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lunedì, agosto 06, 2007

consonanti e vocali

Potrei iniziare questo post, a continuazione dell'argomento, con una domanda (tanto per cambiare!): si può attaccare una vocale come fosse una consonante? Una gran parte di consonanti, come abbiamo visto, è un momento di occlusione e successiva liberazione di aria/suono. Possiamo individuare, quindi, un punto preciso di produzione della consonante, e anche facilmente. La vocale, al contrario, lascia imbarazzati molti studenti di canto, perché non ha, o sembra non avere, un punto preciso in cui il suono nasca. Oh, qualcuno già borbotterà! Eh si, perché tutti sanno dove nasce il suono: dalle corde vocali. E' così, però possiamo fare alcune osservazioni: 1) la rapidità con cui l'aria proietta il suono verso l'apertura ci può dare la sensazione che il suono nasca dove avvertiamo la tensione, in una "B" sulle labbra, ad es.; 2) lo spazio che occupa l'aria nel nostro interno. Quest'ultima frase lascerà un po' meravigliati. Che significa? Se io, in totale riposo e sovrappensiero, emetto un soffio d'aria, facilmente inspirerò, quindi farò risalire aria dai polmoni e la espirerò. Ma è possibile fare in modo che una certa quantità d'aria "ristagni" anche nelle vie superiori, cioè nel faringe e in bocca? E' possibile, è facile provare; con un po' di attenzione, si può fare in modo che una certa quantità d'aria sia sempre presente in bocca, e quindi se si vuole soffiare, basta schiudere un poco le labbra e buttar fuori quella che si trova in bocca. Questo è un vero esercizio che consiglio di fare, perché può dare una sensazione del tutto nuova e gradevole dei nostri meccanismi; facendo questo esercizio (e non è difficile), avrete una sensazione di apertura glottica e faringea, che è la stessa a cui possiamo mirare anche nel migliore canto. Ora, se è possibile che una certa quantità d'aria rimanga nello spazio sopraglottico, sarà possibile fare analogamente col suono(?) - ovviamente io dico di sì..! - Del resto non è pensabile che per ogni nota che si forma essa venga poi proiettata: il tempo di emissione sarebbe lunghissimo (e in effetti alcuni mediocri cantanti sono perpetuamente in ritardo nell'emissione), quindi la vibrazione dell'aria si ripercuote sull'aria già presente superiormente. Naturalmente esiste una differenza sostanziale tra l'aria "pura" e l'aria sonora, perché questa, a corde addotte, ha una pressione che si esercita, di norma, sulle corde stesse (pressione sottoglottica). Questo porta alla produzione del cosiddetto colpo di glottide e quindi a una emissione piuttosto violenta e che parte dalle corde stesse; come si può, quindi, fare in modo che il suono sia già "avanti", cioè nasca sulle labbra, e "galleggiante", cioè già "alto", morbido? Questo è un obettivo piuttosto ambizioso, ma che si può esercitare e comprendere fin da subito. In effetti ne avevo già accennato in qualche post precedente: creando un polo "alternativo" alle corde, cioè il palato duro "alveolare" o le labbra stesse, dove concentrare il punto di proiezione del fiato/suono. Se dico "bo", la "o" avrà buone probabilità che suoni già in posizione avanzata; se poi, come nel fiato "in bocca", io mi pongo con l'intenzione di avere anche l'aria-suono già in bocca, avrò buone probabilità di emettere un suono morbido e alto. Parlo di probabilità perché qui sto scrivendo, e per poter esercitare determinate posture vocali, occorre la constatazione diretta e la correzione immediata; inoltre ci sono una serie di pre-requisiti indispensbili: mancanza di difetti precostituiti, tipo ingolamento, e buona tonicità diaframmatica.

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