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mercoledì, maggio 01, 2013

forma evolutiva

Leggo da un libro una definizione molto forte ma che fa riflettere: la forma animale è la manifestazione di un impulso (istinto) che crea la forma in base alle proprie necessità. Considerare un animale la modellazione di un impulso mentale e naturale può sembrare persino un concetto fantascientifico, ma alla luce di diverse considerazioni, la cosa si presenta alquanto verosimile. Ciò che mi preme analizzare è l'uomo e le implicazioni che possono esserci nel canto artistico. Se noi prendiamo in esame la forma umana nei primi tempi della sua storia, diciamo, per capirci, l'uomo preistorico, esso aveva una postura e una forma complessivamente differente da quella odierna. In quel tempo, per evidenti motivi di sopravvivenza, egli era dominato in misura assai maggiore di oggi da impulsi istintivi. L'uomo però si è ritrovato anche a poter usufruire di impulsi di ben altro tipo, che definisco sinteticamente spirituali, che hanno portato alla nascita delle religioni e delle arti, con molti punti in comune tra le due sfere, almeno per un certo tempo. Spiritualità e istintività si sono trovati fin da subito in competizione; l'istinto necessita di alcune funzioni e alcune strutture fisiche che possano assolvere al meglio alle necessità di conservazione, perpetuazione, difesa dell'individuo e della specie. Anche la spiritualità necessita di strumenti fisici per attuare la propria funzione, ed ecco dove nascono contrasti e sovrapposizioni.


La postura dell'uomo primitivo, la sua costituzione corporea, influenzavano anche la sua anatomia e fisiologia respiratoria, per cui in quell'epoca non era possibile l'articolazione verbale, e men che meno il canto sulla parola (molto interessante il fatto che nel neonato, e fino oltre un anno di età, la laringe occupa lo stesso posto che nella preistoria!). Per arrivare a quella possibilità è stato necessario giungere alla definitiva postura diritta su due gambe e una sensibile metamorfosi del cranio e della posizione laringea nonché dei due apparati respiratorio e digerente nella loro parte più elevata. Ecco, dunque, che, vista sotto questa luce, la prima asserzione comincia ad assumere un aspetto più credibile e convincente. Volendo legare l'idea di spiritualità all'arte, e nel nostro caso all'arte vocale, ecco che trova ulteriore conferma e validità la proposta disciplinare di una evoluzione delle forme laringee e delle funzioni respiratorie in virtù di una necessità spirituale da assolvere mediante un'attività vocale-canora. Naturalmente, come già esplicitato, la funzione istintiva si opporrà per diverso tempo al tentativo di "ingerenza" di un'altra pulsione - quella artistica - e lo farà fin quando non si sarà stabilita una diversa comunicazione tra le due sfere d'influenza.

25 commenti:

  1. Su questi argomenti, Fabio, purtroppo non riesco a seguirti, in quanto non credo alla storia secondo cui l'uomo sarebbe una scimmia evoluta. La scienza non è in grado neanche di dirmi se la mia voce è di tenore o di baritono, pur avendo a disposizione strumenti sofisticatissimi per osservare la mia gola in tempo reale viva e funzionante, figuriamoci se può indovinare in che modo si è formata la vita milioni (a loro dire) di anni fa, sulla base di qualche fossile, di ipotesi astratte, piene di buchi, prive di qualsivoglia riscontro sperimentale. Peraltro anche nell'ambiente scientifico la teoria darwiniana è da tempo messa in discussione... pertanto, da cattolico, rimango fedele al sano creazionismo... in entrambi i casi è questione di fede, sia che crediamo alla creazione, sia che crediamo all'evoluzione, di cui non esistono prove certe. La compresenza nel nostro essere, oltre alla parte spirituale, di una parte bassa, animale, istintiva, può trovare facile giustificazione anche secondo la visione biblica dell'uomo, derivando le nostre imperfezioni fisiche dal peccato originale.

