anticipata a note che, in proporzione alla loro tessitura, sono meno acute, per la timbrica più angelica che viene loro richiesta. O che per questo motivo inizino prima il loro intervallo di coesistenza col falsetto, per avere i primi, specie i bassi più note di petto e le ultime più note in falsetto, ma nel prima caso avremo un petto più teso, nel secondo un falsetto meno teso, penso.
    Quello che mi suona strano è che l'intervallo di coesistenza tra petto e falsetto possa essere lo stesso per tutte le voci, quando dovrebbe in teoria spostarsi progressivamente più in alto, quanto più acuta è la voce.

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