Una civiltà progredita porta con sé una respirazione che è relativa alla civiltà in atto, cioè una respirazione carente, perché l'uomo adagiandosi nel benessere tende ad impoltronirsi. Abbiamo osservato che la respirazione comune o naturale è sempre carente o difettosa quando questa viene usata per alimentare i suoni
Una osservazione tanto semplice quanto acuta e importante. Le condizioni di vita umane mutano nel tempo, perché l'uomo tende a creare benessere, e il benessere porta a una diminuzione dell'impegno fisico, e di conseguenza la respirazione, che, insieme all'alimentazione, fornisce energia all'attività, risulta più carente rispetto al passato, e di questa carenza ce ne accorgiamo maggiormente proprio in quelle attività come il canto dove il respiro non è solo di tipo fisiologico ma riveste un ruolo ben più pregnante.
e quanto più noi cerchiamo di impegnarla a superare il difetto, tanto
più essa lo accentua perché non supera l'istinto ma lo pone in
condizione di organizzarsi in difesa e ne accresce la resistenza.
Come già in diverse occasioni sottolineato, la tecnica, e soprattutto una tecnica meccanica non solo non può risolvere realmente alcun difetto, ma lo pone in condizione di sviluppare maggior resistenza. Se apperentemente sembra di aver superato i problemi, si deve alla tolleranza dell'istinto, cioè sarà questione di tempo, ma essi appariranno.
E' vero che la reazione sviluppa l'azione, ma solo entro i limiti di concessione istintiva. Ciò favorisce ma anche inganna certi soggetti rispetto ad altri, sia perché le costituzioni fisiche sono diverse, sia perché vi sono condizioni ambientali diverse, sia perché vi sono aspetti congeniti o sensori, specialmente uditivi; condizioni tutte, queste, che si allacciano, poi, a una certa disponibilità 'vocale più o meno spiccata.
Quanto scritto vale per tutti, siamo tutti sottoposti alle stesse leggi, ma allo stesso tempo ci possono essere diversità anche spiccate; questo trae in inganno, perché ci si sente dei privilegiati (e in un certo senso è vero, ma non si è invulnerabili!).
Diventa ovvio che per abbinare il perfetto al perfetto è indispensabile unire l'educazione per la formazione dei due apparati: uno, quello VOCALE O FONICO che deve diventare appropriato ad ogni soggetto, libero in tutta la sua azione, cioè libero da ogni e qualsiasi impedimento; l'altro, l'apparato RESPIRATORIO, deve sganciarsi dalla sua abituale funzione e trasformare la propria meccanica in azione fonica.
Qui abbiamo uno dei concetti chiave espressi mirabilmente dal m°. Più si percorre la strada del canto artistico e più ci si avvede di come questi pensieri siano veri, reali, condivisibili.
Tutta la gamma dei suoni possibili deve diventare talmente
libera da costituire un flusso mentale svincolato da ogni e qualsiasi
esigenza istintiva. Deve diventare, cioè, un perfetto "archetto" che opera sulle corde vocali, agendo su di esse in rapporto alla perfetta esigenza di ogni richiesta di suono, affinché non intervengano deformazioni organiche di nessuna specie. Ne consegue che non si può insegnare a cantare e a ben formare lo strumento vocale scrivendo, così come non si può insegnare a ben respirare teoricamente. Se fosse sufficiente, per ben cantare, studiare testi sul canto o di anatomia e fisiologia, il problema sarebbe di facile soluzione o non si presenterebbero affatto.
Infine un pensiero critico, che non è da sottovalutare:
Il nostro intento è di orientare, ma spesso temiamo di andare ad accrescere la già tanta confusione esistente.
Ciao Fabio, effettivamente queste considerazioni di Antonietti, il tuo maestro permeano tutta la trattazione del blog fin dai primi post.
RispondiEliminaChe dire, se ciò è del tutto vero, non mi stupisco di come quando dopo che mi sembra di aver fatto dei progressi ed essermi anche annotato tutto, quello stesso approccio tende poi a non funzionare più con la stessa efficacia. Davvero l'organismo e l'istinto sviluppano una resistenza? E' davvero come se dicesse che non sei fatto per trascendere i registri e ti riporta alla realtà dei registri scissi, con un po' di tolleranza per la copertura.
... ma l'uomo non è solo carne, ossa, cartilagini, cioè fisicità, istinto e quotidianità, ma anche pensiero ed evoluzione, se davvero lo vogliamo e ci mettiano nelle condizioni per superare tutto ciò. Il corpo è e sarà sempre un "avversario" tenace, ma con il dovuto rispetto possiamo, nei dovuti limiti, andare oltre... fino al non oltre!
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