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domenica, dicembre 11, 2022

Volere volare

 Questa scuola potremmo dire che dà le ali per volare. Sono "alucce" nei primi mesi, e crescono e si sviluppano nel tempo. Non credete a chi vi dice che il canto è fatto di "automatismi" che si acquisiscono nel tempo! L'automatismo è un concetto materialista e meccanicista; non c'è alcun meccanismo e alcuna tecnica da impare, vi consiglio di non usare questa terminologia, perché non dà giustizia della verità del canto. Lo studio di un'arte come la vocalità classica consta d'una evoluzione, che in questo caso è quella del fiato. Ciò significa che con i giusti esercizi si acquisisce man mano anche la coscienza di quest'arte, pertanto a un certo punto la voce spiccherà il volo, si espanderà e si amplierà senza che il cantante faccia alcunché, anzi, proprio il contrario, dovrà fare sempre meno, dovendo diventare un flusso mentale operante. Ma proprio qui sta uno dei problemi più seri che ci si trova ad affrontare! Gli allievi non mollano! Cioè non ritengono possibile cantare senza far niente. E' come se, potendo volare senza far niente, si continuasse a sbattere le braccia, e in quel modo non succedesse niente, perché tutto quel darsi da fare non solo non produce gli effetti sperati, ma, al contrario, inibisce quelle capacità apprese che ti permettono di elevarti senza alcuna tecnica, persino senza una volontà e un pensiero specifico. Purtroppo sto affrontando il problema di diversi allievi che non si rendono conto di poter fare ciò che non credono, senza far niente. Continuano a voler cantare facendo cose, manovrando, spingendo, ecc. La semplicità, il "non far niente", è davvero la cosa più difficile da imparare. Un vero peccato.

3 commenti:

  1. Il problema è che nel percorso la voce va e viene: l'evoluzione ha sempre un prezzo, volare dà la vertigine e la libertà è uno spazio ignoto e spaventevole. Voliamo sì, ma tutto ciò che ci sta intorno cerca di tirarci giù...ma è davvero la società e il sistema che ci limita? No, è il nostro instancabile ego che insiste a voler controllare il nostro volo, che vuole il biscottino dell'applauso e dell'appagamento sensoriale. L'ironia è che l'applauso viene quando canta la verità libera, ma quando l'ego lo sente, se ne appropria

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  2. Una domanda: quando si è più stanchi, si è dormito poco o la voce è affaticata per aver parlato forte e a lungo, è normale che il fiato non risponda come dovrebbe? O è sempre l'ego che si affaccia?

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    Risposte
    1. No, l'ego in questo caso non c'entra. Ogni malessere, anche il più tenue, può portare a minore efficienza del fiato.

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