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domenica, febbraio 02, 2020

Della concentrazione

Che cosa fa di un buon artista un grande artista? La capacità di concentrazione. Ma forse su questo punto le idee non sono tanto chiare. Facciamo un passo indietro. Cosa fa di un modesto o pessimo principiante un decoroso apprendista? Sempre la capacità di concentrazione. Ma che differenza c'è tra la concentrazione del primo e del secondo. E' la continuità. La continuità di concentrazione del grande artista è omogenea. Da qui possiamo anche fare il parallelo con la musica stessa. Far sì che un insieme di suoni possa diventare musica, richiede che la fine sia contenuta nell'inizio e ogni articolazione sia in rapporto con l'inizio, la fine e il punto di massima tensione. La concentrazione è comunque uno stato tensivo, seppur legato a una condizione di rilassamento. E qui possiamo fare il paragone con l'emissione vocale. L'ideale emissione vocale è quella ove il fisico non interagisce con il suono se non nella sua condizione di passività, cioè è l'involucro che permette il passaggio del suono, mediante una produzione sempre passiva da parte delle c.v., ammesso che le condizioni respiratorie abbiamo il sufficiente grado evolutivo per sostenere quel o quei determinati suoni. Ciò, però, che rende artistica la voce ed esemplare il canto, è la mente artistica. La mente artistica è la mente scevra dai pensieri concettuali, quindi la mente "concentrata" sull'azione. La concentrazione della maggior parte dei principianti, ai vari livelli, è la discontinuità, potremmo dire perennemente distratta. La distrazione è la divisione del cervello. L'esempio più semplice e universale è quello della lettura; quando a un certo punto leggendo un libro ci fermiamo perché ci rendiamo conto che non abbiamo realmente letto niente delle ultime righe o addirittura intere pagine e dobbiamo rileggerle. La nostra mente, in quel frangente, se n'era ita a spasso. Magari stava anche solo riflettendo su ciò che avevamo letto poco prima, però, di fatto, ci ha impedito di leggere realmente ciò che è venuto dopo. Il fenomeno è quasi inevitabile quando ciò che stiamo facendo, vuoi suonare, vuoi leggere, vuoi ascoltare, ci interessa poco, non ci piace, non lo comprendiamo. Il motivo per cui a scuola gli insegnanti insistono affinché si studi a voce alta, è anche dovuto a questo. Dovendo leggere e parlare (e ascoltare), la mente è molto più impegnata e più difficilmente si distrae, ma non si creda che sia la soluzione definitiva; anche in questo modo essa sa prendere strade parallele e quindi evitare la fatica. Già, perché la concentrazione per la mente è un lavoro molto dispendioso. Riflettiamo: qual è la cosa che noi tutti riteniamo mentalmente più difficile? credo non ci siano dubbi: non pensare! Se il pensare ordinariamente inteso fosse una cosa impegnativa, sarebbe molto facile non farlo, non avremmo particolari problemi. Invece per la mente avere questa "divagazione" continua è uno stato di rilassamento. Questo perché i nostri pensieri in realtà, per la maggior parte, sono solo passeggiate. Con questo non c'è da fare tutt'erba un fascio, ci sono pensieri che impegnano e richiedono concentrazione. Ma questi ci occupano solo per un tempo limitato, occasionalmente. Chi svolge continuativamente un'attività artistica ad alto livello, invece, si impegna e occupa molto tempo a una vera concentrazione, e può arrivare a risultati di incredibile altezza nel suo campo.
