Noto che taluni errori si verificano a causa della fretta nel voler pronunciare la vocale o la sillaba iniziale e poi le seguenti. Se si considera che la perfetta pronuncia si focalizza esternamente, ne discende che il voler dire troppo rapidamente causa un blocco del fiato-suono internamente (con dizione imperfetta); occorre lasciar fluire, scorrere il fiato suono, come un limpido ruscello, senza interruzione, affinché possa raggiungere (e alimentare) il luogo ideale affinché si materializzi la più pura e completa formazione vocale.
Consideriamo ad esempio la vocale I, che possiede alcune caratteristiche che si prestano particolarmente alla spiegazione. Quando si emette una I, la lingua si alza verso il palato, come è giusto che sia; questo tende a ostacolare il passaggio del fiato sonoro. Si tende allora a premere verso il basso, oppure si spinge in avanti (e addirittura in basso e in avanti) per cercare di superare l'ostacolo o "toglierlo di mezzo". Non si ha la pazienza di consentire al fiato-suono di stabilire tutto il tragitto piuttosto sinuoso che si presenta. Non si abbia fretta, dunque, si lasci scorrere il fiato, lo si lasci fluire davanti a noi si materializzerà come per magia la nostra magnifica voce con le parole dettagliate che vogliamo dire. Questo significa "flusso mentale"! Non siamo noi che creiamo le parole, la nostra mente già sa come fare, non dobbiamo insegnarglielo o farlo noi al suo posto (che non siamo capaci); il nostro compito è quello di espirare con continuità affinché la voce possa approvvigionarsi del fiato necessario. Sul palato, accarezzando la lingua, non dobbiamo aspettarci suono, timbro, voce, ma solo un leggero scorrere di fiato puro (anche se è voce) che non dovrà in nessun modo interferire con i movimenti linguali e non dovrà premere e schiacciare nulla, ma dovrà adattarsi alla postura che quella vocale richiede.
Articolo interessantissimo! Chissà da chi hai preso l'ispirazione!! Ahaha! Ma è proprio così!
RispondiElimina