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venerdì, maggio 06, 2016
In sintesi
Riassumendo: il principio base è che la nostra voce naturale ci permette di parlare e di cantare spontaneamente a un livello "casalingo"; qualcuno più fortunato, diciamo così, può arrivare ad esibirsi anche in arie operistiche, ma con un modesto livello artistico ed è fatalmente destinato a durare poco; quando si vuole elevare il canto ad arte, il nostro corpo si oppone perché l'istinto di conservazione e perpetuazione della specie non contempla le arti nel proprio programma e quindi ci ostacola con vari mezzi. Quindi lo studio del canto necessita di una disciplina che inganni l'istinto e crei, invece, necessità, esigenze che portino l'istinto a contemplare anche il canto nel proprio funzionamento, giungendo quindi a non dover più affrontare la sua opposizione e reazione. La prima strada da percorrere è quella del parlato, che deve essere migliorato nella qualità, nella pronuncia e ampliato nell'estensione. Questa strada però trova opposizioni e dubbi tra chi inizia e chi guarda da fuori. Alcuni dubbi sono sciocchi, anche se comprensibili, altri possono essere presi in considerazione. Certamente bisogna considerare che il parlato normale è prodotto a "cellule" cioè manca di continuità, che è la caratteristica del canto. Peraltro il parlato si svolge al di fuori della bocca, mentre appena si accede al canto si tende fatalmente a introitare la voce (senza contare che pressoché tutti gli insegnanti vogliono lavorare sull'interno, perdendo immediatamente la strada verso la vera e unica possibilità evolutiva), quindi occorre un secondo mezzo, dopo o/e insieme al parlato, per educare il fiato e la voce, e questo è il soffio, o alito, come ho scritto nei post precedenti. Un consumo rilevante di fiato è indispensabile, nella prima fase, per raggiungere quella condizione di tubo "vuoto", di flusso costante e di assenza di spinta che contraddistingue questa modalità. La percentuale di aria all'interno del suono, che talvolta può essere necessario emettere, si riduce sensibilmente nelle lezioni successive fino ad azzerarsi, ma a quel punto si sarà realizzata un'esigenza per il nostro corpo, che quindi accorderà maggiore disponibilità respiratoria al canto (se non si tornerà a spingere e a bloccare il flusso) e anche l'istinto già avrà di molto diminuito la propria influenza. In un tempo non lungo, se le lezioni procederanno con una certa regolarità e impegno, si arriverà anche a poter percorrere l'intera estensione senza dover ricorrere ad alcun mezzo particolare per "ricucire" le due modalità meccaniche, perché si sarà creato (o per meglio dire ricreato) quel sostegno respiratorio che consente alle varie componenti lo strumento musicale di entrare in azione in modo graduato e interagente, e non a scalini e indipendenza. In fondo bastano queste due semplici regole per poter raggiungere una valida base vocale. Tutto il resto non solo è noia, ma anche fuffa; ma fosse fuffa e basta, cioè cose inutili, vuote, aria fritta...; è qualcosa di velenoso, di patologico, di antivocale, di marcio, nei casi peggiori. Che ci possiamo fare? Il rinsavimento generale non credo sia previsto, al momento.
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Aggiungerei solo, per completare questa sintesi, oltre al parlato e al sospirato, l'importanza di atteggiare correttamente la bocca, o quantomeno ricordarsi di aprirla e di usare le labbra.
RispondiEliminaCertamente.
RispondiEliminaCaro Maestro, in sintesi ;-) aggiungerei una cosa che ha me ha aiutato tantissimo e di cui non sento molto parlare: imparare a "sentire" il proprio istinto. Anche tu ne parli giustamente tanto ed è alla base della tua scuola, cioè del vero canto artistico, ma per assecondarlo bisogna imparare a sentirlo. Sembra 'na stupidata, ma io c'ho messo del tempo a riconoscerlo, proprio perchè non capivo cosa fosse, mentalmente mi ci sono "scontrato" e non sempre l'ho riconosciuto perchè spesso si è camuffato, è un pò come scoprire una parte di te di cui non eri a conoscenza...
