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giovedì, settembre 15, 2016

Legare senza corde!

In musica il legato è una pratica per cui una serie di suoni contigui vengono eseguiti senza soluzione di continuità, dove ciascuno si attacca al successivo fino al termine della frase. Graficamente è simboleggiato da una linea curva sopra o sotto l'intera frase, parte dalla prima nota e si chiude sull'ultima. Il suo opposto è lo staccato. E' una pratica che pone qualche difficoltà in ogni strumento, ma forse nel canto di più ancora. Intanto è da precisare che il legato può essere di suoni, di vocali o di parole. A noi il legato di suoni non interessa, perché assimila la voce a uno strumento meccanico, cioè lo "abbassa" a un livello inferiore. Purtroppo è molto usato. Esempio di legato di suoni è il vocalizzo a bocca chiusa. In ogni modo è sempre un legato di suoni ogniqualvolta non si comprende perfettamente la vocale che viene eseguita. Il legato di vocale può essere molto difficile, e rimando a dopo la sua descrizione. Il legato di parole non è necessariamente più difficile, anzi possiamo dire che è più facile in quanto ci è più congeniale perché più vicino al nostro parlato, a patto di volerlo veramente fare, il che non è del tutto comune, perché di fraseggio si parla sempre in termini musicali come un legato di suoni, e si cade nella trappola di voler uniformare le vocali, uccidendo la pronuncia e il vero fraseggio (da cosa deriva il termine se non da FRASE?). Leggere ogni frase con la massima attenzione a far percepire ogni vocale e ogni consonante; quando l'eloquio sarà chiaro, ben articolato e scandito, portarlo sulla melodia (magari inizialmente su una tessitura comoda) e cantarlo cercando di raggiungere lo stesso livello di chiarezza, di articolazione, di significato. Naturalmente la frase può contenere parti vocalizzate, anche solo di una o due note, e quindi ricadiamo nella seconda fattispecie, cioè il legato di vocale. In questo caso ci troviamo spessissimo di fronte a un problema, cioè che l'allievo nel passare da una nota all'altra, compie varie "manovre" muscolari, cioè non si accontenta di cambiare la nota, ma spinge il fiato, oppure lo solleva come se il cambio di nota dovesse contemplare uno spostamento di intere parti dello strumento stesso. Pensiamo a un violinista; per cambiare la nota deve solo spostare il dito da un punto a un altro; noi NON dobbiamo fare neppure quello, perché ci basta SAPERE che si cambia la nota, il resto lo fa la nostra mente. Ciò che dobbiamo evitare è di BLOCCARE questo processo, che è semplicemente di maggior apporto di fiato. Dobbiamo lasciarlo scorrere, non trattenerlo e, come dicevo, nemmeno aiutarlo con spinte e sollevamenti. Come si impara il legato? E' abbastanza semplice. In primo luogo eseguiamo le note della frase staccate con le sillabe ben pronunciate e gli accorgimenti suddetti. Fatto ciò per alcune volte, e sicuri che l'esecuzione di ciascuna nota e sillaba sia corretta, noi possiamo passare al legato considerando che ciascuna nota e sillaba è esattamente la stessa dello staccato, ma con una piccola differenza, e cioè che tra una nota-sillaba e l'altra c'è una ALIMENTAZIONE che noi dobbiamo gestire e vivere come se fosse di ESPIRAZIONE, cioè aria . In realtà è, ovviamente, suono, che va ad alimentare la vocale che in quel momento stiamo emettendo, ma noi con la massima rilassatezza, non dobbiamo né premere né spingere o altro, semplicemente lasciamo andare per tutto il tempo previsto. Riepilogando: prima sillaba-nota; appena detta-intonata, noi la rilassiamo lasciando che il fiato-suono la prolunghi fino al momento del cambio quando dobbiamo fare attenzione a non spingere nuovamente per portarsi sulla seconda nota, ma dobbiamo dirla semplicemente come fosse staccata (fregandosene anche se è più alta o più bassa, ma semplicemente più avanti), e immediatamente dobbiamo nuovamente lasciarla andare in modo che il fiato la alimenti in totale libertà. Il legato, in sostanza, non deve creare alcun LEGAME muscolare, non si deve avvertire alcuna tensione nei passaggi e rigidezza durante l'emissione.

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