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  2. Salvo2:16 PM

    Ciao.
    Lungi da me entrare in discussioni che riguardano la religione...
    Pur condividendo, da cristiano quale mi definisco, il concetto della fede e quindi del Creato, mi sento di dire che era da molto tempo che non sentivo l'assioma che siamo imperfetti perchè "colpiti" dal peccato originale.
    Io, invece, penso e credo in un Dio molto misericordioso e in un Uomo che in diverse ere ha dovuto fare i conti con la propria "coscienza" e quando non ha potuto o non voluto trovare la strada segnata da Dio, e quindi non si è lasciato guidare dai sentimenti di buon senso, pacifici, ecc.ecc. ha iniziato ad utilizzare termini e modus vivendi abbastanza singolari e a volte anche cruenti per affermare il proprio IO.....
    Pertanto, penso, che per me è alquanto singolare riflettere sul aftto che le imperfezioni fisiche che abbiamo dipendano dal peccato, in quanto penso che anche l'essere più deforme della terra sia una creatura di Dio creata a Sua somiglianza...
    Si può poi discutere di teorie evoluzionistiche, ecc. ma per me rimane un fatto inconfutabile: spesso il nostro aspetto si modifica in base alle esigenze, agli istinti e a ciò che vogliamo che gli altri vedano di noi. Un esempio: qualche anno fa in teatro assistetti con alcuni amici ad un concerto. Il baritono salì sul palco "trasformato"... sembrava una scimmia e cantò come una scimmia... voce possente ma sguardo, viso, gesti, simili alla scimmia. Voce che non etra male, ma si era trasformato per l'occasione, voleva dimostrare (cantò un'aria impegnativa che non ricordo) a tutti noi di essersi calato perfettamente nel personaggio. Dopo il concerto, con meraviglia di tutti, era un ragazzo dai lineamenti dolci e sereni. L'istinto che uscì fuori durante l'esibizione era così evidente e primordiale che tutti noi lo paragonammo proprio al primate, ma non tanto per come cantava ma per come voleva che noi, forse, lo vedessimo.
    Saluti.

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  3. Saluti a entrambi; cerco di fornire una risposta univoca. In questo post, in particolare, la teoria evoluzionistica non c'entra niente, e sostanzialmente a me non interessa molto. Per quanto riguarda questo post non si parla di "scimmia" e "uomo", ma di uomo e basta, nel mutare dei millenni, il che è sufficientemente documentato. Peraltro, se anche non si volesse dar credito che l'uomo di qualche centinaia di migliaia di anni fa fosse così, poco male, il mio intento era quello di commentare il concetto di 'istinto trasformatore di forme animali', quindi potrei parlare di cane o gatto o cavallo e uomo; mi pareva più interessante fare un commento su quanto è accaduto nella nostra storia. Sulla trasformazione dell'uomo non ci sono dubbi, basta paragonare l'uomo di oggi con quello di anche solo 50/100 anni fa per evidenziare palesi differenze, ma in ogni modo non sto a scomodare teorie più o meno discutibili. L'altra cosa che ribadisco, e su questo non posso transigere, è la POTENZIALE adattabilità di ogni forma vivente alle esigenze ambientali di vita, perpetuazione e difesa della specie. Che questa sia stata o meno la causa dell'evoluzione, a me non interessa, resta il fatto che c'è e su questo presupposto si basa la natura dell'istinto e quanto consegue per quanto riguarda il nostro studio. Ovviamente, data questa considerazione, ogni riferimento religioso è privato di correlazione. Saluti

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  4. Mah, insomma, come fai a dire che non c'entra niente la teoria evoluzionistica? Parli di un uomo primitivo che neanche disponeva dell'articolazione della parola, come fai ad assumere come vero questo dato se non presupponi la validità della teoria secondo cui ci sarebbe stata una evoluzione da una specie ad un'altra? Un uomo inabile all'articolazione delle parole semplicemente non è un uomo, è una specie animale completamente diversa, una scimmia, un orso... è la parola che rende l'uomo tale. Che poi ci sia una adattabilità del corpo, o meccanismi di selezione messi in atto dall'ambiente, non lo metto in dubbio, ma questo è un discorso ben diverso. E' una adattabilità che non dà luogo alla nascita di mutazioni trasmissibili (altrimenti dovremmo considerare trasmissibili alla progenie la capacità di cantare, lo sviluppo dei muscoli operato con l'allenamento, tutti i caratteri acquisiti con il lavoro durante la vita, il che non è), e che non può portare al fenomeno della speciazione, cioè alla nascita di una specie diversa non interfertile con la precedente. L'uomo sarà anche cambiato nei secoli, ma non sono cambiamenti che possono far parlare di un specie diversa. L'uomo di uno o dieci secoli fa geneticamente è identico a quello odierno.

