Come ho più volte scritto la nostra scuola è fondamentalmente contraria all'insegnamento per sensazioni; per altro anche io non è che sono un "talebano" e censuro sempre ogni riferimento astratto, qualche immagine la suggerisco di quando in quando, a patto di spiegare sempre qual è l'obiettivo concreto da realizzare, e a cosa mira questo pensiero. Dire agli allievi di mandare l'aria fino in fondo alla schiena, facendo credere che i polmoni arrivino fino alle natiche, è sbagliato. Dire di immaginare di mandare l'aria il più in basso possibile può anche essere accettabile, a patto sempre di spiegare che in realtà i polmoni finiscono molto più su! Il motivo è quello di cercare di riempire il meglio possibile i polmoni soprattutto nella parte bassa, a contatto col diaframma. Bisogna anche ricordarsi, però, che il polmone è grande e non c'è solo la parte bassa; anche la parte media e alta va utilizzata e possibilmente sviluppata, quindi l'indicazione iniziale va bene per chi inizia lo studio del canto e per i primi mesi, anche un anno o più, se è il caso, ma quando le cose cominciano a andare bene sarà necessario cominciare a integrare questo tipo di respirazione con la cosiddetta "costale" che permette un utilizzo più completo di questo organo.
Abbiamo già spiegato in varie occasioni che il motivo per cui è bene iniziare da una respirazione cosiddetta diaframmatica consiste nel fatto che in questo modo la pressione del fiato può agire sul diaframma e mantenerlo basso sopportando la reazione istintiva ma senza stimolare ulteriormente il suo sollevamento con la pressione dell'intestino.
Quando il diaframma si abbassa comprime lo stomaco e l'intestino. Se la parete addominale è "molle", cioè non viene tenuta in tensione, la pressione ricevuta si riflette con la tipica "pancia in fuori". A questo punto è bene evitare, nell'allievo alle prime armi, di irrigidire subito la parete, perché altrimenti la pressione esercitata sull'intestino si rifletterebbe sul diaframma, che subirebbe una pressione dal basso verso l'alto, che noi non vogliamo perché provoca lo spoggio del suono.
Prima di proseguire, sarà bene dare un'altra informazione anatomica. Polmoni e diaframma non sono organi "tutti d'un pezzo". Non solo i due polmoni non sono identici e il diaframma un unico muscolo, ma quest'ultimo è propriamente costituito da diversi settori che hanno la possibilità e la capacità di compiere movimenti indipendenti. Ad esempio una mia recente analisi mi ha fatto scoprire che se respiriamo solo dal naso, non solo avremo una ridotta immissione d'aria, ma anche nel caso in cui si faccia una inspirazione molto lenta e lunga, avremo solo l'abbassamento della parte anteriore del diaframma, mentre la parte posteriore si abbasserà più facilmente, rapidamente e completamente con la respirazione naso-bocca.
Detto ciò: con la respirazione diaframmatica, il diaframma, per minor resistenza degli organi premuti e maggiore elasticità degli agganci alla gabbia toracica, tenderà ad abbassarsi maggiormente nella parte anteriore, che diventerà particolarmente prominente, ma in realtà il volume spostato dal diaframma non è così elevato, è solo un effetto. In questo modo possiamo dire che il "pavimento" dei polmoni risulta, grossolanamente parlando, piegato in avanti. Se si tende leggermente la parete addominale anteriore superiore, il tronco si raddrizza e anche il diaframma offrirà l'intera superficie al supporto dei polmoni. Sia chiaro che non parliamo di 'depressione' della parete addominale, ma solo di leggera tensione. Questa situazione comporterà un più efficace sostegno del fiato e minore fatica, e parliamo, sostanzialmente, di una respirazione costo-diaframmatica. Nei momenti di necessità di maggiore impegno vocale, ad esempio sulla nota di passaggio, sarà possibile apportare qualche energia in più con un maggiore impegno nella muscolatura del plesso solare. Nel momento dell'impegno, se il "polo" superiore è ben appoggiato al palato superiore (o alle labbra), questa azione non comporterà un rischio di sollevamento del diaframma, anzi, esso avrà facilità di discesa nella sua interezza.
Quindi non siamo ancora arrivati a parlare di una respirazione toracica...
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