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mercoledì, gennaio 13, 2010

I volumi equivalenti

Questo intervento è teso a chiarire un paio di cose legate al rapporto fiato/apertura orale.
Prima questione: Quando il suono aumenta di volume/intensità e/o di altezza, la bocca si deve aprire per forza, sempre. Un acuto o una nota anche centrale molto forte necessitano di ampiezza orale per contenere la quantità di fiato necessaria a far vibrare corde molto spesse e tese. Questa legge non è detto che debba essere applicata anche all'opposto, cioè una nota piano o in centro non è detto che debba essere emessa a bocca semichiusa, anzi, è bene, nel corso dell'apprendimento, emettere spesso suoni in piano e pianissimo con la bocca molto aperta, e questo soprattutto per rendere più indipendente il gioco mandibolare, ed evitare che si crei un legame univoco tra volume e apertura. Questo, in particolare, riguarda l'emissione delle mezzevoci, che richiedono sempre ampiezza orale. Il suono piano con bocca aperta richiederà un po' più fiato ma può essere suggestivo e bello.

Seconda questione: i rapporti. Quando noi emettiamo una nota qualsiasi con uno stesso colore, indipendentemente dalla vocale, la corda vibra con lo stesso spessore e tensione (grossomodo, non è così matematico questo assunto); ciò significa che richiede (suppergiù) la stessa quantità di fiato. Orbene, detto ciò, se io passo da una I a una E, a una A a una O, la mia forma orale cambierà, ma la quantità di fiato no (con piccole tolleranze). Dunque quando emetto una A la mia bocca avrà un'ampiezza in altezza e in larghezza piuttosto significativa; quando emetto la O, dovendo (DOVENDO) stringere in orizzontale, cioè dai lati, la bocca, per contenere la stessa quantità di fiato io dovrò leggermente aumentare (compensare) l'ampiezza in verticale (abbassando un pochino la mandibola). Quando dalla O passerò alla E, dipendentemente se è una E larga o stretta, dovrò fare un lavoro analogo, quindi se è larga si tornerà ad ampliare leggermente in orizzontale (e qui devo anche compensare in parte lo spazio occupato dalla lingua), se è stretta dovrò portare sul sorriso in modo da guadagnare spazio nelle guance sotto gli zigomi (lo stesso dicasi, ancor più accentuato, nella I). Nella U dovrò abbassare alquanto la mandibola.
PS: Scendendo verso le note gravi (in ciascuna classe vocale), la bocca dovrà necessariamente sempre aprirsi, in quanto le corde assumono una maggiore massa e richiederanno più fiato vibratorio.

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