Translate

giovedì, marzo 02, 2017

Arte del canto?

Ci sono in circolazione diversi libri e oggi anche decine di siti internet che fanno riferimento a una presunta "arte del canto" o "arte vocale". La cosa che più meraviglia è che molti di questi, e non solo recenti, fanno capo a foniatri, più o meno celebri, che con l'arte direi che hanno ben poco a che spartire. Il primo dato, infatti, che ogni pubblicazione, vuoi cartacea che digitale, dovrebbe esporre è proprio il riferimento all'arte. Che cosa intendono di preciso con "arte del canto" o "arte vocale"? Ho sfogliato qualcuno di questi libri e ho aperto alcuni siti internet, ma non ho visto alcunché, anzi direi che nel corso dell'esposizione la parola arte appare pochissime volte. Dunque ciò che emerge è che questo termine, vieppiù abusato, può essere usato disinvoltamente, tanto per dare un tocco di importanza e nobiltà alla materia, che specie quando viene utilizzato in campo medico può "scaldare" un po' il clima delle pubblicazioni che nelle descrizioni anatomo-fisiologiche risulterebbero alquanto algide. Chi sfogliasse le centinaia di post che compongono questo blog troverebbe numerosi approfondimenti su cosa si intende per arte e come e perché questa scuola fa riferimento a un'arte, non solo per blasonarci. Si può benissimo non essere d'accordo, si può aver da ridire, ma intanto ci sono i fondamenti e i collegamenti, per cui non si tratta di cose buttate lì, e inoltre c'è sempre la possibilità di commentare e fare domande.
Ciò che da un lato mi fa sorridere ma dall'altro delude, è che tutti questi studi foniatrici o comunque a sfondo anatomico descrittivo, essendo redatti da persone di approfondita cultura specifica e intelligenza, si avvicinano considerevolmente a quelli che sono i fondamenti dell'arte vocale, ma quando sembrerebbero aver toccato i punti sensibili... ecco che interrompono le loro considerazioni, perdono la strada; lo vedo in ogni argomento: respirazione, registri, appoggio,... descrizioni, analisi storiche, panorami... e poi? a cose conduce tutto questo descrittivismo? nemmeno a qualcosa di orientativo. Queste pubblicazioni, ma non solo queste, le definirei più arte confusionaria. Lì direi che riescono piuttosto bene.

Nessun commento:

Posta un commento