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  5. Prte del gene di alcuni che potremmo definire ominidi, è identico al nostro (poi cambiamenti avvengono di continuo); peraltro studi di diversi antropologi hanno confermato che solo una delle diverse specie, quella appunto detta sapiens-sapiens, aveva la parola e questa può essere stata - diciamo che è stata - la causa della vittoria su altre speci che potrebbero state anche più intelligenti. La teoria evoluzionistica è avversata, tra le altre cose, perché mancherebbero gli anelli di congiunzione tra una specie e l'altra. La potenzialità di parola evidentemente c'era ma mancavano le possibilità fisico-meccaniche. Non sappiamo (o meglio, non so) se la scimmia potrebbe parlare potenzialmente, il problema è che non può farlo perché non ne ha le possibilità fisiche.

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  6. Insomma, io non pretendo qui di imporre la mia visione delle cose a nessuno, anche perché ritengo che su queste questioni sia giusto lasciare libera discrezionalità al singolo (e non capisco la necessità per una scuola di canto di prendere posizioni nette anche riguardo alle questioni ultime dell'esistenza, se non in termini molto generali e filosofici). E' sbagliato credere di poter parlare dell'origine delle cose, della vita, dell'uomo, illudendosi di espungere da questi discorsi gli aspetti religiosi. Le correlazioni con la religione su questi temi sono inevitabili. Se una persona è religiosa per davvero, allora TUTTO per lei DEVE diventare inevitabilmente religione. La religione non può essere solo una parentesi isolata, un compartimento diviso, un passatempo domenicale senza correlazioni con la vita di tutti i giorni... Orbene, io per questioni religiose sono costretto a rifiutare tutte le concezioni evoluzionistiche della vita. C'è poco da scervellarsi a cercare di fare i diplomatici: per un cattolico l'origine dell'uomo è quella descritta nella Genesi, per cui l'uomo è stato creato perfetto da Dio a sua immagine e somiglianza, e poi il peccato originale ha determinato la sua caduta fisica e morale. O ci si crede oppure no, non c'è via di mezzo. Tutto il resto, checché ne dicano i preti moderni, agli occhi del cattolicesimo è solo eresia. Ciononostante non reputo questo in aperta contraddizione con la questione dell'istinto che qui ci riguarda in quanto scuola di canto. Per me tutto può trovare una armoniosa collocazione anche all'interno di una concezione biblica del mondo. Ecco, tutto qui, ho solo voluto chiarire una volta per tutte la mia personale posizione, senza nessuna polemica.

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  7. La tua posizione era già piuttosto chiara. Ritengo che però tu ti irrigidisca dogmaticamente e pregiudizialmente nei riguardi di questo scritto. Non uso alcuna diplomazia ma dico ciò che devo dire per amor di verità, giacché l'arte E' verità. In questo post, ribadisco, non c'è alcuna intenzione a richiamare l'evoluzionismo, ma solo una normale modificazione che non penso certo la chiesa discuta; l'uomo di 10000 anni fa non si può pensare fosse identico a quello odierno e comunque il mio intento era ancor più quello di mettere in luce quel conflitto che separa l'ambito fisico da quello spirituale cui possiamo attribuire meriti che vanno oltre il semplice pensiero ma possono, su lunghe distanze temporali, anche agire sulla stessa nostra struttura fisica. Che poi tu non capisca la necessità di prendere posizioni riguardo questioni esistenziali, mi spiace, ma con questa scuola è così, non se ne può fare a meno, però con ciò non si vuole modificare il pensiero di nessuno, però non lo si deve nemmeno rifiutare a priori, altrimenti si parte con una resistenza e allora sono costretto a chiedere... perchè?

