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giovedì, marzo 12, 2020

i passaggi infiniti

Dal punto di vista fisiologico comune, l'uomo è strutturato con due registri vocali fondamentali. Non importa come si chiamano, l'importante è non soffermarsi sull'ipotesi che uno si chiami "petto"perché risuona nel petto e l'altro "testa" perché risuona in testa. Questi sono dati secondari che non riguardano l'educazione vocale. I cosiddetti registri ci interessano in quanto richiamano due diverse configurazioni delle corde vocali. Come ripeto, a livello comune le configurazioni possibili sono solo due; la cosa particolare e interessante è che esse sono SOVRAPPONIBILI, cioè è possibile eseguire molte note in uno o nell'altro atteggiamento delle c.v., però è evidente che il primo registro riguarda in particolar modo il settore centro-grave (atteggiamento di c.v. "spesse", nella parte centrale), e l'altro il settore centro-acuto (atteggiamento di c.v. "sottile" principalmente sul bordo). Altro dato fondamentale, è che sono entrambi importanti ed è sbagliato dare minore importanza all'uno o all'altro. Se i registri fondamentali sono due, nella Storia si sono create confusioni a causa della terminologia, ma anche perché esistono altre possibilità di ottenere suoni che però non possiamo far rientrare nella logica dei registri. Mi riferisco ad esempio agli armonici, molti dei quali possono avere consistenze non esigue e quindi essere confusi con i fondamentali, oppure ai "fischi" che qualcuno può ritenere ancora appartenenti al registro sovracuto. Se l'educazione vocale può passare attraverso un uso singolo e ordinato di ciascuno dei due registri, l'evoluzione comporterà l'abolizione di ogni confine e di ogni specificità, per raggiungere una omogeneità perfetta. Alcuni pensano che per omogeneizzare la voce basti... non pensarci. E' un'illusione, anche se alcune persone particolarmente dotate hanno fin da subito una capacità straordinaria di armonizzare il centro con gli acuti. Ciò non deve significare che basta "fregarsene" della questione, ma al contrario prenderne coscienza ed esercitarsi sempre con il dovuto impegno. I registri disgiunti esistono in quanto è la nostra respirazione che li tiene in vita così. Chi non avverte una divisione è perché ha una respirazione privilegiata, indirizzata a un canto di alto livello, che però non significa avere già una respirazione artistica; l'istinto non sopporterà a lungo un utilizzo così straordinario del fiato senza che esso sia stato disciplinato, e col tempo creerà problemi sempre più macroscopici. Purtroppo questo è ciò che capita proprio ai "talenti", che pensano (o a cui viene fatto credere) di avere già tutte le carte in regola per fare una lunga importante carriera. Ma prima o poi dovranno farci i conti, che spesso... non torneranno.
Dobbiamo aggiungere un piccolo tassello. Mentre nei maschi ci sono gli evidenti due registri e quindi nelle scuole "tecniche" si insegna a passare da un registro all'altro con determinate manovre, nelle donne la cosa suscita più confusione. In moltissime scuole vige la credenza che il passaggio si debba fare circa un'ottava sopra i tenori, che per la scrittura abituale della parte dei tenori un'ottava sopra in chiave di violino, a qualcuno può sembrare la stessa. Quindi se i tenori passano sul fa3, che nelle parti di tenore è sul quinto rigo, molte pensano che il loro passaggio sia egualmente lì, che però è il fa4. Questa è una sciagura, per due motivi: intanto per la donna in quella zona non esiste nessun passaggio, in secondo luogo se esiste qualcosa, di cui ora parlerò, non è certo sul fa4. Intanto ribadisco che la zona dove i due registri si "incontrano" più opportunamente, per maschi e femmine, è nella zona compresa tra il Re e il Fa3, quindi un'ottava sotto quello che pensano molte donne e molti insegnanti, maschi o femmine che sia. C'è però una particolarità che riguarda principalmente le donne, e cioè che sul Re4 E NON OLTRE, c'è un punto particolare, di cui bisogna tener conto. Non è un passaggio, perché non esiste un altro registro, cioè una diversa configurazione delle c.v., ma il registro superiore non può più sovrapporsi con quello inferiore, cioè resta individuale, e questo richiede un po' più di energia. Per cui per un certo periodo può essere necessario prendere dei provvedimenti per affrontare questo punto, e quindi comportarsi COME SE fosse un passaggio, ma avendo coscienza che non lo è, e col tempo non ci sarà più necessità di alcun pensiero particolare. Proprio perché non è un passaggio, è un punto uguale per tutte le classi femminili, quindi il Fa4 è da considerarsi alla stregua di un passaggio per contralti, mezzi e soprani.
