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venerdì, ottobre 23, 2015

"Zitti zitti piano piano"

Da sempre il m° Antonietti ha segnalato il "piano" in tutte le sue forme (mezzavoce, sospirato, falsetto, falsettino, flautato, ecc.) come un efficace mezzo di educazione del fiato ovvero di aggiramento dell'istinto. In tempi successivi scoprì e quindi divulgò una verità ancor più sorprendente: il suono "piano" è la base della voce. Nel tempo ho potuto sperimentare su me e sui miei allievi che è proprio così. L'utilizzo di esercizi in piano, pianissimo, falsettino, sospirato sono quanti mai efficaci per individuare il punto di nascita delle vocali; è utile in quanto non stimolando la reazione del diaframma per la mancanza di peso, permette per l'appunto di percepire lo scorrere del fiato-suono fino al punto in cui la vocale si forma realmente e pienamente. Questa consapevolezza, che può determinarsi in tempi non lunghi, consente anche di realizzare quella "alimentazione" della voce, la cui carenza è quel diffusissimo difetto che possiamo descrivere come staticità, sia vocale che musicale; il "tubo beante", di cui parlano anche maestri antichi, consiste appunto in una totale libertà dello spazio oro-faringeo, dove la pronuncia, perfetta, non crea tensioni, contorsioni, difficoltà, forzature, ma esce limpida e fluida grazie per l'appunto a una scorrevolezza e costanza mirabili (libera risonanza esterna). La naturale percezione (interna) di vocali anteriori e posteriori deve sparire, in quanto falsa e ingestibile in un obiettivo di omogeneità a ogni livello, compreso quello del sillabato rapidissimo. Solo il flusso mentale, cioè la nascita esteriore del suono come creato dalla mente, da osservare come spettatori, è da considerarsi meta artistica; il suo raggiungimento passa obbligatoriamente dal suono piano. Ma anche il suono forte e fortissimo sono da considerarsi come portati del piano, assolutamente non trattenuto, al contrario, fluido, che per parecchio tempo è quasi da vivere come consumo e persino spreco! Dire "spreca fiato" può sembrare folle, specie se considerariamo che quasi tutti gli insegnanti ci mettono in guardia sulla necessità di "risparmiare" fiato. Beh, è una questione da chiarire. Quando si canta non è possibile sprecare fiato realmente, se non ci sono vistosi errori (tipo emettere spesso le "acca" aspirate), perché le corde vocali impediscono una uscita considerevole di aria. Ma l'idea di sprecare fiato non crea pressione sottoglottica, perché la percezione del fiato è diversa da quella comune del suono vocale, quindi questo consiglio evita il difetto opposto, cioè il TRATTENERE il fiato, staticizzarlo e creare tensione e chiusura glottica (che è invece la spinta meccanica che si realizza pensando al suono, che invece è più legato ai muscoli). In ogni modo consigliamo vivamente a tutti, cantanti in erba e avanzati di esercitarsi spesso in modalità piano, fino al sospirato più ridotto, facendo bene attenzione a che non ci sia alcun rumore, alcuna frizione in bocca o gola, in totale rilassatezza. Il sospirato deve essere il portato di un sentimento di sollievo, di riposo, di stupore, di affetto. Naturalmente non ci riferiamo solo a vocali, ma a intere frasi, da farsi con o senza intonazione.

9 commenti:

  1. Brillante explicación. Gracias! Es algo que solo se puede comprender si se lo ha experimentado. Pude experimentarlo, trabajando con el "sospiro", y con sonido pianissimo. Se siente exactamente lo que describe el post. Es difícil reproducirlo. No es fácil encontrar un camino que lleve infaliblemente a esa forma de producción libre del sonido.

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  2. Hola de nuevo. Olvidaba decir que lo más difícil (en mi caso) es mantener abierta la garganta, incluso sin presión sotoglótica. La vía para lograrlo es casi siempre, para mi, la relajación de la musculatura facial y de la garganta junto con, especialmente, la **concepción mental del sonido** antes de emitirlo, y emitirlo como si intentara hablar, no cantar. ¿Tiene sentido? Gracias!

