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sabato, aprile 16, 2011

Microscopio

Prendendo in prestito il titolo di una rubrica radiofonica di lirica per fare un analogo lavoro: analisi di un brano eseguito da una celebre cantante. Nel caso presente, Natalie Dessay, nella celebre aria di Violetta. Non è stata una scelta ponderata, ho preso un brano quasi a caso. So che la Dessay è celebre per un repertorio funambolico, dove ha dato prova di mirabolanti acrobazie, quindi anche se non è un'opera del suo repertorio usuale, l'ho scelta perché è possibile puntualizzare molte manchevolezze sul piano dell'imposto vocale, verso cui questo blog vuole orientare. Quindi ci tengo a precisare che non voglio distruggere un mito ma semplicemente prendere un esempio e analizzare i punti deboli in modo che chi legge può sentire e vedere nel contempo le mie annotazioni e valutare se sente ciò che sento io e quindi verificare lo stato di affinamento dell'udito.

Ovviamente parliamo di una voce splendida per colore, brillantezza, ricchezza.
Primo scoglio: la I di lui. Posso già anticipare che in quasi tutto il brano le I della Dessay sono gravemente difettose. Ho sentito altri brani e non ho colto un livello di difetto così marcato, quindi non so se è legato a quella sera o a quel periodo, però qui è così e ci serve da esempio negativo. Secondo punto: la prima A di anima, dove la mandibola s'inchioda (vedere) e il suono rimane schiacciato. Faccio notare che sarebbe possibile emettere una buona A anche sul sorriso e con la bocca semichiusa, ma deve essere maggiormente sul fiato, cosa che qui non è; notare, invece, come apre e dice bene la seconda A. Poco dopo capita nuovamente qualcosa di analogo: prima di salire alla I di "tumulti", la bocca si serra e il suono rimane schiacciato. Una preparazione del suono acuto che la mette in tensione e spezza la continuità del fiato. Nella ripetizione, il "nei" è decisamente ingolato, così come la I di "tumulti". La seconda frase è tutta sul difetto, con dizione assai sporca, approssimativa e mandibola contratta. E' interessante notare che prima di salire alla I di "occulti", si ripete esattamente lo stesso errore simmetrico notato in "tumulti". "Lui che modesto e vigile" è piuttosto schiacciato in gola. Forse c'era l'idea di dare un colore più scuro, o più metallico, ma il mezzo usato è penalizzante, più o meno la cosa continua nelle parole successive; farei notare che "destandomi", per emissione più leggera, subito migliora, ma sulla A di "amor" la mandibola torna a bloccarsi. Poi un difetto che tornerà anche successivamente: nella O tenuta, l'intensificazione avviene sollevando verso l'alto, al punto che sembra alzarsi sulle punte; un errore perché porta verso lo spoggio. La E di "quel", e la I di "palpito" risultano gutturali e la frase ne risente; idem la E di "intero"; il primo misterioso, piano, è bello e ben proiettato, il secondo nuovamente condizionato dalla I indietro; belle anche le frasi successive, salvo poi rovinare un po' tutto quando arriva "al cor", cui forse vorrebbe dare più corpo, ma lo fa "gonfiando" in gola, e portandosi dietro il suono. Fraseggi strani con spezzettamenti di parole!! Sulla I di delizia, prima della fine della prima parte dell'aria, si sente che quando la attacca piano è abbastanza pulita e corretta, ma cercando di rinforzarla la porta indietro, forse pensando di darle più spazio, ma in realtà ingolandola e imbruttendola. L'attacco e tutta la frase "sempre libera" è mediocre; la foga di voler dar suono, timbro, la porta a irrigidire tutto, quindi togliendo libertà, purezza al suono. Si noti come la mandibola sia perennemente bloccata. E' interessante anche notare che va all'acuto non con la I di "ritrovi" (circa 3'16), che probabilmente le fa paura, ma con la O (che apre ad A, comprensbilimente), ma poi combina egualmente un disastro scendendo sulla I ingolatissima; sembra di vedere chiaramente (io lo vedo dalla postura) come risulti schiacciata sulla parte posteriore della mandibola. Nell'agilità acuta si trova molto a proprio agio, e si rivela il fatto che non stando a lungo sulle note, non dando tempo quindi all'istinto di intervenire, tutto risulti più cristallino e facile; però si nota egualmente che quasi tutte le E che si trovano in fine di parola (pensier) sono "basse"; in linea di massima anche quando scende su note un po' più basse la vocalità ne risente negativamente; il sovracuto è bello, ampio, la bocca ha l'armoniosità che deve avere quando non ci sono problemi. L'unica cosa è che si nota una tendenza ad alzarsi, che non è tra le più sane perché può indurre anche una risalita diaframmatica. Non faccio commenti di sintesi, perché non è lo scopo di questo post.

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