La nostra parola è una delle cose più libere che possediamo. Vocalmente, non riusciamo, spontaneamente, a cantare con lo stesso grado di libertà, anche se qualcuno ci va vicino, ma è impossibile per tutta l'estensione, e se anche qualcuno, chiamiamolo superfortunato, ha questa peculiarità, l'avrà solo per un tempo breve, perché non può possedere il grado di evoluzione del resto del corpo, quindi il corpo stesso lo osteggerà e in un tempo più o meno breve, lo ridurrà in pessime condizioni. Potrei fare molti esempi, da Di Stefano alla Souliotis, a tanti altri, anche sconosciuti, che hanno cantato per pochi anni, meravigliando, ma dovendo poi interrompere la carriera, ammesso che siano riusciti a entrarci, perché quel magnifico rendimento iniziale si è affievolito, sono iniziati i problemi e poi sono aumentati fino a "mangiarsi" tutto il bello. Il dato di fatto è che quella libertà non possiamo averla nel canto, se non creiamo le condizioni, i fondamenti, per poterla sostenere per tutto il resto della vita. Le condizioni, i fondamenti, sono l'arte del respiro, che non si guadagna facendo esercizi di respirazione, ma gli esercizi della parola perfetta, che può essere tale solo se ha sviluppato il relativo fiato perfetto. L'una, la parola, agisce come esigenza, e l'altro, il fiato, si sviluppa e si evolve, se l'esigenza è sufficientemente forte. La parola evoluta in sé, si porta poi avanti nella sua componente meno fisica e più artistico-spirituale, cioè con l'intonazione, ma sempre mettendo la pronuncia davanti a tutto. Affinché la parola sia davvero libera, non deve risentire di alcun impedimento, quindi non può che essere fuori, come la parola spontanea, anche perché la pronuncia impeccabile è impossibile internamente. Non deve essere spinta, schiacciata, forzata, "martellata", ecc. E si deve sentire, nella estrema semplicità, il grado di libertà. Purtroppo il canto lirico porta, per pessima imitazione, a essere distorto, modificato, deformato, per dargli una connotazione "lirica" in tempi insufficienti a far sì che la voce possa esprimere tutta la bellezza e il potenziale che possiede. La fretta è nemica dell'arte, ma i pessimi insegnanti si autopubblicizzano proprio puntando sulla velocità con cui promettono di sviluppare una voce. E invece creano difetti, spesso incorreggibili. La semplicità è sempre la strada maestra per l'arte.
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