Ci sono centinaia di libri, manuali e trattati di canto; non intendo e non ho motivo di dare importanza e prevalenza a quello di Mayan, ma mi pare corretto completare le osservazioni iniziate nel capitolo precedente. E' un libro, a differenza di molti altri pieni di esercizi, con molto testo, ed è per quello che richiede più spazio. Se a qualcuno interessa che analizzi qualche altro metodo può richiederlo tranquillamente.
"Coll'ammettere l'unità di emissione non si ha più a temere scongiuntura nella voce, non essendovi più che una voce ed un'emissione, ed ove non vi fossero anche altri avvantaggi, che risulteranno evidenti nel corso di questo lavoro, basterebbe quello soltanto per persuadere ognuno ad adottarlo.
Ammesso il principio dell'unità d'emissione, resta a cercare quale emissione permetta di attaccare identicamente tutti i suoni.
Quest'emissione io l'ho trovata nell'attacco in testa per la ragione che tutti i suoni possono venir attaccati, in testa, e alcuni soltanto in petto.
Questo metodo viene chiamato attacco in testa, per riscontro al termine di "voce di petto, giacché, in realtà nè l'una nè 1'altra di queste appellazioni è giusta, visto che in realtà non vi esiste né voce di petto né attacco in testa. Ciò che io intendo coll' attacco in testa è un suono che non ha nulla di comune collo sforzo del petto e la di cui direzione, l'appoggio immediato, è nella maschera in testa."
Ho riportato quest'intero pensiero, perché mi pare un po' il fulcro di tutto il testo, e ognuno potrà notare quale confusione lo contraddistingua! L'unica idea valida è che esiste una sola voce, ma tutto lo scritto che circonda quest'idea è estremamente confuso e contraddittorio. Il dato più negativo è rilevabile dal fatto che l'autore non ha alcuna idea del perché la voce è divisa in due e poi, con un gesto "magico" diventi una sola, e perché non lo sia sempre! Lui la attribuisce a una sua geniale creazione, cioè l'attacco di testa, e non gli viene manco il lontano dubbio che abbia a che vedere con la respirazione...!
"Ecco il modo d'attaccare in testa: Respirate molto profondamente nel diaframma, fate salire il respiro, attaccate infine il suono per mezzo della glottide, dirigendolo immediatamente in alto, nelle fosse nasali, e ciò senza spingere, senza sforzare"
Ed ecco qui il "male" che viene a galla. Il miserello spaccia le fosse nasali per "maschera", non rendendosi minimamente conto che questa procedura spoggia il suono e porta fatalmente a ingolamento, oltre che ad altri difetti. In campo femminile, in particolare, questo pensiero superficiale ha portato a scendere in falsetto con gravi conseguenze sia di tipo esecutivo che vocale. Poi però aggiunge:
"La direzione immediata del suono in testa, è l'emissione che porta più rapidamente delle altre il suono sulle labbra". Qualcuno riesce a mettere insieme queste due affermazioni senza entrare in netta contraddizione?
Citerò poche cose relativamente alla respirazione:
"L'allievo si tenga diritto, colla testa dritta, il petto infuori, l'addome rientrante, respiri il più basso possibile facendo salire il respiro alto nel petto, ed emetta la voce senza spingere, mantenendo sempre il fiato nella stessa posizione."
Non so se si ha l'idea di quale rigidità si possa procurare con queste "semplici" indicazioni. Il rientro dell'addome, specie se fatto da allievi alle prime esperienze, già provoca notevoli tensioni nel torace e nel collo; se poi si consiglia anche di stare ben diritti (giusto, ma il tutto insieme...) col petto in fuori e mantendendo il fiato in basso (chissà come farà se non cercando di indurire al massimo i muscoli), se ne avrà una specie di statua marmorea che ben difficilmente potrà emettere un suono facile.
Sulla sostanziale negatività di questo metodo varrà ancora l'esempio degli esercizi, che fin da principio di basano su tessiture superiori all'ottava, il che fa a cazzotti con ogni idea di semplicità e naturalezza proposta in apertura. Terminerò facendo notare che, ancora contraddicendo quanto asserito in prefazione, non si trova un esercizio o un riferimento alla voce parlata, all'uso di sillabe o comunque all'inserimento di consonanti. In pratica si dovrebbe arrivare al canto, per cui ci sono molti esempi, esclusivamente passando attraverso vocalizzi. Un manuale, in ultima analisi, di cui non posso consigliare la lettura, perché non contiene consigli orientativi; tende a dividere gli aspetti vocali da eseminare e sviluppare, con indicazioni discutibili, non adeguatamente argomentate, ma proposte semplicemente per una idea dell'autore, che infatti per tutto il testo non fa che cercare di trovare appigli in cose dette o fatte nella vita, ma le cui basi non riusciamo a scorgere in alcun punto.
La prima e più evidente contraddizione è quella tra attacco "in testa" e colpo di glottide!
RispondiEliminaPotrei azzardare che questo Mayen voglia in un certo senso procedere oltre Garcia riprendendo il suo attacco di glottide ma superando la questione dei registri, che G. "unisce" ma senza teorizzare una voce unica. Comunque la questione della voce unica, grossomodo rappresentata dal falsetto, c'è stata anche in altri didatti, ma a mio avviso sempre poco compresa. Ciò che non hanno intuito è ciò che invece Garcia descrive molto bene, cioè la cosiddetta sovrapposizione. E' chiaro che se tu attacchi in falsetto, cioè in un registro medio alto, e poi scendi senza forzare, resti in falsetto e questo da un'idea di voce unica, che invece non è! Al contrario, salendo partendo dal registro di petto, ti troverai nella difficoltà del "passaggio". Ciò che Garcia invece ben comprese, ma forse non descrisse con sufficiente efficacia, è che si deve sviluppare una respirazione che consenta di elevare il falsetto alla stessa efficienza del petto, cioè consentire la parola franca e netta. Solo e unicamente questo può portare alla voce unica.
RispondiEliminaCredo che "attacco in testa" faccia riferimento, più che al registro di falsetto, alla posizione del suono all'attacco, dall'alto e non dal basso. Per questo dico che non si può conciliare con il colpo di glottide.
RispondiEliminaCerto che fa riferimento alla testa "fisica", infatti parla di fosse nasali, ma questo porta implicitamente anche al falsetto (che lui chiama solo testa), infatti negli esercizi dei primi tempi elimina la prima quinta in ogni classe vocale e fa spesso riferimento alla scala in discesa, quindi senza dirlo apertamente, forse ignorandolo, si riferisce alla sovrapposizione dei registri e quindi all'attacco leggero che privilegia la corda sottile. La cosa si può evincere anche da altri particolari presenti nel manuale. Come possa conciliare l'attacco "alto" con quello glottico è un mistero che rivela, come sempre, la poca e nulla utilità dei consigli scritti.
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