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martedì, maggio 05, 2015

Del suono fisso

Non mi sono mai soffermato sulla questione del suono cosiddetto fisso, per cui, anche su stimolo di qualche commento, provo ad approfondire, iniziando da alcune analogie. Gli strumenti a fiato hanno un funzionamento parzialmente simile a quello vocale, e così pure l'organo, che fu inventato centinaia di anni fa. In nessuno di questi strumenti è stato introdotto un modo "vibratorio" continuo per qualificarne il suono, salvo un effetto che negli strumenti a fiato si chiama, in italiano, "frullato", e qualcosa di simile so che avviene anche in un registro d'organo, utilizzato piuttosto raramente. Secondo alcuni studiosi il vibrato fu introdotto negli strumenti ad arco alla fine dell'Ottocento. Contemporaneamente effetti simili compaiono anche in altri strumenti. Altri storici ipotizzano che i cantori antichi avessero voce fissa, e pertanto inventassero il vibrato inteso come abbellimento, oppure le "diminuzioni" cioè la frammentazione di una lunga nota in tante più corte che fungessero da ornamento. A mio modesto parere queste sono tutte colossali sciocchezze. Però che la voce fissa esista è un fatto, e sono abbastanza convinto che ci sia una motivazione che spieghi perché i cantanti ottocenteschi, di cui abbiamo ancora registrazioni di inizio Novecento, spesso fossero affetti da un vibrato piuttosto evidente, non di rado persino fastidioso. Peraltro ho letto nelle cronache ottocentesche critiche alquanto feroci rivolte a cantanti il cui vibrato fosse troppo evidente. D'altro canto nei grandi cantanti, riconosciuti tanto allora quanto oggi, io non scorgo alcun vibrato. Ho riscontrato in allievi giunti alla mia scuola da altre esperienze la presenza di un vibrato artificiale, e la sua eliminazione non è stata per niente facile. Cos'è il vibrato? come può nascere o prodursi, che conseguenze può avere, nel bene e nel male, e cosa si può dire del suono fisso? Il vibrato può caratterizzare una variazione di intensità o di frequenza, anche se le due cose in genere sono compresenti. Cosa può generare il vibrato? Sostanzialmente due cause: la componente laringea o quella respiratorio-diaframmatica. La laringe, ovvero qualche cartilagine (tipo le aritenoidi) o qualche legamento o muscolo, può presentare una debolezza o rispondere a impulsi nervosi che provocano il fenomeno. Questo tipo di vibrato, che solitamente è fastidioso, può denotare una patologia, ma che può rimanere ferma nel tempo, oppure, in alcuni casi, può degenerare, quando rispecchia una debolezza muscolare, che richiede esercizi di tipo logopedico mirati (che naturalmente può svolgere anche un valido insegnante di canto). Tutt'altra cosa è la vibrazione di origine respiratoria e più precisamente diaframmatica. Questa è ben più pericolosa, ed è quasi sempre volontaria. Perché pericolosa? E' semplice: ci si esercita a lungo per far sì che il diaframma mantenga una posizione ferma e bassa (per quanto non premuta), e poi ci mettiamo a sollecitarne una oscillazione? Perché purtroppo il destino di una simile pratica può essere, per l'appunto, una oscillazione sempre più larga sia di intensità che di frequenza, con movimenti che possono arrivare addirittura al tono e anche più! Questo difetto è considerato una obsolescenza senile, ma una buona salute vocale non porta a questi eccessi. Credo esista una patologia, che (non sono medico quindi è una mia illazione che potrebbe essere errata)suppongo investa il nervo frenico (quello che causa il singhiozzo quando irritato) e sia causa di un vibrato molto angosciante (mi pare di averlo notato in questi ultimi tempi in alcuni interventi della grande attrice Franca Valeri). Un vibrato indotto dal fiato-diaframma significa una serie di iperpressioni e ipotensioni gravanti sulla laringe, quindi, oltre a un indebolimento che viene indotto nel diaframma, provocare vibrazioni in questo modo può avere ripercussioni anche sulla laringe da non sottovalutare. Dunque, posto che, per il sottoscritto, il vibrato indotto volontariamente è da evitare, vediamo come considerare il fenomeno nel suo complesso. Prendo adesso in esame il suono "fisso". Anch'esso può essere provocato volontariamente, oppure provocato con emissione scorretta. Può essere che un flusso aereo costante possa generare un suono