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sabato, luglio 02, 2011

"Gira la voce, gira, gira..."

Mi piace mettere titoli che, puri o modificati, risultino citazioni di testi celebri o operistici (questo spero l'abbiate riconosciuto...), perché in questo modo sono facilmente memorizzabili; mi capita abbastanza spesso, durante le lezioni, di citarli per sottolineare un errore o un buon risultato.
E' abbastanza frequente sentir dire: voce che gira o voce girata, in contrapposizione, di solito, a voce "fissa". Le due cose sembrerebbero poco attinenti, ma un fondo di verità c'è; il palato nella sua struttura longitudinale compie un arco, che termina, sopra i denti superiori, con una curva piuttosto brusca. Quello, come ho detto e scritto decine di volte, è il nostro "ponticello", il punto da cui, convergendo il fiato sonoro, si diparte la diffusione che permette allo strumento amplificante osseo e cavernoso, di arricchire il suono fondamentale. Quando il suono, per varie ragioni legate soprattutto all'appoggio, non arriva fino a quel punto, ma batte in zone più arretrate del palato, avrà un tipo di sonorità meno vivace, più fissa, e chi ascolta avrà anche questa sensazione di suono più "piantato", rigido e piatto, mentre il suono che può raggiungere il palato alveolare risulterà più raccolto, più "girato", per l'appunto, perché effettivamente possiamo dire che un percorso semicircolare effettivamente si compia. Come per tante altre sensazioni, bisogna dire che anche questa non va mai cercata, essendo frutto di un lavoro alle spalle che porterà a quel risultato; cercarlo significherà precluderne la conquista.

1 commento:

  1. Straquoto!
    Il "ponticello" è una conquista! Dura! Ma deve essere vissuta per poter rimanere impressa...

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