Ho già espresso questo concetto in una risposta, ma penso che sia degno di una collocazione più visibile. E' stata fatta una critica a questa scuola relativamente all'azione di "perfezionamento della pronuncia". Confermo che è così e non avrei niente da rivedere o modificare in merito a ciò; chiunque presti un po' di attenzione - e non mi riferisco a esperti di nessun tipo - a come si parla, si renderà conto che le abitudini, l'ambiente familiare, le cadenze dialettali o linguistiche, la pigrizia, le necessità legate a particolari ambienti di lavoro (scuola, cantieri, fabbriche, ecc.) non fanno altro che distorcere e rendere la pronuncia difettosa, carente, povera. Dunque l'azione correttiva non è solo necessaria, ma indispensabile. Però chi critica può obiettare - come obietta - che l'azione correttiva può togliere la spontaneità, la naturalezza, la sintonizzazione tra gli apparati. Vero, ma non necessariamente è così; si tratta di farlo nel modo corretto, e cioè non cambiare le proprietà fondamentali del parlato, e quindi non trasformarlo in declamato o parlato "impostato", cioè non renderlo artificioso, irreale, imitativo, falso nel suono quanto nel significato, ma, anzi, rendere l'allievo sempre più consapevole del rapporto tra significante e significato. Adesso posso dirlo anche meglio.
Ho, in diversi post, scritto che la nostra mente possiede già la vera e corretta pronuncia; i bambini, ad esempio, emettono le vocali con molta maggior disinvoltura, genuinità di quanto non si faccia in seguito; questo anche perché il loro fiato è molto più tonico e adeguato e tutta la struttura muscolare e dei tessuti elastica e pronta. In definitiva, quindi, noi ci troviamo a fare un lavoro che possiamo definire di ALLINEAMENTO della pronuncia operativa, che si troverà in una condizione di impoverimento per le motivazioni suddette, a quella ideale, cioè mentale. Detto ciò, preparatevi a lavorare per almeno un paio d'anni a condizioni durissime e sotto una abilissima guida, perché questo concetto elementare è uno dei più difficoltosi da mettere in pratica e raggiungere.
Condivido in pieno....
RispondiEliminaQuante volte si sente dire in giro, almeno per me è così, ho la vocale "E" difficoltosa, la "A" per me è ostica, mamma mia salire sulla "O" è arduo, non ne parliamo della "I".....
Poi in effetti, nel tempo, mi sono accorto che è solo questione di "pulire", sgrassare, le parole.... renderle facili all'ascolto senza operare inflessioni o "snaturalizzazioni"... certamente è un lavoro lungo, laborioso, ma con l'aiuto di una valida guida certamente è possibile.
Certamente possiamo ammettere che le vocali possono avere, perlomeno per un certo tempo, una diversa difficoltà di emissione, ma nessuno si chiede perché e come risolvere questo problema; la maggior parte degli insegnanti pensa di far prima a "non pronunciarle", e suggerire surrogati infami e a "uniformarle".
EliminaNon si ripeterà mai abbastanza quanto sia importante lavorare sulla pronuncia, financo ad avere l'impressione di esagerare e di risultare troppo leziosi e bambineschi nello scandire. Non ci si rende conto di quale maniacale precisione sia necessaria per rendere una frase chiara e comprensibile all'uditorio in ogni sua sillaba. Basta il più piccolo difetto e non si capisce più nulla, tutto risulta adulterato, sporco, fosco. Legare, articolare chiaramente ogni sillaba, con semplicità ma con puntuale esattezza, e' credo il risultato più difficile da raggiungere, ben più della banale estensione o del volume sonoro.
RispondiEliminaGià, a volte sembra di essere realmente fanatici nel chiedere instancabilmente di dire esattamente una certa parola-frase-vocale, ma non c'è compromesso che tenga, la strada per l'esemplarità passa unicamente da lì.
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