fisso? E' possibile nel caso in cui vi siano errori di emissione. Se la vocalità è corretta, il suono risultante non sarà fisso. Perché? Perché il valido, equilibrato, eufonico funzionamento dello strumento vocale, a partire dalla corretta alimentazione respiratoria, genera una serie di arricchimenti che si dipartono fin dal ventricolo del Morgagni, appena sopra le corde, a tutti gli spazi oro-faringei, alle cavità superiori, ai microspazi ossei, alle elasticità dei tessuti che, vibrando per simpatia, generano a loro volta suoni secondari e risonanze. E tutto ciò senza aver ancora fatto menzione degli armonici e della famosa, mitizzata, formante del cantante. Tutto ciò crea una massa sonora preziosa, affascinante, che forma la base di quel flusso che deve alimentare la produzione vocale (inteso come dizione vocale). Il suono fisso nacque e si diffuse quando si intese dare maggiore intensità, potenza, al suono di voci e strumenti, e cioè PREMENDO! Esercitando pressione, spinta, sulle corde degli strumenti ad arco o di quelle vocali, si sono impediti o inibiti quei movimenti elastici che favoriscono l'insorgere di ricchezza armonica, risonanze e armonici, tutto quanto, unendosi al suono fondamentale crea una stupenda e naturale sensazione di vibrazione, ma evitando che il suono fondamentale si "muova", cioè oscilli, che è da considerare un difetto, salvo nel caso di un effetto tipo trillo. Nelle riflessioni storicistiche, basate talvolta su interpretazioni molto discutibili di testi d'epoca, si è ritenuto di distinguere i suoni fissi dai vibrati intendendo con questi ultimi denotare abbellimenti e diminuzioni. A mio avviso, se proprio si volesse dare attuazione a un pensiero che distingua il suono "fermo" da quello mosso, non dovremmo contrapporre suoni fissi e vibrati, ma suoni di naturale vibrazione a suoni volontariamente articolati nella frequenza (trillo moderno) o nell'intensità (trillo antico, ribattuto). Non approvo quasi mai le "interpretazioni" musicali barocche dove in strumenti e voci si sta imponendo questo sistema. Se poi si scoprisse che veramente tale musica si eseguiva così, beh, sarei contrario lo stesso. Senza stravolgere le timbriche, gli stili e i fraseggi, certi dettagli storici ritengo che siano da lasciare a quei tempi. Le intonazioni delle scale e le accordature antiche, oggi risulterebbero spesso intollerabili, e infatti raramente vengono utilizzate. Perché dunque imporre un metodo esecutivo ben poco piacevole e di scarsissima utilità pratica? Si vorrebbe riprodurre il modo esecutivo antico, ma questi alla fine risultano solo escamotage per vendere dischi e concerti di musicisti che non sempre si contraddistinguono per reale compotenza MUSICALE, e non solo di prassi (per quanto importante e nobile) e morfologia. Aggiunta: Ci sono alcune altre situazioni che possono causare suono fisso: beh, forse ho proprio dimenticato quella più banale, e cioè la grave carenza respiratoria (rispetto al canto) che è frequente in chi inizia lo studio, ed è con l'esercizio evolutivo del parlato che si ha miglioramento costante. Altro caso molto frequente di suono fisso si verifica con il suono cosiddetto "indietro". Come sappiamo, anche se per molti incredibilmente non è così - cioè credono che non sia così - il suono esce dalla bocca! In questo percorso il suono incontra il palato anteriore e i denti, che offrono un importante punto di amplificazione grazie al collegamento con ossa e cavità superiori. L'aumento di pressione che si origina per la volontà di aumentare l'intensità oppure per salire nelle zone acute della gamma, provoca un tendenziale "raddrizzamento" del "tubo" sonoro, che si porta nel palato interno e fino a quello "molle". Sostanzialmente possiamo dire che se il suono non giunge alla parte anteriore della bocca, viene inibito lo "sfogo" respiratorio-vocale; si crea cioè una contropressione sulla laringe (dall'alto, cioè dalla bocca verso il basso) che blocca la naturale vibrazione. Insomma la voce fissa è, in un modo o nell'altro, sempre una questione di pressione erronea, da relazionare sempre con la giusta direzionalità, che è quella verso l'esterno, e il costante e regolare flusso. Credere alle fandonie che è sfruttando volontariamente la parte interna o movimenti vari che si ottiene migliore e più efficace voce porta a vari difetti, tra cui il suono fisso.