Qual è lo scopo di questo post? Cercare di dare qualche consiglio a chi inizia lo studio del canto, ma anche chi già lo pratica a un certo livello. La credenza comune è che i progressi si facciano con la pratica... e basta. No, la pratica è indispensabile, ma solo se accompagnata dal necessario stato di concentrazione. Se noi facciamo esercizi per un lungo tempo, è molto probabile che si facciano dei progressi, ma questi li dobbiamo considerare MECCANICI. Quando qualcuno dice: "ah, sì, poi questa cosa poi diventa automatica", mi suscita un certo nervosismo, perché non è e non deve essere questo l'obiettivo. Assimilare e far diventare automatico, sono due cose diverse. Quando noi facciamo regolarmente un certo percorso stradale, il giorno in cui dobbiamo andare in luogo diverso, ma che richiede una parte dello stesso percorso, rischiamo di tornare dove andiamo di solito, perché la nostra mente è distratta e agisce automaticamente. Si comprenderà che questo è un errore. Noi non dobbiamo agire meccanicamente, ma coscientemente, e ciò che ci permette di agire coscientemente è la concentrazione. Cosa significa concentrarsi per chi è agli inizi? Significa agire univocamente nei confronti di quanto dobbiamo (e vogliamo) fare. La maggior parte degli allievi quando deve fare un certo esercizio, ha la mente sdoppiata, in parte è impegnata nell'azione, in parte verifica e giudica. Nelle filosofie buddiste si ripete quasi incessantemente nelle varie pratiche il termine: "non duale". Mettiamo che debba pronunciare delle sillabe su cinque note. Per la maggior parte dei casi, dopo 3, 4, le ultime sono molto spesso "abbandonate", quindi vengono quasi sempre male. In molti casi succede che avendo controllato le prime 2 o 3, ha notato qualcosa, e già vuole dirlo, senza però interrompersi, e quindi le successive sono del tutto incoscienti. La concentrazione non vuole giudizio!
Se ogni nota che si fa si giudicasse, si toglierebbe concentrazione dal suono successivo. Concentrazione significa fare bene nel PRESENTE. altrimenti si resta nel passato. Se ci sono da fare cinque note, le si devono fare meglio che si riesce. Se si avverte un errore importante, ci si ferma, si può ricominciare o attendere la valutazione e il consiglio dell'insegnante, se non si è sicuri del tipo di errore che si è fatto. Se ci si è impegnati a far bene tutto l'esercizio, si ascolterà la valutazione e si andrà avanti o si ripeterà secondo le indicazioni dell'insegnante. Concentrarsi cosa vuol dire? Vuol dire rilassarsi ed emettere frasi, sillabe o altro previsto dall'esercizio cercando la naturalezza, evitando ogni affettazione e sforzo. La concentrazione TRANQUILLIZZA! anche se può sembrare il contrario. Essa ci dà la sicurezza di ciò che stiamo facendo; non che il risultato sia scontato, ma che è la strada, l'unica, per arrivare all'obiettivo. Allenarsi senza concentrazione significa vivere nell'incertezza, perché la mente non sa cosa stiamo facendo e dove vogliamo andare. Il giusto esercitarsi concentrato è un po' una meditazione, e la meditazione non è non pensare, ma concentrarsi su una cosa. La cosa su cui concentrarsi è, ad es., la sillaba, la frase, la vocale, che dobbiamo dire. La semplicità è la strada migliore per la concentrazione, perché ci sono soltanto uno o due parametri su cui focalizzare l'attenzione (pronuncia e intonazione, se è un esercizio cantato). Come mai la maggior parte delle volte non c'è la pronuncia? non c'è, ovvero è carente o molto carente, perché la concentrazione non è sufficiente. Questa purtroppo è la differenza tra chi ha una capacità molto elevata e chi più lieve. Però è un dato migliorabile. Non si deve pensare che si sia negati o limitati, la concentrazione si può molto migliorare. Molto spesso ogni persona ha dei campi in cui riesce a concentrarsi molto e a lungo, ma non sa farlo in altri campi. Allora si può provare a "traslare" questo stato concentrativo nell'altro campo, concentrandosi nella cosa che ci viene meglio e occupandosi subito dopo dell'altra. La concentrazione è uno stato difficile da descrivere (non concettuale) e quindi da applicare in modo spontaneo e, per l'appunto, meccanico. Ci vogliono condizioni che dipendono da diversi fattori, non tutti coscientemente riconoscibili. Quindi la strada migliore è di attivarla nel campo che ci è più congeniale e trasferirla rapidamente ad un altro.

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