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lunedì, maggio 26, 2014

Lo snob

Oggi, osservando un cartello con l'ennesimo ricorso a una parola straniera - anzi inglese, come la quasi totalità di quelle che ormai invade il nostro quotidiano - laddove poteva benissimo starci una parola italiana, mi ha richiamato alla mente la vergogna. Perché usiamo parole straniere inutilmente? così come usiamo suoni vocali imitati, tromboneschi e stereotipati, invece dei "nostri"? Perché la verità, la nostra realtà quotidiana, ci imbarazza come se fosse qualcosa di banale, di umiliante, di povero e quindi di "basso stato", qualcosa di cui vergognarsi. Ci vuole il ricorso a qualcosa che ci possa nobilitare, uno status che ci faccia APPARIRE meglio di quel che siamo, nei modi così come nel linguaggio. Le persone, come niente, citano frasi - o anche solo nomi - di grandi scrittori, viaggiano su Suv (io fino a poco tempo fa manco sapevo cosa fossero), indossano abbigliamenti firmati e bollati e naturalmente non possono fare a meno di avere un poderoso vocabolario esterofilo, salvo magari non sapere niente di quella lingua e di quel paese. Però non voglio nemmeno esagerare in quel senso; viviamo in una società fortemente esteriorizzata, dove determinati elementi sociali, quali il cellulare, l'auto, la casa, i vestiti, fanno parte non solo più di un censo, ma di una "divisa" e senza la quale si rischia l'emarginazione. Esiste però anche uno snobismo che dice di rifiutare tali "appendici", ma di fatto si crea semplicemente una diversa divisa, questa sì intellettualoide e di riconoscimento di uno status, se non addirittura di casta. Tutto questo per dire che diventa sempre più difficile parlare di "semplicità", di realtà umana, e in questo ecco il rapporto con il suono "comune" della propria voce, quello che non è "lirico" nel senso di gonfiato col gas dell'ipocrisia, dell'arroganza, della volontà di potere, di dominio, di sopraffazione. Quindi la strada del bello, del vero e dell'artistico, passa per la strada della semplicità, ma non confondetela con quella dello snobismo, anch'essa spesso in agguato! Parlate come mangiate, e cantate come parlate!

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