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  8. Mi spiace sembrare polemico, è un mio limite di scrittura, non è mia intenzione e chiedo scusa. Certo che mi irrigidisco dogmaticamente, e non vedo perché questo debba destare sorpresa: la religione cattolica E' per definizione un insieme di DOGMI rivelati. Uno di questi dogmi di fede indiscutibili è la creazione dal nulla dell'anima umana ad opera di Dio. Anima spirituale di cui SOLO l'uomo è dotato, e che lo rende superiore a tutti gli altri animali, che non hanno nessuno spirito, nessuna coscienza, ma solo un'anima sensitiva, concupiscente, nel senso latino di “soffio vitale”. Il post ha suscitato le mie perplessità proprio perché vi si parla di un presunto uomo primitivo, nostro progenitore, che ancora non disponeva della parola; la parola, cioè la qualità che rende l'uomo simile a Dio inteso come Verbo, ciò che distingue ed eleva l'uomo sugli altri animali, ciò che lo rende per l'appunto uomo. Ora io, da cattolico, devo respingere questi discorsi almeno per due ragioni: primo perché non si può definire "uomo" un animale non dotato della parola; secondo perché è sbagliato anche parlare, a proposito di animali diversi dall'uomo, di "potenzialità di parola" e di "impossibilità fisica", proprio perché l'impossibilità, prima ancora che fisica, è prima di tutto derivante dall'assenza nelle scimmie come in tutte le altre bestie dell'anima spirituale, cioè della coscienza, che è solo umana. Io poi non è che non capisca la necessità, l’esigenza di impostare il discorso artistico anche da prospettive filosofiche, spirituali, esistenziali, ti prego di non fraintendermi, semplicemente credo che su questi temi sia più prudente lasciare ad ognuno libera discrezionalità. L'arte come Verità, come qualcosa di divino, è un concetto assai suggestivo e poetico che anch'io posso condividere, a modo mio. Non ho problemi nemmeno con l'idea di perfezione, che è un obiettivo proprio anche della vita cristiana. Ciò da cui invece devo prendere le distanze sono discorsi come quelli di questo o altri post (ad esempio il discorso secondo cui in ogni cosa, animata o inanimata, vi sia un spirito, o quelli inerenti una modificazione della forma fisica nel lungo periodo operata mediante la volontà...) che, direttamente o indirettamente, è innegabile si pongano in contrasto con la mia dottrina religiosa; non è questione di "rifiuto a priori", è questione che certe cose non sono conciliabili tra loro. Ma sono argomenti che io reputo solo di corredo, in quanto poi, in concreto, non toccano direttamente gli aspetti pragmatici dell'arte. Per questo non voglio credere che essere un cattolico integrale, e quindi sposare una diversa visione del mondo e della sua origine, possa costituire una "resistenza" nell'apprendimento dell'arte presso questa scuola... mi dispiacerebbe molto che tu pensassi questo.

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  9. Per precisione, io posso anche ammettere che la disciplina artistica, la mente, la volontà, lo spirito, possano avere un campo di influenza anche sulla materia, sul fisico (anche se avrei bisogno di chiarimenti al riguardo perché detto così mi pare troppo generico), ciò che invece non riesco a condividere, è il voler legare questo campo di influenza tra spirito e materia, ai mutamenti morfologici cui le specie animali andrebbero incontro nel corso del lungo periodo (mutamento che io comunque nego, dal momento che nego che ci sia mai stata una evoluzione... il simile genera il simile, questa per me è la regola ETERNA ed immutabile...)... Tu Fabio dici che l'uomo un secolo fa era diverso da quello attuale: ma quali sarebbero queste differenze? Forse la statura? In tal caso non è la volontà, ma è l'ambiente, e quindi lo stile di vita, la salute, l'alimentazione, il lavoro, ad operare l'acquisizione nel corso della vita di caratteri fisici variabili di epoca in epoca, caratteri comunque NON trasmissibili con il dna... e se si sostiene il contrario vorrei capire sulla base di cosa lo si sostiene.

