Un motto della filosofia Zen dice: Evolvere o ripetere.
Quando si parla di evoluzione si pensa sempre a quel processo, anche parecchio discusso, per cui da una specie, mediante mutazione, se ne crea una nuova. La più contrastata è naturalmente quella che vorrebbe il passaggio dalla scimmia all'uomo. Il punto su cui più si discute è che di tutti questi passaggi mancherebbe sempre una prova tangibile, cioè il fondamentale anello di congiunzione. Questo tipo di evoluzione io lo definisco "orizzontale", cioè si produrrebbe in un lunghissimo tempo e coinvolgerebbe fondamentalmente il DNA. Ma possiamo dire che esista un altro tipo di evoluzione, che definirei "verticale", che si produce in singoli soggetti e avviene nel corso di una vita, quindi in un tempo estremamente limitato, non coinvolgendo il DNA. Questo tipo di evoluzione potremmo anche definirla una raffinazione dagli strati più grezzi, pesanti a quelli più sottili, sublimi. Non per nulla il motto che ripeto più sovente è "togliere". Su questa materia molto hanno scritto e lavorato i cosiddetti "alchimisti", che nell'immaginario popolare sono ritenuti solo dei matti illusori che volevano trasformare i metalli in oro, ma questa è una metafora! In realtà erano filosofi e studiosi, anche di scienze alchemiche, cioè chimiche, ma il loro lavoro si orientava molto sull'uomo.
Il motto Zen dice una cosa molto semplice ma intelligente: o ti metti in una condizione per cui ti togli da quel "pantano" rozzo e materialista in cui ti trovi naturalmente e quindi ti metti in un percorso evolutivo, cioè di progressivo affinamento, o altrimenti continui a ripetere i cicli vitali fisici, istintivi, animaleschi che ti condizionano. La frase Zen di per sè non è negativa o pessimista; essa ti pone di fronte a una scelta. Come l'ho messa io sembra di distinguere l'umanità tra persone ignoranti, rozze, e gli intellettuali. Non è affatto così! Il distinguo è molto ma molto più sottile, per cui tra persone anche di ampia cultura e posizione sociale ci possono essere strati enormi di "ripetenti". Il punto focale, ciò che impedisce l'accesso all'evoluzione, è L'EGO! quello è l'ostacolo più ostico da superare. Ecco quindi che proprio tra chi ha avuto successo, chi ha raggiunto posizioni sociali elevate, è più facile trovare persone che non hanno neanche iniziato una reale ascesa evoluzionista, ma solo superficialmente, con affabulazioni e modalità accattivanti di presentarsi, possono illudere di aver conquistato gradi elevati di conoscenza. Ecco. Per l'appunto l'ego è il masso che ci separa dall'ascesa conoscitiva. Se sappiamo, o meglio, se incontriamo la persona giusta che ci sa far, superare l'ego, ecco che possiamo ambire (si può dire con un determinato senso, trascendere) alla vera conoscenza. La ripetizione è monotona, è sterile, porta all'annichilimento e quindi alla vita vuota, senza senso. La tensione all'evoluzione dovrebbe essere una spinta interiore immancabile in ogni soggetto, ma questo comporta un lavoro, un'impegno non di poco conto, che coinvolge tutto l'essere, e questo porta alla rinuncia, a causa di uno dei più subdoli input istintivi: la pigrizia.
Maestro! Sempre più MAESTRO. La Grazie
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