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lunedì, dicembre 08, 2025

Recitar... non so più quel che dico...

 Recitare è un'arte. Ma chi recita? La recitazione si insegna a chi pensa di fare prosa o commedia. Credo che molto raramente chi si avvicina al teatro operistico pensi seriamente di prendere lezioni di recitazione per un tempo congruo (almeno un paio d'anni) con tutto ciò che comporta in termini di impegno e... di imbarazzo. 

Eh già. C'è un bel video degli anni d'oro della televisione con Vittorio De Sica, la Carrà e Corrado, dove il grande attore e regista dà una lezione di recitazione da oscar. Dire "ti amo". La Storia ci insegna che il teatro esiste pressoché da sempre, ma soprattutto greci e romani lo coltivarono come una necessaria educazione culturale e quindi spirituale. Ci sono molte probabilità che il teatro, almeno fino a tutto il Seicento, venissime declamato in modo musicale, non semplicemente parlando, pur con una cosiddetta impostazione, in modo da poter essere uditi negli spazi dedicati senza alcun ausilio artficiale. 

Ora, se voi aspiranti (o già affermati) cantanti provaste a recitare in prosa i testi di un'aria, ho il forte sospetto che vi trovereste in forte imbarazzo, perché dire con voce normale determinate cose di fronte a una platea, vi creerebbe una sorta di vergogna che vi procurerebbe difficoltà di emissione e incapacità di usare giuste (e vere) espressioni, tempi, dinamiche, ecc. 

Ho provato con un mio giovane allievo, che aveva anche recitato in età preadolescenziale. Non gli ho fatto dire "ti amo", che sarebbe stato troppo difficile, ma le parole di "bella siccome un angelo" del Don Pasquale di Donizetti che sta studiando da baritono. Per un bel po' si è schernito proprio rivelando di sentirsi in imbarazzo. Dopo mie esemplificazioni e chiarimenti, alla fine ha cominciato a provarci, con risultati alquanto variabili. Ma abbiamo proseguito, con mie continue correzioni: "stai parlando troppo piano, troppo svelto, non ci sono i tempi giusti, mancano le pause, manca la intima convinzione... ecc.

A un certo punto ho fatto una riflessione che condivido. Se proviamo a dire una frase che diremmo a una persone in una situazione delicata, ci troviamo in imbarazzo, o meglio, ci vergogniamo. Eppure i libretti d'opera o i testi di arie, sono pieni di queste situazioni, ma le cantiamo e non ci vergogniamo. Allora ho fatto questa riflessioni: i casi sono due: o ti imbarazzi anche quando canti quel testo, oppure ti lasci andare e reciti con semplicità anche parlando. Ciò che emerge da questa analisi è che il canto funge da maschera, da filtro, e ti toglie dall'aura di verità che deve contraddistinguere ogni espressione detta artisticamente. 

In definitiva vi dico che se volete cantare bene, giusto, per prima cosa dovete saper recitare le frasi che volete cantare. Basta anche una sola parola, o due o tre, per farvi rendere conto del livello di verità che siete in grado di esperire. Ovviamente anche questa attività non potete farla da soli, perché non avete abbastanza consapevolezza per autocorreggervi, quindi ci vuole un maestro di recitazione, che dovrebbe essere loo stesso del canto, se è un vero artista della voce, altrimenti rivolgetevi altrove. Ma non sottovalutate la questione, perché è un dato fondamentale. Giustamente è stato notato che questa è una recita, e non è solo cantare, ma raccontare. Non basta pronunciare bene, non basta dire le parole che si comprendano, ci vuole autenticità, coinvolgimento, chiarezza di contestualizzazione.



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