Ci sono alcune conseguenze relative al fatto che questa situazione non è nota o è particolarmente confusa. La più diffusa è che sia necessario per tutta la carriera fare un "passaggio" di registro, cioè provocare mediante delle manovre o atteggiamenti vocali particolari, un passaggio dal registro inferiore a quello superiore (mentre è molto meno preso in considerazione quello inverso); questo riguarda quasi esclusivamente il mondo maschile. L'altra altrettanto diffusa, che riguarda invece preponderantemente il campo femminile, è di non attaccare se non per assoluta necessità il registro inferiore, ma di utilizzare solo quello superiore. In questo senso, molti pensano che il registro di petto nelle donne non sia veramente un registro ma un atteggiamento pericoloso, mentre i due registri siano quello centrale fino al Re o Fa 4 e poi quello acuto. Come s'è detto, invece, esiste un solo registro che riguarda dal centro fino agli acuti e uno centro grave. La confusione è in gran parte dettata dal fatto che nelle donne il registro inferiore è alquanto limitato, perlomeno in campo lirico, mentre in altri stili musicali è utilizzato anche al 100%. Il registro inferiore infatti può essere utilizzato più o meno efficacemente anche sino al do4 e in alcuni casi anche oltre, anche se con seri rischi. Nelle voci particolarmente sviluppate, il registro centrale diventa difficoltoso già dal sol3 e gridato nelle note superiori; ciò non significa che debba essere del tutto ignorato. Quindi per le donne è bene ricordare che per l'educazione vocale la nota di passaggio deve essere considerata il fa3, come per i tenori (cioè realmente quella sul fa in primo spazio, che sarebbe anche l'inizio del settore acuto per loro, se non ci fosse l'abitudine di scrivere le loro parti un'ottava sopra). Cosa vuol dire "passaggio"? Non vuol dire fare "manovre". Io resto scandalizzato nel sentire (e a volte anche vedere) cantanti che arrivando in certi punti della tessitura fanno come "cucchiaiate", cioè "girano" la voce portandola dal basso verso l'alto con un movimento rotatorio all'indietro. Eppure molti lo fanno in modo anche assai evidente senza che nessuno provi il minimo disturbo. Passare significa in primo luogo "alleggerire"! Però non tutti riescono a entrare nel registro superiore subito alleggerendo, e questo perché l'atteggiamento della corda "sottile" richiede molta più tensione, e quindi è più impegnativa da mettere in vibrazione, specie per gli uomini. Questo comporta che per un certo tempo non sarà possibile per loro accedere al registro acuto alleggerendo, o meglio, sarà possibile ma non in voce piena. Non mi soffermo sul periodo iniziale, perché questo riguarda la fase più difficile e peculiare dell'insegnamento, che non può essere descritta senza incorrere in interpretazioni e confusioni, e che in ogni caso compete alla sensibilità e preparazione dell'insegnante. Nella fase più avanzata, invece, quando si può cominciare a parlare compiutamente di una omogeneizzazione della voce, e dell'eliminazione di ogni limite settoriale, qualche indicazione si può dare. Purtroppo capita che iniziando gli esercizi dal settore grave, molte donne, con la paura di uno "scalino" non passino realmente al registro superiore. Ma questo capita anche perché nell'ultimo settore, quello tra Do e Mi3, spesso spingono, danno voce, e questo effettivamente creerebbe un mutamento di intensità e colore eccessivo, e pure una specie di singhiozzo. Quindi per poter arrivare a un passaggio "indolore", è necessario che già dal do3 si alleggerisca l'intensità, pur senza passare subito. Per contro, bisogna stare molto attenti, poi, di non continuare con un registro inferiore alleggerito, che può costituire realmente un pericolo (mi sono già capitati numerosi casi in questa condizione). Al contrario ancora di questa situazione, c'è la discesa. Le donne una volta entrate nel registro centro-acuto, non lo vogliono più lasciare quando discendono, e continuano a permanere in questo atteggiamento anche sulle note inferiori al Fa3, costituendo una voce falsa, inappropriata, salvo casi piuttosto particolari. Ma questo anche per un erroneo consiglio di molti insegnanti, che con l'idea della "voce alta", fanno spingere dal basso, e la laringe permane in quell'atteggiamento, che è fuori luogo. Quando si scende non bisogna aver alcun timore a rientrare nel registro inferiore, anche qui non cercando una voce troppo maschile e forte, ma nuovamente una voce compatibile con quella sottile e leggera che si sta lasciando, ma senza pensare "alto", perché crea tensioni muscolari inappropriate e un sollevamento del fiato.
Siccome la fine della storia è che non ci saranno più registri e passaggi, occorre considerare che, tranne le note più gravi, e quelle superiori a partire dal re4, in tutta la gamma compresa tra il do3 (magari anche un paio di semitoni sotto) e il do#4, la corda è come se avesse una vibrazione unica, con percentuali di interessamento diverso a seconda delle frequenze ma anche dell'intensità e del carattere. Se si alleggerisce la voce prevarrà un po' di più la porzione di corda sottile; se si richiede più carattere, più intensità, in una zona non troppo acuta, prevarrà la porzione di corda spessa, in un equilibrio mirabile, elastico, a completa disposizione dell'esecutore, che non agirà direttamente, ma semplicemente per volontà. Questo però si tenga conto che è UNICAMENTE frutto di una sapiente educazione vocale-respiratoria. Quindi, partendo da note centro-gravi, noi a ogni semitono è come se "passassimo" a un registro superiore. Non è vero, ma questo ci porta ad alleggerire e quindi a consentire di far intervenire la porzione di corda più sottile, e viceversa scendendo dare un pizzico di intensità in più per sollecitare l'intervento della corda più spessa, quindi passare all'infinito... senza passare mai!