16 commenti:

  1. "D'altro canto nei grandi cantanti, riconosciuti tanto allora quanto oggi, io non scorgo alcun vibrato"... quali?

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  2. Mi dispiace che divergiamo su questa questione. Il concetto di vibrato "indotto" è decisamente messa da te giù in modo credo volutamente negativo. Dato che ammettiamo essere la voce vibrata in linea con un gusto relativamente attuale, non vedo perché questa componente della voce debba essere lasciata "al caso"... caso e Natura non son la stessa cosa

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  3. Devo dire che nessuno degli insegnanti che ho frequentato mi ha parlato del vibrato inteso attivamente, e quando l'hanno fatto è stato in senso negativo. Gigli, Schipa, Tamagno, De Luca, Pagliughi, Stracciari, Price, Filippeschi......... Io non ho mai neanche provato a vibrare, ciononostante non ho voce fissa né qualcuno mi ha mai indicato questo difetto, e lo stesso vale per i miei allievi (di cui tu ne conosci uno, aveva voce fissa?). Ciao. Se divergiamo in qualcosa non è poi un dramma... :)

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  4. Hi Favio ! Your post is great. I read each one of them. Also I have recommend it to some friends because I truly think everithing you qrite here makes a lit of sense to me and to the art of singing
    I know this has nothing to do with the last post you wrote. I have made a couple of comments on other post before, so you might remember me. I am from Mexico Anyway, I would like you to ask you for some help regarding my singing in a chorus I find this awful difficult. Trying to blend my voice with the chorus has become very frustrating since I can not hear myself, therefore I start pushing the voice like crazy. This act has desastrous consequences on my voice because I get sort of a sore throat by the end of the performance. My question is.... what do you recommend me to do, especially if I am to sing a solo on that same performance? PS. Please let me know if I could get in contact with you in a private way since I would not like the other bloggers to read and would like to ask you about other matters regarding your teachings on singing.... Thanks a lot..... I hope you get a chance to answer me. Luis

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    1. Caro Luis; non ti posso rispondere in altra lingua che l'italiano, spero tu capisca. Io cantavo in coro quando iniziai a studiare col M° Antonietti, e siccome mi ero già reso conto di quanto era fondamentale quel modo di cantare, mi concentrai su due cose: pronuncia e LABBRA! Tutto ciò che cantavo dovevo sentire che stava sul limite della bocca; anche se non mi sentivo quando ero insieme agli altri, io capivo se era la mia bocca a pronunciarlo mediante la tensione labiale. Prova a concentrarti su questo e vedi se ne avrai anche tu vantaggi come ebbi io. Ciao e grazie.

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. Caro FAbio. Don´t worry if you can only answer me in Italian. I understand this languae very well. is it allright if I continue writiing to you in English?
      I will try to do what you tell me, to focus on my mouth and the lips. In a way I have been trying do so since I started reading your posts and also I have been focusing on the expulsion of the air and how the sound should flow on it
      . One of the reason for which I think this pushing sound could be happening is because of the lack of guidance on how to proyect the sound in the right way. Therefore it is not only me who pushes hard but the whole chorus. There is a lot of noise or rumore as you mentioned it in one of your posts. Definitely. there is no beauty in our singing at all. The purity of sound a voice should have can rarely be heard. It is in fact very frustrating especially if you are to sing a solo on that same performance. Thanks a lot dear Fabio. I really appreciate your advice.

