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mercoledì, dicembre 02, 2009
Molto rumor per nulla
Il timbro rappresenta uno dei problemi più inquietanti degli ultimi decenni della storia del canto. Alla base di questo problema, a mio parere, c'è l'invadenza del mezzo tecnico, l'incisione, che dal suo apparire ha creato grossi equivoci. La voce molto "rumorosa", infatti, nel disco appare più ricca e dunque sembra più grande, voluminosa, interessante. Il timbro si crea quando al suono base, formato dalle corde vocali e amplificato nelle cavità sopraglottiche, si aggiungono una serie di ulteriori riverberi e suoni secondari prodotti dall'elasticità delle pareti e dalle microporosità delle ossa del cranio. Queste aggiunte avvengono correttamente quando il suono, pulito e preciso, si riverbera sull'ultimo tratto del palato alveolare, dietro i denti superiori anteriori, che funge da "ponticello" tra quella zona e tutto il resto del cranio, sia inteso come ossa che come spazi. Da quando la scienza medica cominciò a interessarsi di vocalità, si cominciò a modificare la vocalità sana del passato nell'arrogante pretesa di migliorarla, o meglio ingrandirla. Il risultato è che si sono spostati i punti fondamentali di produzione e amplificazione, e oggi non c'è quasi più nessuno che non ricorra, in qualche percentuale, a suoni ingolati o indietro. I quali suoni ingolati producono "rumori", dovuti alle frizioni che il suono incontra attraversando la glottide o il faringe tesi e stretti, che vengono scambiati per timbro e definiti, incredibilmente, armonici. Chi inizia a cantare e ha in mente alcuni miti del canto, vorrebbe subito averne il timbro ricco e variegato. L'ingolamento risolve velocemente questa aspettativa, ma purtroppo in modo difettoso. La mancanza di disciplina e di pazienza è all'origine dei danni all'Arte.
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