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  10. C'è molto materiale; in primis io rispetto totalmente ogni scelta, quindi mai mi permetterei di mettere in discussione o di portare a incrinare le credenze di chiunque, quindi penso che sia meglio non parlare per niente di certi argomenti, se c'è questo rischio. Detto questo, parlo e scrivo di ciò che sento di dover scrivere, non posso non farlo per non urtare la suscettibilità di qualcuno. Ognuno è libero di leggere, di commentare, ma nessuno può chiedermi di NON scrivere, perché ciò che scrivo non è di offesa a nessuno e rispetta la dignità di chiunque. E ciò che scrivo non è che lo scrivo perché questo è il mio blog, sarebbe puerile, ma lo scrivo perché a qualcuno può risultare utile. Le tue osservazioni, Francesco, non sono discussione, perché non c'è argomentazione, dato che il tuo è un dogma, quindi tu credi in ciò che credi e non ho intenzione di dissuaderti, hai la facoltà di dissentire, ma la cosa finisce qui, perché non c'è un argomento su cui discutere, e pertanto quando l'argomento ti urta, puoi saltarlo. Altra cosa: no, non è solo l'ambiente, il corpo muta anche in base alle esigenze e alla volontà, prova a pensarci meglio.

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  11. Beh, io sono intervenuto prima di tutto per provare a risolvere questo mio conflitto interno, che da tempo mi dà pensiero. I dogmi religiosi, essendo tali, non possono essere messi in discussione. Se ne metto in discussione anche solo uno, cade tutto l'impianto, tutta la religione ed i valori che rappresenta diventano una favoletta falsa e bugiarda, c'è poco da fare. Proprio per questo, per non essere costretto a scegliere, io cerco di conciliare il discorso che qui si fa sull'istinto, con la concezione cattolica dell'origine dell'uomo, che per forza di cose esclude qualsiasi tipo di evoluzionismo. Ma anche senza tirare in ballo la religione, resta comunque opinabile l'idea che le specie animali possano andare incontro nel corso di secoli e millenni a metamorfosi fisiche operate da un impulso spirituale. E' qui che ti chiedo delucidazioni. Sì, d'accordo, il corpo muta anche in base ad esigenze ed in base alla volontà, su questo non ho nulla da obiettare. Ma come sai, i caratteri acquisiti non sono ereditabili. Per questo io obietto che questa modificazione, cui il mio corpo può andare incontro per esempio apprendendo la disciplina canora, possa essere trasmissibile alla prole e quindi produrre nel tempo un cambiamento nella specie. Ora qui non si sta parlando di un passaggio di registro, di come pronunciare una vocale, di cose cioè immediatamente verificabili... qui si parla di cose su cui mi pare legittimo avere qualche dubbio, dato che nessuno di noi può avere la certezza che i fatti nella preistoria siano andati davvero così.

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  12. Fabio scusa se insisto, facendo una ricerca a proposito dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti (il nodo della questione è questo mi pare), ho scoperto che è un argomento tutt'oggi di stretta attualità, nel campo della cosiddetta "epigenetica". Se può interessarti ti segnalo questo articolo:
    http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/30/molecola_che_governa_geni_co_9_101130055.shtml

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  13. Ho letto l'articolo, e ben poco me n'è venuto; alla fin fine non si è ancora capito niente. Poi c'è un dato che viene utilizzato con una estrema disinvoltura, e cioè "ambiente". Cosa vuol dire che l'ambiente può incidere sui mutamenti? La statura, ad esempio, che citi tu, in che relazione sta con "l'ambiente"? Non sarebbe meglio parlare di "condizioni" e in anche in questo caso, qual è la relazione, qual è la causa del mutamento?

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  14. Rispondo all'altro post:
    Sulla questione religiosa si deve operare una sola scelta, e cioè se credere ciecamente o meno; se decidi di discutere, vai in direzione negativa; come è noto i dubbi sono crepe, quindi se per te la fede è importante, dovresti evitare discussioni che possano alimentare i dubbi o incrinare la fede.
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    Le specie animali non mutano per impulsi spirituali, solo l'uomo è andato incontro a questa situazione perché il soggetto conoscitivamente più elevato.
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    Cerco di chiarire la questione sull'acquisizione dei caratteri. Il canto non c'entra, nel senso che diciamo chiaro e tondo che per quanto si possa essere bravi e esigenti nell'arte canora, ciò non lascerà la minima traccia nei geni e nelle successive generazioni. Questo per una semplice evidenza: il canto, nelle attuali condizioni, non ha alcuna relazione con le condizioni vitali. Non serve al singolo per vivere e sopravvivere né alla specie. Però l'arte (vocale), cioè la perfezione (vocale) è potenzialmente già fissata; se così non fosse noi non potremmo raggiungerla, sarebbe una pia illusione e staremo qui a parlare di fantascienza. Questa potenzialità possiamo ipotizzare sia presente in altre speci animali, ma non può essere praticata perché mancano le condizioni fisiche (posizione laringea) e, soprattutto, manca la volontà (su questo ci sarebbe da scrivere...) o le condizioni di volontarietà - conoscenza - perché quella potenzialità si manifesti o si possa manifestare.