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    4. Grazie; scrivi pure in inglese; per sicurezza mi servo di un traduttore. Nel tenere le labbra, occorre fare attenzione a che la tensione non si estenda anche al collo, perché questo è causa di difetti piuttosto importanti. Ciao

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  5. Continuo ad avere delle domande riguardo al suono fisso. Mi sembra ci siano molti cantanti che spingono e hanno svariati difetti, senza essere però necessariamente fissi.Personalmente poi, mi accorgo sulla mia stessa voce che spingendo, può diventare fissa ma può anche generare dei vibrati. Quella descritta nel post, mi pare di capire, è una fissità dovuta ad eccessiva compressione del suono. Poi c'è anche la fissità dovuta ad uno scorretto direzionamento del suono, però anche in questo caso, in giro si sentono tantissime emissioni "indietro", che tuttavia non sono necessariamente fisse.
    Quando ascolto acuti fissi di cantanti antichi di scuola tedesca, la sensazione che mi danno, oltre che di posizione arretrata del suono, è di una sorta di "blocco" a livello della laringe o forse più su, una rigidità delle pareti, una mancanza di elasticità.

    Per esempio questa:
    https://www.youtube.com/watch?v=DyTovoCgYhc&feature=share

    mi pare tutt'altro che un'emissione spinta, anzi, sugli acuti alleggerisce. Eppure questi acuti sono fissi, flautati. Come si può spiegare? E' solo questione di posizione del suono?

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    1. Francesco mette spesso il dito su punti che ho, non volontariamente, omesso, permettendomi così di metterci 'na pezza! In effetti non ho parlato, qui o altrove, del suono "flautato". I soprani, soprattutto, ma anche i mezzosoprani, specie nella gamma acuta, di testa, possono generare un suono che non mette in vibrazione interamente le c.v., ma produce un suono con una vibrazione piccolissima dell'estremo margine delle stesse. E' suono pressochè identico a quello prodotto dal fischio sulle labbra (che infatti è fisso). Anche i cantanti maschi che cantanto in falsettino possono produrre suoni simili. Il suono flautato, tolto qualche episodio in cui la cantante vuol generare questo effetto, è da considerarsi carente; è evidente che se non viene coinvolta l'intera massa cordale, il respiro non possiede la giusta energia, e questo è da addebitarsi a una educazione del fiato non idonea. I suoni acuti e sovracuti in molti casi hanno un discreto successo ugualmente perché si trovano in un range di frequenze che passa sempre, purché non sia troppo indietro.

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    2. Anonimo9:15 PM

      Sono in parte d'accordo sul vibrato, in effetti molti suoni anche se privi di ondeggiamenti non sono fissi.
      Per quanto riguarda le corde parziali, ne parlammo spesso, quasi chiunque infatti, uomini o donne, sopra il do è in corda parziale. Se "twanghi" come Loforese, sembri in continuazione col petto-falsetto ed eviti il flautato perchè il suono si riveste di texture, ma altrimenti è quasi la condizione fisiologica e visto che anche una donna, specie in lirica, transiziona verso il falsetto a partire dal fa3, come fa a non avere un suono carente? Se twanga troppo suonerà di petto come le cantanti moderne e soul, attenzione, non parlo appunto di petto vero, altrimenti si urla e molte lo fanno, penso siano in falsetto, ma è troppo pesante per quelle note, escono fuori strillate.
      Infine perchè la formante del cantante è mitizzata?

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  6. Anonimo9:26 PM

    E con questo tengo a precisare che un suono lirico rotondo e leggermente flautato, ma robusto, nell'ottava acuta, non lo trovo affatto carente, quando è ben fatto ed appoggiato. Nemmeno in alcuni controtenori, a dire il vero, tuttavia è più raro, ma il registro è lo stesso. Appoggiare e far risuonare la "testa", per un uomo è più difficile, se è una voce bassa, specie in continuità con gli altri registri. Teoricamente nel registro acuto vibra la sola superficie, però la vibrazione si irradia maggiormente rispetto al falsettino arioso alla Adam Levine.

