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martedì, novembre 06, 2018

The wall

Questo post credo possa risultare molto utile soprattutto a chi è in una fase "intermedia", e riguarda in particolare l'emissione degli acuti. La voce deve nascere esternamente e fluire, viaggiare nell'ambiente in scioltezza, libertà, scorrevolezza. Proprio la leggerezza del suono, anche il più intenso, forte, porta lo stesso a "volare", "levitare", cioè portarsi verso l'alto, come fosse più leggero dell'aria stessa, quindi come un palloncino pieno d'elio, o veleggiare come un aliante. Questo risulta o può risultare non difficilissimo nella zona centrale della gamma. I problemi si presentano quando ci si avventura nella zona  acuta. Qui l'istinto di tutti, pochi esclusi, è quello di cominciare a premere. Allora. benché io sia contrario alle immagini, posso dare questo consiglio: pensate di avere davanti a voi, a una certa distanza (non così vicino come nell'immagine sottostante) un muro, che il canto dovrà superare. Questo superamento deve avvenire con la leggerezza, come se il fiato-voce scorresse come fosse acqua che risale, come quella di un placido fiume sugli argini. Premendo si tenta di sfondare il muro, di abbatterlo. Il muro invece deve essere elegantemente superato, come un danzatore si èleva su un palco. Quando si riesce a ottenere questo risultato, si percepisce nettamente la "non spinta", cioè che si sta al di qua del muro, e si ha anche la netta sensazione che dando poco di più si sfonda il muro, cioè si passa a quella manifestazione di grido che oltre ad essere errata, è decisamente sgradevole. Quando si studia un'aria, bisogna arrivare a questo risultato con una certa attenzione; è possibile che quando si affronta per la prima volta un brano si sia portati a spingere, anche quando si ha una buona esperienza. Purtroppo l'istinto non va mai sottovalutato, è sempre in agguato.

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