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  15. Beh, riguardo alla statura la risposta mi pare semplice. Insomma, i cambiamenti osservati nell'uomo negli ultimi secoli sostanzialmente riguardano solo la statura e la durata della vita. Io non sono al corrente di altri sostanziali cambiamenti, per quanto ne so l'uomo dieci, cento, mille anni fa era identico ad oggi, tutt'al più era più piccolo e viveva di meno. E questo si può spiegare anche senza bisogno di considerare mutazioni intervenute per effetto di impulsi spirituali... (peraltro è la stessa scienza a dirci che i tempi dell'evoluzione sono molto ma molto più lunghi). Quindi, semplicemente sono cambiate, appunto, le condizioni di vita, l'alimentazione, la sanità, lo stile di vita, e queste diverse condizioni hanno determinato un maggiore accrescimento fisico nelle nuove generazioni (la nutrizione dei bambini influisce sul loro sviluppo). Sul resto non ho altro da aggiungere. Dico solo che anche credere nell'evoluzione è una scelta di fede cieca, dato che nessuno ha mai verificato infallibilmente e toccato con mano il fenomeno.

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  16. qui un articolo sull'argomento
    http://www.ilpost.it/2011/04/28/come-la-tecnica-cambia-il-corpo-umano/

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  17. Non mi paiono proprio la stessa cosa la fede "cieca" di un dogma come il creazionismo, che nessuna prova può portare, con quella dell'evoluzionismo, che sarà discutibile quanto si vuole, ma prove ne ha a bizzeffe. Anche la questione dell'alimentazione sull'accrescimento è una prova di niente; l'uomo più sano è... più sano, non si capisce perché dovrebbe essere più alto! per cui attenzione a dar per scontate certe argomentazioni che vengono propinate, ma sotto sotto sono luoghi comuni. Comunque l'altezza non c'entra nuovamente niente con gli impulsi spirituali; il mio discorso, serio, riguarda la voce, non minimizziamo.

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  18. Ma, scusa, a me pare che eludi la questione. Se un bambino mangia poco e male, cresce poco e male, semplice. Non si capisce perché questo non proverebbe niente, mentre invece le altre "prove" (che poi sono solo indizi, prove dirette non ce ne sono) che la scienza adduce per spiegare una fantasia astrusa come l'evoluzione delle specie sarebbero invece valide. Anche l'evoluzione è un dogma: la scienza stessa, in quanto METODO, è dogmatica (i dogmi su cui si basa la scienza si chiamano assiomi, ma non cambia niente: sempre proposizioni indimostrabili sono), la teoria evoluzionistica non segue manco questo metodo, perché non esiste prova sperimentale di essa (parte fondamentale del metodo scientifico). Quindi a rigore non è neanche scienza, è una favola, a mio avviso ben più incredibile di quella religiosa, anzi del tutto sovrapponibile ad essa, solo che Dio è sostituito da una entità chiamata "caso". Anche il mio è un discorso serio, no sto minimizzando nulla. A scuola ci fecero studiare questa robaccia reiteratamente di anno in anno, nei programmi di scienze non c'era che Darwin, come un rosario da ripetere. Se sono arrivato a metterla in dubbio non è certo perché ho minimizzato la questione, ma perché ho saputo riflettere e andare oltre quello che insegnano sui libri di scuola e che spacciano come verità assoluta. Riguardo alla voce, quali sono queste palesi differenze fisiche dell'uomo negli ultimi 50/100 anni, a parte la corporatura, spiegabilissima con il discorso dell'alimentazione? "L'altezza non c'entra niente", "la teoria evolutiva non c'entra niente", che cos'è che c'entra allora?

