Noto molto spesso, non solo negli studenti, che alcune vocali e soprattutto la "I", vengono spesso attaccate con un colpetto percussivo che si localizza nella parte posteriore della lingua, dietro la "gobba" (o addirittura a livello glottico, specie se ti tenta di "gonfiare" questa vocale). Il risultato non sarà un'autentica I, ma soprattutto questo suono non uscirà, rimarrà imbrigliato nello spazio retrobuccale, non suonerà omogeneamente con le altre vocali e inoltre, per questa difficoltà, il cantante sarà indotto a spingere, a schiacciare, rendendo vieppiù pessima questa emissione. Da qui la necessità di eliminare completamente questa percussione. Come migliorare e raggiungere la pronuncia della giusta I durante il canto? Intanto partire dal "Sì". Dire un "sì" gentilmente, come fosse la risposta affermativa a una domanda, cui si risponde cortesemente, amorevolmente, cioè senza durezza o rabbia (ma con determinazione). Per maggiore sicurezza, specie nei primi tentativi, può essere d'aiuto allungare molto la S iniziale (Ssssssssiiiiiiii). Occorre stare attenti a che tra la S e la I non ci siano colpi o cesure; la I deve essere la prosecuzione leggera e "lunga" della S (la S corretta è quella che si origina quando si chiede silenzio: ssshhhh!).
PS: grazie ai commenti mi sono accorto di aver dimenticato alcune cose: 1) nel salire verso gli acuti ricordarsi di lasciar morbida la mandibola (che dovrebbe esserlo sempre) e permetterle così di aprirsi gradualmente. Sugli acuti estremi, specie per le donne, la bocca si ritroverà molto aperta, il che sembra contrario a una buona dizione della I, ma non è così, se si permetterà alla lingua di scorrere in avanti lungo il palato.
2) esiste la possibilità di una I più appoggiata che consente di affrontare con minor timore la zona acuta; il mio maestro la definiva "ingrintata" (termine credo di sua invenzione) e consiste nel pronunciarla con le labbra strette lateralmente, ma molto divaricate verticalmente. E' essenziale, nel modo più assoluto, che la I sia pronunciata perfettamente, in quanto questa posizione tende alla U francese.
Sono piccoli consigli orientativi, da applicare sempre e solo sotto controllo. La I è una vocale da trattare "coi guanti" perché può facilmente indurre chiusure valvolari della laringe e quindi solletico e tosse, spinte indebite e col tempo, se non corretta, può generare vari tipi di guai e paure psicologiche che possono "cronicizzare" i difetti.
La i credo sia la vocale in assoluto più martoriata dal malcanto. Forse qualche tenore ancora si salva, ma tra bassi e baritoni mi sa che ormai non ce n'è manco uno che sappia emettere la i.
RispondiEliminaMa effettivamente è una vocale difficile.
RispondiEliminaD'accordo, è una vocale difficile soprattutto in zona acuta perchè tendenzialmente porta a chiudere, stringere. Giusta anche la riflessione sui bassi e baritoni....
RispondiEliminaIo la chiamo " I enfatica" ed è anche inascoltabile in alcuni casi.
Spesso questi difetti sono dovuti e "voluti" quando per gonfiarli e dare un "tocco" di importanza (?!) si pronunciano indietro. Qualsiasi cosa si dica c'è poco da fare bisogna pronunciarlo avanti.... naturalmente perciò c'è un "peso" diverso, un'attenzione e una disciplina diversa... molto più facile dargli forza con la spinta pronunciando naturalmente indietro... la parola, la vocale, non viene "portata", adagiata, ma "buttatta lì".... e giù l'applauso!!!!
Fabio, nel tempo ho trovato molto utile, almeno per me, un esercizietto che mi sono inventato: partando da una vocale ad es. la I l'ho emessa proiettandola fuori, o meglio trovandola già nello spazio esterno e poi ci ho messo mano a mano delle consonanti tipo P-R-S e quindi IIIIIIII - PIIIIIIII-RIIIIII-SIIIII avendo l'accortezza o meglio la ricercatezza di non spezzare il suono ma al contrario cercando di trovare quell'unità che tu giustamente promuovi, quindi le consonanti come ulteriori reti dove "rimbalzare".... forse non mi sono espresso molto bene... me ne scuso
RispondiEliminaGiusto, ma il problema che mi premeva affrontare era quello iniziale, cioè come aiutare gli alunni a far uscire la I. Tra l'altro mi hai dato un "assist" a un dettaglio non da poco che avevo dimenticato: nell'andare verso la zona acuta, ricordarsi di ammorbidire la mandibola (che peraltro dovrebbe sempre essere morbida) e lasciarla dolcemente aprire. Affinché la I rimanga I la lingua tenderà a portarsi in avanti lungo il palato, e ciò deve essere consentito. C'è poi un'altra questione che non ho affrontato, magari la inserisco nel post come PS. Grazie a tutti.
EliminaPersonalmente trovo più delicata la gestione della i nelle prime note basse, dove è più facile che si scurisca e si opacizzi andando in gola, oppure somigliando più ad una ü francese.
RispondiEliminaSi crede che le note centro gravi siano facili perché non richiedono forza, ma i problemi sono presenti lì come altrove, anzi, il centro, come è sempre stato evidenziato dai grandi maestri, che hanno anche scritto metodi proprio relativi a questa zona, è il luogo ideale per educare la voce! La I, poi, può risultare difficile nel centro o sugli acuti in modo differente, ma è anche una questione soggettiva.
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