L'espansione del suono è uno dei parametri fondamentali del far musica; ogni luogo ove si intende farne deve essere attentamente vagliato affinché essa possa nascere. È infatti grazie alle caratteristiche dello spazio se i fenomeni che costituiscono il "materiale" sonoro possono trovare la giusta relazione tra loro e quindi permettere alla coscienza di ciascuno di "ridurli" e trovare la continuità che al termine avrà permesso di unire l'inizio con la fine, quindi chiudere il cerchio e unificare. Questo è l'aspetto musicale sempre da tener presente quando si intende realizzare seriamente un evento musicale. Ma noi abbiamo anche un altro aspetto da vagliare, cioè l'espansione vocale. Un tempo era normale sentir dire non solo dagli esperti ma anche dagli appassionati: "quella voce corre". Oggi non lo dice più nessuno, anche per via del fatto che spesso in teatro ci sono i microfoni e quindi l'acustica è turbata e innaturale. Ma a parte questo, è difficile che le voci si espandano in teatro, per via del fatto che la gran parte degli insegnanti non fa che parlare di aspetti interni: laringe, faringe, corde vocali con tutti gli annessi e connessi, velopendulo, maschera, diaframma, pube, reni, muscolatura addominale ecc. La voce non si libererà mai di tutti questi lacci, rimarrà sempre prigioniera. Le antiche scuole a questi aspetti fisiologici e anatomici guardavano ben poco; la lezione verteva su ciò che si sentiva, su ciò che si creava esteriormente, e che andava corretto. Schipa in un brevissimo spezzone di un film, fa una lezione "laser" di canto ad Alberto Rabagliati, e cosa fa e su cosa insiste? Sulla "U" di una parola, che Schipa ripete diverse volte, ma che il suo alunno non riesce a riprodurre con la stessa esattezza. Poi ovviamente il film deve andare avanti, quindi la lezione finisce lì. Ma l'esempio è significativo. Non serve a niente parlare di cosa succede internamente, o meglio, è fortemente deleterio, una rovina. Però per lavorare sui risultati che si presentano momento dopo momento e correggerne gli aspetti negativi per far nascere quelli positivi, occorrono orecchie finissime e una capacità di introspezione molto acuta. Se la voce, ovvero ogni fonema, ogni vocale e consonante, si forma, chiara, limpida e morbida, esternamente, avrà ogni caratteristica automaticamente esaltata. Sarà nitida nella pronuncia, sarà ricca di armonici e risonanze, quindi sonora, sarà omogenea, non risentirà di alcuna differenza legata ai cosiddetti registri, sarà modellabile dinamicamente, sarà modellabile cromaticamente; in sostanza sarà del tutto sotto controllo, senza ripercussioni negative e infine, ma non ultima, avrà la caratteristica di espandersi omogenea nell'ambiente, per cui riempirà il luogo , anche se non è una voce potente, ma si sentirà e si capirà. Le voci antiche erano prima di tutto questo; non era fondamentale che fossero bellissime né fortissime, ma sonore sì, chiare nella pronuncia sì, che spandessero sì! L'arte non ha tempo, dunque il fatto che oggi siano cambiate tante cose, non toglie che una voce realmente artistica deve possedere queste caratteristiche. Certo che se poi è anche una voce di velluto e con elevati decibel, non guasta, anzi, anzi, anzi!
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