Translate

venerdì, febbraio 21, 2020

Il fiato morbido

Tutte le "manovre" normalmente consigliate dagli insegnanti di canto specie nei primi tempi di studio, tendono a schiacciare, strizzare (termine usato da Celletti, che Dio l'abbia in gloria), premere, stringere... il fiato. Convinti che il fiato debba essere premuto contro le c.v. per produrre più suono. Allora dagli con i libri sulla  pancia, con le pressioni in dentro o in fuori, le sollecitazioni dal basso ventre e chi più (schifezze) ne ha, più ne metta. Colpi di petto, colpi di gola, pressioni dall'alto o dal basso... tutti artifici che non fanno che peggiorare la qualità. Purtroppo possono anche provocare qualche risultato che ai poveri di spirito può apparire importante, ma, per contro, può anche provocare danni. Ma quando è così è sempre l'allievo che non è pronto, che non ha talento, che non ha capito, e via dicendo. Viceversa, la cosa più intelligente e consona, è lasciare il fiato morbidamente adagiato sul suo comodo letto, che è il diaframma, il quale è sempre molto nervoso, si agita parecchio già per i fatti suoi, e non è molto astuto andarlo a provocare con spinte di qualunque tipo. A parte questo, il fiato premuto non può svolgere convenientemente il suo lavoro, perché premendo sulle corde vocali ne provoca il sollevamento e l'impossibilità di vibrare correttamente. E questo è uno, ma il fiato teso non può neanche provocare un suono bello, ma risulterà violento, troppo veloce, quindi suoni aspri e poco eufonici. Il fiato disteso, rilassato, morbido, darà vita, invece, a bei suoni rotondi, omogenei, ampi, sonori, ricchi. Come adagiarsi su un sofà con bei cuscini, o meglio ancora, su una soffice nuvola. Al contrario sedersi su un pezzo di roccia... cosa preferite?

Nessun commento:

Posta un commento