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    1. Giustissimo! Non bisogna cercare di aprire o allargare la gola, questo è sbagliato e porta ad altri gravi difetti. Ciò che hai scritto, cioè emettere come parlare è la via più corretta! E anche rilassare. Ottimo!

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  3. Anonimo2:30 PM

    Infatti c'è sempre la paura di sprecare fiato e molti consigliano: canta come se stessi trattenendo il respiro, in apnea per intenderci.Con le conseguenze che ben conosciamo.
    Ricordo che una volta sollevai la questione e mi fu risposto: ma sai quando diamo un'informazione anche anti fisiologica il corpo reagisce al contrario e dunque nel modo che vorremmo noi. Dunque diamo un'informazione per ottenere dal corpo e dalla mente il contrario. Rimasi molto perplessa.....
    grazie anna

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  4. Salvo9:49 AM

    Io sono del parere che tutto sia molto più facile di quanto sembri.... in effetti i nostri Grandi del passato, tema già trattato ampiamente da Fabio, non avevano tante informazioni e ne tantomeno si ponevano tante problematiche.... sicuramente non esistevano tante informazioni soprattutto "devianti", oggi siamo tutti molto più complessi, intendo dire in tutti i campi della vita non solo nel canto, vogliamo capire, analizzare, studiare... certo può essere utile se fatto però in maniera che l'analisi non comporti altre chiusure, non porti a convinzioni stereotipate, l'importante che tutto sia molto consapevole, la disciplina, la costanza, i sacrifici.... tutto a debito tempo. Il fiato artistico è qualcosa che deve scaturire, secondo me e giustamente come dice il maestro Fabio, come fluidità, un fiume che scorre tranquillo, semplice... anche se mi rendo conto che in quella semplicità c'è tutto un mondo da scoprire.... A volte, ho l'impressione che si faccia tanto chiasso inutile, infruttuoso.... Il mio cammino è stato molto arduo nel tempo ma, grazie ad una presa di coscienza... consapevole, posso dire che oggi sto godendo una parte di frutti. Ho tanto ancora da imparare ma l'importante è non demordere ;-) . Umiltà, umanità, disciplina, non sono concetti campati in aria... sono fondamentali. Il solo pensare ad espedienti che giochino sulla contrapposizione, per aggirare l'ostacolo, può essere utile secondo me solo all'inizio, poi è deleterio. Bisogna, infatti, subito dopo, grazie ad un buon maestro, uscire da quel circolo e "prendere coscienza"... e certamente uno dei primi passi è imparare a sospirare, abituare il nostro organismo, così bombardato da tanti vizi e messaggi stupidi e nocivi, a coltivare il piano... ad abituare il nostro orecchio e la nostra mente a percepire i suoni più lievi.... Bellissima la sensazione di stare in campagna, quindi fuori il caos cittadino, ed ascoltare tutti i suoni della Natura.... imemnsa, celestiale. Lo consiglio a tutti. Grazie Fabio, grande Maestro.

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  5. Certamente è giusto quanto dice Salvo. Ma si pensi solo a quale "tortura" possa essere il cantare pensando di trattenere il fiato, invece che farlo scorrere esattamente come quando respiriamo normalmente. E poi tutto il resto. Ricordo ancora quale frustrazione era, nei miei primi studi di canto, il dover pensare a mille cose, dove, ovviamente, il risultato era sempre che mancava qualcosa! Se ci rendiamo conto che anche solo riuscire a mantenere la concentrazione nel fare 3 note è estremamente impegnativo... beh, credo di aver detto tutto!! Cantare è semplice, non facile! Applicare la semplicità! Fare poco e cercare di farlo bene, cioè non in modo spettacolare, roboante, virtuosistico, ma che possa colpire proprio in quanto semplice, ma con SENSO, cioè che ci siano coerenza, relazioni, continuità, significato, comprensione.

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  6. E' un periodo per me complesso, ho pochissimo tempo a disposizione, però, anche in base a quanto è stato scritto nei commenti, cercherò quanto prima di produrre un video in cui cercherò di spiegare ed esemplificare questo tema del piano pianissimo. Grazie a tutti quanti, come sempre.

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    1. Gracias Fabio. Va a ser muy útil ese video. Lo esperamos. Saluti.

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