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  7. Insisto nel dire che utilizzi un linguaggio voicecraft del tutto inappropriato alla poetica di questa scuola, che è lontana anni luce da quelle teorie e pratiche, e in definitiva io capisco sempre poco di quanto vuoi dire e mi è difficile replicare.
    La formante del cantante è mitizzata in quanto è ritenuta la componente fondamentale del timbro e della ricchezza sonora di una voce. Ci si può stare nell'assunto, ma il problema risiede nel COME attivarla, e in genere sono in totale disaccordo con le metodiche indicate dalla maggior parte degli scritti e delle pratiche in merito. Io non ne parlo MAI, perché è qualcosa che viene da sè al momento opportuno, senza alcuna volontaria manovra.

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    1. Anonimo1:09 PM

      Come ho detto a me il voicecraft non piace granchè :D.
      Il twang sarebbe una manovra per cercare lo squillo modificando il tratto vocale, per lo più stringendolo in un punto, so che detto così sarebbe sconsigliato, appunto come manipolazione interna. Siccome si dice venga utilizzato anche nell'opera, ne discuto per cercare di capire se è compatibile con l'idea di gola aperta e se invece tutto questo non si ottenga semplicemente dall'appoggio. L'idea infatti di questo twang da usare come coadiuvante al contatto cordale sembra più un espediente o una scorciatoia, perchè non usare il solo appoggio? Diverso però è il discorso dello squillo, ma anche questo riconduce alla formante del cantante che appunto mi pare di capire, non è il santo graal.
      Passando alla cosa più importante, visto che è sbagliato usare il petto sopra il Do4, vorrei capire perchè la testa sarebbe carente, tutto lì e se, se non gli uomini, almeno alcune donna dal canto esemplare ne sarebbero esenti. Ho fatto troppi arzigogoli, come al solito, ma quello era il sunto delle riflessioni che mi hai ispirato.

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    2. Per quanto riguarda la prima parte, siamo lontani; nessuna compatibilità con queste "manovre", nemmeno da pensare come coaudiuvanti.
      Siccome la testa non è un registro a sé stante, ma la continuazione della corda di falsetto, è, o sarebbe, terribilmente squilibrato passare da petto a testa; chi passa da petto a falsetto frequentemente al di sopra del fa3, non integrerà mai, non giungerà mai a quella che io chiamo "terza corda", cioè la fusione respiratoria e quindi fisica. Chi fa un uso saltuario della tessitura acuta, nella musica "moderna", e molto della porzione di petto, avrà sempre una emissione di testa carente, perché la sproporzione, lo squilibrio, nell'uso dei registri, non può sviluppare una respirazione idonea.

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    3. Anonimo12:46 PM

      Ma lo dici a me che, da baritono (almeno penso ^_^), cerco di usare il falsetto pieno almeno dal Mib3! Se uso la stessa coordinazione della seconda ottava urlo, che si tratti di lirica o di moderna, è un fatto fisico, credo. Poi per quanto riguarda l'alternare, parlavo di un soprano, per cui comunque note appena sopra il Fa3 sono centrali.
      Ripeto che nel parlare di queste manovre, non sto prendendone le parti, ma cercando di capire, non ti pare che abbia espresso il mio scetticismo, proprio nei confronti del loro uso come espedienti?
      Mi riferivo comunque a questo, in sostanza "I soprani, soprattutto, ma anche i mezzosoprani, specie nella gamma acuta, di testa, possono generare un suono che non mette in vibrazione interamente le c.v., ma produce un suono con una vibrazione piccolissima dell'estremo margine delle stesse." chiedendomi se non fosse questa la condizione fisiologica del meccanismo di testa, cioè la parzializzazione. A proposito, questa parzializzazione è graduale o avviene di punto in bianco, nel qual caso, come è possibile che i cantanti esemplari eliminino ogni gradino?
      Poi è già acclarato e pacifico che alla testa ci si arriva passando dal falsetto pieno, non direttamente dal petto ;).
      Sul fiato sto continuando a lavorarci, è di certo dura, ma non intendo demordere, grazie.

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