Sono spesso tentato dall'entrare nel campo filosofico, su cui il Maestro Antonietti ci fece "na capa tanto", ma a ragione, perché l'Arte E' filosofia, e non si può sperare di entrare nel regno dell'Arte senza porsi interrogativi e andare a cercare risposte. Il Maestro, anche per questo, fu ignorato, nel migliore dei casi, ma anche combattuto, considerato un pazzo, un visionario... ma egli non smise mai di occuparsene, prima di tutto perché aveva sofferto duramente per arrivare a quelle risposte, e inoltre non poteva accettare il compromesso, il nascondere fatti per il quieto vivere, essere "modesto"... questo lo ha reso anche poco popolare tra alcuni allievi, che una volta recuperati da situazioni anche spaventosamente negative, hanno anche fatto carriera e nei loro curricoli non v'è traccia del nome di colui che ha salvato loro la voce... e forse anche la vita (se non fisicamente, perlomeno psicologicamente). L'aspetto sempre inquietante delle filosofie riguarda il concetto di "Verità", che non può non essere affrontato, se si vuole entrare a fondo nella materia. Ma io adesso evito l'argomento, come l'ho quasi sempre evitato con i miei allievi, perché non voglio creare difficoltà e imbarazzi; l'essere allievo di un grande maestro dà parecchi vantaggi: non essere lo scopritore di una Verità, ma esserne "solo" l'erede, non rende così necessaria la diffusione di ogni recondito particolare. Resta il fatto, e vedremo a suo tempo se sarà necessario, che se un cantante vuole davvero raggiungere la vetta, dovrà per forza passare anche dall'aspetto filosofico.
Dunque qual è il senso di questo post? C'è un concetto di verità più semplice, almeno apparentemente, che un po' tutti, con un certo impegno, possono provare a percepire. Ascoltate il suono di un cantante, e provate a chiedervi se quel suono è "vero". Io ormai ho le orecchie super allenate, d'accordo, ma quante volte con i miei allievi arrivo a dire: ecco, questo è un tuo suono "vero"!, è parte di te, giunge dal tuo "cuore" (non in senso romantico - potremmo dire anche dal tuo interno, dalla tua sfera emotiva...), e non ha nulla di costruito, di artificioso, di incrostato, ecc. Ancora di più. Ascoltate una parola o breve frase di un cantante, e chiediamoci se quella parola o frase è stata pronunciata (pur nel canto) con verità! cioè se mi arriva il significato. Questo è l'obiettivo supremo e mirabile di un grande canto-cantante.
Non ci sono i codici per poter postare qui il video di Schipa che canta Le violette. Andate a sentirlo su youtube, http://www.youtube.com/watch?v=ahvMqNOJjZc&feature=fvsr, anche solo il primo minuto, e poi confrontatelo con la stessa aria cantata da Alfredo Kraus: http://www.youtube.com/watch?v=-UjZn0upxZs&feature=related. Kraus è stato un grandissimo cantante, molto bravo proprio nel canto a fior di labbro. Eppure... sentite che nell'espressione non c'è la stessa "verità"? E' come se Kraus pensasse "a sè stesso", o è come se dicesse: sentite come canto, sentite che bella voce, eccomi, io sono qui... ecc. ecc. Schipa sta negando ste stesso, diventa tutt'uno con ciò che sta cantando, non c'è narcisismo, non esiste più l'aspetto materiale, estetico, costruito di un mondo reale, ma siamo a livello spirituale, astratto, unificante (giacché la Verità unisce gli spiriti, non divide!).
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