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sabato, aprile 02, 2016

La gola chiusa

Se da sempre predico di non dar retta agli insegnanti di canto che suggeriscono di "aprire la gola", così come tutte le altre azioni dirette su muscoli o parti interne, oggi voglio arrivare a dire qualcosa di addirittura più rivoluzionario ed estremo. Nel far lezioni ad allievi con esperienze pregresse in scuole di stampo meccanicistico (quasi tutte), mi rendo conto che in loro è subentrata una necessità psicologica inderogabile di fare determinati atti, vuoi spingere verso il basso, vuoi alzare verso l'alto, vuoi tirare indietro, vuoi alzare il velopendolo, vuoi, per l'appunto, cercare di aprire la gola. Capita a un bel momento che l'allievo/a si ferma e di fronte alla mia richiesta del motivo, mi si risponde: si stava chiudendo la gola. Io avverto che non è vero, ma c'è una falsa sensazione, confondono il rilassamento delle pareti faringee con un possibile restringimento, che è esattamente l'opposto. Allora nel proporre esempi, faccio notare (e lo si evince facilmente dalla serenità e armoniosità del viso, del collo, ecc.), che io non provoco alcuna "manovra" tesa a muovere alcunché internamente, al punto di poter percepire che la gola sia chiusa e il velopendolo basso. Propongo allora di guardare cosa succede nella mia gola, ed inequivocabilmente si nota che accadono cose, ma al tempo stesso il mio atteggiamento è di una rilassatezza e staticità esemplari. Dunque quando il cantante riesce a trovare la massima rilassatezza, e canta fuori, il condotto respiratorio-vocale è totalmente lasciato alla gestione mentale, non c'è più nessun muscolo "volontario" attivo, e dunque la sensazione è che la gola sia chiusa. Guardando si vede, al contrario, che si provocano movimenti relativi all'altezza, al colore, all'intensità della vocale emessa. La rilassatezza è senza dubbio uno degli obiettivi cardini da raggiungere, al punto da sembrare un momento di meditazione profonda. Cercherò più avanti magari di realizzare un breve video sull'argomento.
Ribadisco che io sono contrario a insegnare per sensazioni, quindi non suggerisco di cercare la sensazione della gola chiusa o del palato basso, dico solo, al contrario, di non cercare di fare e di sentire la gola aperta o il velopendolo alzato, perché mettete subito in moto una tensione o una serie di tensioni sicurmemente controproducenti.
Altra possibile sensazione da debellare è quella del suono alto (peggio che mai verso le parti alte della scatola cranica o, ancor peggio, posteriori). Ma anche solo un suggerimento o esortare a una generica tendenza al suono alto, può portare a difetti rimarchevoli. Già il fatto di fare scale e arpeggi ascendenti porta psicologicamente ad "alzare", sollevare, spingere verso l'alto, tutte cose negativissime, per cui se ci si mette pure a chiedere il suono "alto", le combinazioni negative non possono che moltiplicarsi.
L'idea di un corpo statico, rilassato, di suoni non spinti, non particolarmente intensi, ma anzi tendenzialmente sospirati, è la strada del parlato, quindi della giusta linea del canto.

4 commenti:

  1. In effetti, per quella che è la mia esperienza personale da cantante ed uditore, la nemica acerrima che ti procura ostacoli enormi è la paura.... La paura della tua voce! Hai paura che la voce non sia "forte", cosa fai, ti atteggi in mille modi (ho sentito anche quella di un maestro affondista che diceva ad un allievo: "pensa di essere un nero che dice zi badrone"), hai paura di non arrivare (l'ansia di arrivare sempre a qualcosa...) all'acuto, cosa fai, cerchi o ti viene proposto "l'escamotage" per aggirare la tua paura in effetti.... cosa accade invece, che come un cane che si morde la coda, ti ritrovi il problema!
    Rilassarsi senza paura! Come si fa? Come tutte le paure, le ansie, bisogna conoscerle e affrontarle senza violenza, senza forza, ma al contrario..... La paura fa parte di noi,della nostra esistenza, guai a non averla, ma se canto sospirato, con la mia voce senza emulare, senza atteggiarmi,senza spingere, non solo avrò vinto la paura ma staro bene da dio!

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  2. Salvo4:08 PM

    Erano le prime lezioni col mio maestro. Dopo alcuni mesi, durante una di quelle, steccai su una nota acuta filata. Quel giorno il mio maestro mi disse: "viva dio, stai iniziando a capire qualcosa!".....

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  3. Giusto, Salvo, ottimo esempio. In effetti la paura di steccare, anche solo a lezione, in alcuni è talmente forte di riuscire a inventare qualunque manovra pur di evitarla, non senza aver storpiato ogni oltre dire la propria voce. Una "stecca", cioè un'incrinatura o una stonatura secca, spesso sono invece il segnale di un'inizio di rilassamento, quando finalmente si molla la muscolatura per andare a porre la voce sul fiato. E' un momento fondamentale, è come una rinascita.

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  4. Non a caso molti oggi quando sentono una voce sul fiato, la giudicano stonata! Capita sovente ad esempio con i vecchi cantanti a 78 giri. A volte queste pretese stonature non esistono affatto, ma in alcuni casi la stonatura effettivamente c'è, però è dovuta proprio all'assenza di controllo muscolare, che è un po' come guidare un'auto in pista disattivando i vari sistemi elettronici di sicurezza, a briglie sciolte... il che richiede molta più abilità ed è molto più rischioso.

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