6 commenti:

  1. Caro Fabio, innanzitutto grazie di pubblicare anche in questo momento delicato, per me è importante comunque leggere, approfittando dell'isolamento e l'inattività forzata x dedicarmi al canto (con non credo altrettanto entusiasmo dei miei vicini). Ti pregherei di pubblicare altri post sull'ascolto, qualche baritono? Scegli tu a caso, magari con cantanti del passato che non si risentiranno perché scomparsi. Sui registri avevi già scritto fiumi, ma qui salta fuori qualcosa che non era mai stato esplicitato: quello che io chiamo con tua scandalizzata disapprovazione "registro misto". Tu mi avevi già confermato a voce che le due vibrazioni cordali potevano non solo avvenire cantando le stesse note (do3 - do#4) ma anche contemporaneamente, cioè non solo testa/falsetto OPPURE petto, ma insieme. Questo osannato registro misto, panacea di molti insegnanti di canto moderno, perché dà alla voce un timbro morbido e naturale anche in note dove altrimenti si sarebbe costretti a un suono "lirico" (cioè intubato secondo la sciagurata scuola di lirica di oggi), secondo me, è un buon indice di qualità che permette di pronunciare e non far sentire passaggi, semplicemente, come scrivi, non alzando troppo il volume ed "esercitando la volontà" (altro concetto di questa scuola, profondamente vero, ma difficile da capire. A questo punto una cantante di musica leggera, molto brava, ma x me un po' costruita e cervellotica, scrive nel suo manuale che possiamo scegliere le percentuali di petto e testa da dosare in una nota. Questa è una teoria che anche tu in questo post mi confermi, ma io mi chiedo se non dovrebbe essere un risultato naturale, correlato appunto a una scelta di dinamiche?

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    1. Dunque, per quanto riguarda la richiesta di scrivere e pubblicare, che mi è stata fatta anche da altre persone, cercherò di accontentarvi; purtroppo in questi giorni ho avuto seri problemi con il computer e non ho ancora risolto tutto, quindi non prometto niente, ma ci proverò. Per quanto riguarda il secondo quesito, sì, è giusto parlare di percentuali. Il termine "misto" mi piace poco perché da quanto avevano scritto alcuni teorici, sembra che sotto ci sia il petto, sopra la testa e in mezzo il misto, mentre ritengo più corretto parlare di gradualità, però se uno ha capito il concetto, va bene anche definirlo misto, però anche così sembra un po' un concetto meccanico dove ci sono due sonorità mescolate, e si dimentica il nostro obiettivo fondamentale, cioè l'unificazione, dove non c'è più un tot di questo e un tot di quello, ma è così come deve essere, cioè "quel" suono, la cui origine "mista" non è regolata da noi, ma dalla nostra mente, in base alle esigenze musicali.

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  2. Altra domanda: cantare in registro misto e più in generale cantare fuori, cioè cantare giusto, richiede un dispendio di fiato maggiore e tu scrivi in un lontano post che l'istinto si deve abituare, infatti io arrivo in fondo alle frasi un po' a fatica rispetto al passato. Però ho notato che adesso, specialmente nel falsetto la zona della pancia "mi tira", una sensazione difficile da spiegare ma che alla fine dovrebbe corrispondere alla respirazione diaframmatica che rappresenterebbe la seconda fase dell'evoluzione vocale (prima di passare all'irraggiungibile respirazione galleggiante): cosa bisogna fare secondo te? Concentrarsi su questa reazione naturale del corpo, "assecondarla" o lasciare che il corpo lavori in autonomia?

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  3. Dunque, il dispendio di fiato può essere maggiore in una certa fase, che poi passa, e alla fine si spende molto meno fiato, è una questione di "efficienza" respiratoria. Quando l'istinto cede, basta pochissimo fiato per produrre i suoni.
    Hai fatto confusione, nella seconda fase la respirazione integrativa è quella costale, non la diaframmatica, che è invece bene usare all'inizio.

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  4. Mi segnali qual è il p i post che spiegano bene le diverse fasi? Così cerco di capire meglio

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    1. https://cantolirico.blogspot.com/2013/10/annullare-gli-antagonismi.html

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