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  19. No, non è semplice affatto, ripeto che minimizzi e dai per scontati dei luoghi comuni. Mangiare meglio e di più non porta a una crescita di altezza, è un'illazione non dimostrabile, tutt'al più si diventa più grassi (e questo avviene infatti), che c'entra l'altezza? Seconda cosa: si scoprono, a migliaia, su tutta la crosta terrestre, segnali di qualcosa di un tempo remoto: piante e soprattutto scheletri di animali e uomini e impianti abitativi di comunità che nulla hanno a che vedere con quelli di tempi successivi, in una logica di continuità evolutiva. Queste sono prove di qualcosa; si possono discutere, ma non certo rifiutare, e poi si possono provare a fare ipotesi ed esami scientifici. Sappiamo, sono io il primo a dirlo, che la scienza è di per sé limitata ed estremamente fallace, tant'è che il mio percorso va o può andare in direzione opposta o diversa da quella scientifica (per me il termine "caso" non esiste, ma sempre "causa"), ma in ogni modo noi possiamo contemplare questi segni e darne una teoria unificante oppure negarli e dire qualunque cosa possa avere una validità di tipo trascendente. Sono un po' scettico sul fatto che "riflettendo" tu possa essere andato oltre le teorie dei libri di scuola. Hai accettato o ritenuto valida un'altra verità e hai abbracciato quella; non c'è niente da scusare o da dimostrare, va bene così, ma la discussione, ripeto, non è favorevole.

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  20. Va bene, Fabio, non voglio andare oltre (permettimi solo di dire che mi sembra bizzarro sostenere che l'altezza non dipenda dall'alimentazione... le gambe non si allungano mica da sole... e poi, scusami, mica me lo sono inventato io, lo dice quella stessa scienza che sui libri di scuola mi ha insegnato che io sono una scimmia evoluta...). Mi piacerebbe solo arrivare a concordare sul fatto che questi argomenti andrebbero perlomeno presi con le pinze, considerati come ipotesi ancora da verificare pienamente. I segnali che si scoprono sulla crosta terrestre potrebbero essere interpretati in tutt'altro modo. Quella evolutiva è solo una interpretazione. Insomma, le cose potrebbero anche essere andate in modo un po' diverso. Se c'è una cosa che ho imparato qui dentro è che la verità certa, la vera conoscenza, sta solo nella pratica, nel saper fare qui ed ora, non nelle teorie. Ora, quando si parla di voce, di canto, io ti seguo senza problemi, tant'è che non intervengo quasi mai perché non ho davvero nulla da aggiungere, mi è già tutto chiaro dalla lettura dei tuoi post. Quando si parla di queste altre cose, che riguardano fatti così remoti nella storia, ti leggo anche con interesse, ma non posso considerarle così vere e stringenti come quelle più tecniche sulla voce. In futuro eviterò di tornare sulla questione, ma prima o poi era inevitabile venisse affrontata.

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  21. Dunque: le gambe, e tutto il corpo complessivamente, non si allungano mangiando di più, e anche se così fosse quale sarebbe il legame con l'allungamento della specie (cioè dna)? Una alimentazione carente può creare difficoltà a una corretta e completa formazione, per cui ammetto che una parte della popolazione malnutrita possa svilupparsi meno, ponendo come livello di crescita un determinato standard che non viene raggiunto. Da alcuni anni, ben dopo crisi, guerre, ecc., si è assistito a un aumento notevole della crescita, il che non è spiegabile solo con un semplice miglioramento alimentare. Infatti si è pensato, ad esempio, agli estrogeni della carne che sono stati dati agli animali, il che può essere, ma anche qui è difficile pensare che questo possa aver modificato il dna. Sono comunque d'accordo che questi argomenti vanno presi con le pinze, tant'è vero che li affronto molto saltuariamente e solo sul blog, a meno che non intervengano episodi che spontaneamente portano a parlarne.

