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venerdì, febbraio 13, 2015

Apprendere

Il processo che porta qualunque persona ad apprendere nuove cose, siano esse teoriche o pratiche, è spesso oggetto di equivoci. Il maestro o professore o docente o insegnante è visto come colui che trasferisce, che "mette dentro" alla testa dello studente delle nozioni, dei contenuti, dei concetti, che insegna a fare cose. La logica dei vasi pieni e vuoti. E' un concetto drammaticamente errato e che purtroppo domina la scena nell'opinione pubblica. Se fosse così, saremmo ancora all'età della pietra, perché chi avrebbe insegnato ai primi uomini e poi via via cose nuove? Il nuovo arriva dal cielo? E' evidente che nell'uomo c'è già tutto, ovvero ci sono già tutte le condizioni della conoscenza e gli strumenti dell'evoluzione e per consentirci di scoprire cose nuove. Del resto in molti campi, innanzi tutto quelli artistici dove domina (o dovrebbe dominare) il grande pensiero, non esiste alcuna evoluzione, se non estetica, di forma. Separiamo, come giusto fare, le nozioni, le informazioni, dalla conoscenza. Le informazioni si imparano, si leggono e si memorizzano quando interessano, quando ci sono stimoli sufficienti, altrimenti si rimuovono in tempi più o meno brevi. La conoscenza si risveglia, si porta a coscienza vigile, si illumina; trovate voi il termine che più vi aggrada. Nessun maestro può insegnare la conoscenza; non è trasmissibile, può solo farvela scoprire. Questo "battesimo" è operazione assai difficile, perché non può esistere un metodo, e ciascun allievo ha un vissuto proprio che l'insegnante difficilmente può conoscere approfonditamente, per cui si basa sull'esperienza, sulle proprie capacità di analisi, di intuizione. Ma cosa significa, in definitiva apprendere discipline artistiche come la vocalizzazione e il canto? Significa ricevere stimoli di intuizione o di pensiero. In questo senso è vero che si potrebbe studiare da soli, ma il tempo necessario sarebbe enorme, anche nel migliore dei casi di molto superiore a quello che si impiega normalmente in una buona scuola. L'insegnante propone esercizi; se accompagna questi esercizi con spiegazioni che non hanno un vero fondamento ma si basano su tradizioni, sentito dire, invenzioni, accomodamenti, il corso è già finito! Da lì in avanti sarà solo una corsa a costuire qualcosa che non si potrà coerentemente inserire nella struttura né fisica né mentale umana, sarà sempre un artificio e come tale sarà respinto, rigettato, dal nostro corpo, nei tempi e con la violenza proporzionale a quanto questo sente estranea quell'attività. Se il maestro saprà accompagnare gli esercizi con semplici spiegazioni sul perché si fa ciò che si fa e con quale finalità, si andrà ben oltre il beneficio di un "allenamento", si indurrà il pensiero a modificare la struttura fisica e mentale aprendole alle sue meravigliose potenzialità. L'allievo scopre da solo, man mano, gli sviluppi e i benefici di una autentica disciplina con finalità artistiche. Purtroppo la situazione attuale, che a partire dalla scuola non fa altro che indurre un tipo di educazione-insegnamento unicamente volto a imparare cose, senza alcuna reale, profonda, finalità, pressoché con metodi e contenuti scientifici o improntati al metodo scientifico, inibendo l'intuizione, il pensiero divergente, crea meccanismi perversi per cui anche in una scuola realmente artistica si fa fatica a superare questi stereotipi; per primo l'insegnante deve superare quelle barriere, poi farle superare agli allievi. Questi si perdono continuamente nel "non capisco", non riesco", pensando solo a "mettere in saccoccia" delle informazioni da utilizzare. Dimenticavele! Apprendete da quanto c'è in voi, ascoltate ciò che fate e provate a immaginare quali difficoltà, ma anche quali libertà, provate e non cercate la risposta nei libri, nelle parole altrui, nei video, quelli al massimo vi possono servire come méta da raggungere, ma ponetevi le domande e stimolate l'intuito, non solo concettuale, ma anche fisico, e chiedete sempre all'insegnante se siete sulla strada giusta, perché e percome una certa soluzione è o può essere corretta oppure meno. Ma non giudicate da voi i vostri esempi, valutate esclusivamente se state camminando verso la libertà o verso l'imprigionamento. Convincetevi di avere in voi le risposte, ma dovrete scegliere, perché ne trovetere più d'una; è questa l'intuizione che occorre, riconoscere il vero, e seguirlo con determinazione... ricordando che il più delle volte è la strada che richiede più impegno, non tanto fisico, ma di concentrazione e volontà.

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