Nei testi operistici il ricorso ad aggettivi come "puro" e "purissimo", si sprecano. In campo vocale molto meno. Credo che nella pubblicistica degli ultimi decenni relativamente alla vocalità, questi termini scarseggino assai. Questo perché, al contrario, per quanto la maggior parte degli insegnanti ma ancor più quanti scrivono in merito alla voce o all'insegnamento del canto sostengano che occorre "delicatezza", "garbo", "leggerezza", nei fatti poi propendono più per attributi di potenza, di corposità, di sonorità. Se poi si entra negli aspetti più propri dell'insegnamento, riferimenti o no, fatto sta che determinate metodiche vocali non possono condurre in alcun modo alla purezza vocale, segno distintivo di ogni grande voce. Voglio però approfondire meglio la questione.
Cosa occorre per poter raggiungere una vocalità pura? In primo luogo occorre suono puro. Come sanno coloro che seguono le mie lezioni o questo blog, spiego e dimostro che il "suono" prodotto dalle corde vocali è solo la base su cui andranno poi a prodursi, esternamente, le vocali e tutta la vocalità artistica.Il suono e le vocali sembrano due fenomeni lontani tra di loro, separati. La voce è come se nascesse al di fuori delle labbra. Questo, però, può avvenire solo se il suono è del tutto puro, privo di "rumori" interni, di interferenze, libero, assolutamente libero. Quali sono le condizioni affinché si possa giungere alla produzione di un suono puro? Quando il fiato incontra le corde vocali, affinché abbia la capacità di metterle in vibrazione, deve possedere una determinata energia.In genere, soprattutto in chi inizia lo studio, questa energia è semplicemente pressione. Se si immette una pressione anche di poco superiore a quella necessaria per mettere in vibrazione le corde - in base all'altezza, all'intensità e al colore che si intende produrre - la pressione si allargherà a tutta la laringe sospingendola verso l'alto e facendo sì che oltre al pure suono delle corde, si producano veri e propri rumori, dovuti allo "sbattimento" delle corde. Questa pressione è in parte prodotta dalla volontà del cantante, per varie motivazioni (volontà di mantenere il suono, volontà di produrre più suono...), in parte si produce automaticamente a causa della contropressione che si esercita sul diaframma e che induce lo stesso a reagire premendo verso l'alto. Questa situazione si riduce nel tempo in quanto l'allenamento incide sulla tolleranza dell'istinto, però non sparisce del tutto e per sempre, ma anzi, col tempo tende a ricomparire con maggiore determinazione. Per questo occorre la disciplina che faccia assimilare la voce come se fosse un nuovo senso, un nuovo istinto, la qual cosa è possibile in quanto presente nel corredo evolutivo dell'uomo.
Produrre suoni molto forti, molto spinti, che coinvolgono molto la laringe, possono avere anche una ulteriore conseguenza, e cioè che le corde e la muscolatura laringea si irrobustisca per contenere la pressione del fiato. Questo è un "gioco" alquanto controproducente. La durezza muscolare che si instaura impedirà ogni possibile sfumatura. L'allenamento fisico diventerà una necessità insopprimibile, senza la quale il canto diventa impossibile. Al contrario, lo produzione più tenue, leggera, sospirata, sottile, indurrà le corde a vibrare al minimo soffio. Questa è la ragione per cui l'educazione vocale col frequente ricorso al sospirato, al pianissimo, al falsettino, armonici e quant'altro, sempre evitando ogni trattenimento, ogni sforzo, ogni rumore improprio, è la più salutare, virtuosa e potratrice di progresso.
Se si arriva a produrre suoni (laringei) in purezza, c'è la condizione affinché anche la vocalità sia pura, il che significa velocità, espansione, sonorità accesa, profondità e penetrazione nell'ambiente. La purezza della voce si ottiene grazie alla perfezione della pronuncia. Come ho già scritto tante volte, non ci si può accontentare di una "buona" pronuncia, essa deve essere esemplare, vera, sincera. Non ci sono possibilità di compromessi: o si raggiunge quella condizione, e allora si canterà con gran facilità, con gioia, soddisfazione, dinamica, ampia gamma espressiva, o si sarà condannati a "urlare" per sempre.
Vero! Grazie
RispondiEliminaLa volontà è soggettiva e dipende dal grado di conoscenza che si vuole raggiungere. Fondersi tutt'uno, raggiungere alte mete, significa anche essere consapevoli dei propri limiti iniziali, lavorare su quelli soprattutto e questo può riuscire solo se hai un Maestro "illuminato", "puro" come un angelo.
RispondiEliminaConcordo Salvo...la fortuna è trovare il Maestro, il porto sicuro come il Maestro Poggi.
RispondiEliminaCiao Anna Maria e Salvo! Anch´io concordo con voi due. se hai la fortuna come studente di canto di trovare un maestro illuminato come il Mo. Fabio. Peccato son troppo lontano per poter avere lezione da lui.
EliminaQuesto è il problema.... i veri Maestri sono perle rare!
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