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  22. Solo su questo punto, copio e incollo alcune frasi prese da siti sul web che parlano di salute, poi chiudo:

    >"La statura è fortemente influenzata dalle caratteristiche genetiche ed in misura minore dalle condizioni ambientali in cui l'individuo si è sviluppato dallo stadio fetale sino a quel momento. Il tipo di alimentazione, le condizioni igieniche, le malattie subite e persino il grado e la tipologia di attività fisica praticata negli anni dello sviluppo, possono quindi influenzare in maniera tangibile la statura raggiunta in età adulta. Tutto ciò è confermato dal cosiddetto secular trend, un fenomeno che, negli ultimi 100-150 anni, ha portato ad un sensibile aumento della statura media nei Paesi industrializzati (in Italia l'altezza delle reclute militari è aumentata di circa 10 cm tra il 1861 ed il 1961). Si tratta ovviamente di un periodo di tempo troppo breve per trovare spiegazione nella variabilità genotipica, ragion per cui gli studiosi lo considerano espressione delle migliorate condizioni ambientali sul potenziale di crescita staturale (maggior nutrimento, integrazione vitaminica e minerale della madre durante la gestazione e del bambino nei primi anni di vita, lavori manuali meno faticosi, scomparsa di malattie debilitanti ecc.). Non a caso, l'aumento di statura non è stato segnalato in diversi paesi sottosviluppati od in via di sviluppo, dove in alcuni casi è stato addirittura notato un secular trend negativo."



    >"La statura definitiva di un adulto dipende sia da fattori genetici che ambientali. In altre parole nasciamo con un potenziale di crescita in altezza (determinato dal patrimonio genetico ereditato dai nostri genitori) che potrà essere realizzato in tutto o in parte a seconda dell'ambiente in cui viviamo. Le influenze esterne agiscono già durante la gravidanza. Le condizioni di salute e lo stato nutrizionale della madre sono molto importanti. Influiscono negativamente sulla crescita del bambino alcune infezioni contratte durante la gravidanza, l'uso di sostanze voluttuarie (alcool, fumo di tabacco, stupefacenti) ed una ridotta funzione placentare.

    Negli anni successivi la crescita in altezza di un bambino sano risente essenzialmente delle influenze esercitate da fattori nutrizionali ed affettivi. La sua velocità di crescita, inoltre, subirà un ritardo durante le malattie acute (spesso di origine infettiva) che sarà recuperato durante la convalescenza. Un bambino nutrito in maniera non adeguata (per qualità, varietà e quantità degli alimenti) o che vive in un ambiente affettivamente povero (freddo od ostile) non potrà realizzare a pieno il suo potenziale di crescita. I bambini adottati che provengono da paesi poveri, ad esempio, spesso presentano un ritardo di crescita per deficit nutrizionali o per carenze affettive legate alla istituzionalizzazione nel paese di origine e, quando arrivano nel nostro paese, dimostrano una velocità di crescita (di recupero) spesso sorprendente e superiore a quella prevista per l'età anagrafica."

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  23. 1961? Ma siamo nel 2013!! Per quanto riguarda quel periodo sono pienamente d'accordo. Per il resto questo articolo è di una genericità sconfortante. Sono le stesse cose che ho detto io, ma quando si parla di "potenziale di crescita" a cosa si fa riferimento? Cioè, domanda: la statura umana è quella odierna e in passato non è stata raggiunta per problemi alimentari? E' così?

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  24. Beh, sì... Questa è la posizione della comunità scientifica... E per quale ragione non dovrebbe essere valida anche per gli ultimi cinquant'anni? Forse la scienza alimentare non è progredita in questo lasso di tempo? Il modo in cui le donne in gravidanza ed i neonati vengono seguiti nella nutrizione? Le condizioni di benessere hanno forse cessato di crescere dal 1961 al 2013? E quale diversa spiegazione si può dare se no? Che siamo sempre più alti perché vogliamo diventare più alti? Perché serve alla sopravvivenza della specie? A me pare quanto meno improbabile come idea, e non meno generica ed indimostrabile dell'altra...

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  25. Nel periodo esaminato, cioè fino al 1961, la vita era stata fortemente condizionata dalle guerre e da forti crisi economiche, quindi è probabile che l'alimentazione abbia influenzato fortemente sui fattori di crescita, questo volevo dire.

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