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venerdì, marzo 11, 2022

Non basta la volontà

 Ascoltavo Di Stefano in Tosca, nel 53, quindi ancora giovane, e sono desolato di sentire che a migliaia di note meravigliose, molto ben pronunciate, ne alterna alcune decine pessime dal punto di vista dell'emissioni, e purtroppo anche "sgangherate" dal punto di vista della dizione. Sicuramente lui le voleva dire perfettamente, ma il suo organismo non glielo consentiva. Non basta la volontà di pronunziare, ci vogliono le condizioni! La prima condizione ineludibile è il fiato giusto. Molti pensano che facendo esercizi respiratori si può arrivare a... quello "giusto". Ma, riflettiamo, come fa il nostro sistema a comprendere che un certo fiato è quello che ci serve per emettere una certa vocale a una certa altezza e con una certa sonorità? Non può se non glielo insegniamo, se non glielo facciamo capire, quindi ci vuole una graduale educazione, che consisterà nell'esercitare le parole e quindi le vocali partendo da dove sono già discrete o buone e salendo e scendendo gradualmente in modo da far sì che il fiato si sviluppi (e poi si evolva) nella direzione da noi voluta. Nel tempo si assisterà "magicamente" al fatto che ogni vocale migliora alle varie altezze e diventa NATURALE anche laddove non parliamo comunemente. Forse sfugge, a molti, che al di fuori di un certo range la pronuncia diventa difficile se non impossibile. Ma questa impossibilità non è "eterna", non è un meccanismo immutabile; il nostro è un organismo biologico e come tale mutevole e adattabile, quindi è possibile far sì che si modifichi nella direzione di un'esigenza che noi avvertiamo. Quello che però è altrettanto fondamentale è non volerlo per e con forza, perché ci facciamo un nemico, molto agguerrito, che non possiamo sconfiggere. Al contrario, è molto bravo a farcelo credere allentando le reazioni, ma poi tornando a toglierci i progressi fatti appena ci voltiamo, cioè ogni volta che smettiamo di allenarci fisicamente. Non è questa la strada. Però la conquista è assolutamente possibile. Volerlo è un buon inizio, ma anche la volontà va coltivata, bisogna sentirlo fin nel midollo e non trascurare niente. Iniziare un percorso che ha come obiettivo la perfezione, può sempre portare a ottimi risultati, ma se non si punta là, non ci si illuda che essa possa arrivare grazie a qualcun altro. Siamo sempre noi in prima persona gli artefici del nostro destino.

1 commento:

  1. Carissimo Fabio, una domanda: hai già scritto riguardo all'importanza delle consonanti nell'organizzazione energetica del fiato, ma io noto che continuamente dover pronunciare le vocali mi sposta la regolarità del fiato e di conseguenza la qualità delle vocali (specialmente la t). A volte hai scritto di una articolazione delle consonanti fuori dal corpo, cioè staccate dal corpo (un po' come dovrebbero essere le vocali), ma nel caso delle consonanti cosa intendi esattamente? Sappiamo che per definizione sono interruzioni del flusso del fiato e
    sono prodotte nello spazio oro-faringeo o, alla massima estroiezione, sulle labbra...com'è possibile pronunciarle fuori?

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