RispondiEliminaPer spiegarmi ancora meglio, posso dire che l'istinto naturale che sta ormai nel nostro dna ci preserva da determinate situazioni, ad esempio non metterremo mai il nostro corpo troppo vicino ad una fiamma perche il nostro istinto attraverso i nostri sensi avverte il pericolo e si comporta di conseguenza. Molto probabilemnte è un istinto primordiale, cioè i nostri progenitori allontanavano le belve col fuoco e quindi nel tempo hanno imparato a rispettarlo e ad utilizzarlo come energia. Il canto artistico, non è una esigenza vitale e pertanto ancora di più il nostro istinto difende l'apparato fisico, cercando di preservarlo da pericoli che istintivamente pensa siano in agguato (come le belve). Purtroppo, questo tipo di istinto è più subdolo, perchè trova mille camuffamenti e sta a noi scovarlo e farcelo amico...
RispondiEliminaio metteri l'istinto all'interno della parte oscura della nostra vita, che ci frena nel raggiungimento della felicita'-verita', per me e'il canto va in parallelo con la mia rivoluzione umana
EliminaDunque, bisogna stare attenti con questi discorsi perché si rischia di fare "fumo" e qualcuno potrebbe non capire o mettere in discussione la sostanza del tema, che invece è fondamentale. Salvo ha giustamente illustrato l'istinto, ed è vero, come dice Mario, che è la parte "oscura", ma appunto in questa ottica dobbiamo portare a coscienza, chiarire il suo ruolo nella nostra disciplina. Perché l'istinto interviene? Perché noi facciamo un uso "musicale" del fiato, cioè lo utilizziamo come fosse l'archetto di un violino, distogliendolo dalla sua funzione vuoi ossigenante (in quanto l'atto respiratorio dura molto di più) vuoi meccanico-erettiva (in quanto non c'è, non vogliamo, una pressione elevata come avviene durante uno sforzo che l'istinto provoca mediante un blocco laringeo e il sollevamento diaframmatico). Quindi per l'istinto il nostro canto artistico, cioè che vuole sfruttare tutte le potenzialità acustiche insite nel corpo, contrasta con le funzionalità di sopravvivenza della specie. La disciplina deve portare a riconoscere (come sempre in arte), proprio come dice Salvo, il bello, il vero, ma anche ciò che contrasta, che si oppone, e grazie NON alla razionalità e alla scienza - che sono complementari- ma all'intuizione e alla conoscenza spirituale, la strada per superarle.
EliminaSono molto istintiva e per me l'istinto è la base su cui poggia l'esistenza degli uomini. L' istinto è la voce della Natura in noi, e la disciplina del canto artistico e la conoscenza mi porteranno a domarlo o meglio a tranquillizzarlo ... chissà ad averlo come amico ed alleato come sempre! Grazie Maestro per i post che portano sempre a delle interessanti riflessioni
RispondiEliminaPiano piano, quando si entra in questi argomenti bisogna stare attenti perché c'è sempre il rischio di generalizzare o confondere. Sull'argomento istinto c'è alquanta genericità; ne ho parlato in alcuni post che consiglio di andare a leggere. Quando Anna dice "sono molto istintiva" cosa intende? E' un modo di dire, ma non è la realtà. L'istinto è un "programma" che possiamo definire "animale" che ha lo scopo di gestire la sicurezza del corpo e numerosi atti fisiologici. Quando facciamo cose di una certa importanza senza averci pensato troppo, quindi con facilità, non è vero che è "istintivo", ma, al contrario, è proprio degli uomini ed è lo spirito, è il pensiero creativo. Il fatto che ci appaia improvvisamente, senza un impulso volontario, non significa che sia istintivo, sembra soltanto, ma, come scrivevo sopra, è importante riconoscerlo e non confonderlo (la vera persona istintiva è quella che definiamo "bestiale", che urla, picchia, reagisce senza riflettere...). Bisogna riconoscere, ancora, che l'uomo è "oltre" la Natura, è Conoscenza, è spiritualità... per cui è ipotizzabile una certa conflittualità. E' curioso osservare che in fondo la seconda rappresenta il principio creatore della Natura, eppure ha necessità di essa per potersi manifestare. Mah!!
RispondiEliminaCanto "bestiale" e Canto "Spirituale". Anche se il mio cane, un meticcio bellissimo, quando abbaia è un "vero tenore bestiale"!:-))
RispondiEliminaPenso che la differenza stia proprio lì. Un'evoluzione soggettiva, un'elevazione,un cambiamento di stato.... da solido, a liquido e stato aeriforme (mi sembra si chiami sublimazione....).