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lunedì, maggio 20, 2013

Sul Garcia

Negli anni di questo blog ho citato spesso il noto manuale di Garcia e ho avuto anche qualche discussione in merito. Lo sto ora rileggendo nella versione più recente, rispetto alla storica traduzione della Ricordi risalente all'Ottocento, con testo originale a fronte. Ritengo che, come tutti i testi di canto che fanno riferimenti pratici, sia un metodo "pericoloso" per chi inizia a cantare e per chi non ha le idee molto chiare. Attaccarsi a frasi, termini e indicazioni, specie in un'ottica autodidattica, può portare a conseguenze gravi. Dopo lunghe letture, mi rendo sempre più conto di come sia difficile entrare nella sostanza di ciò che Garcia intendesse dire veramente. Così come il mio maestro insisteva sul ripetere e sul rileggere molte volte, proprio con questa prassi vedo emergere contraddizioni che probabilmente non sono vere contraddizioni, ma tentativi di spiegazioni di concetti e pratiche che le parole da sole non riescono a illuminare. Sono ancora del tutto dubbioso, incerto, su ciò che Garcia intendesse realmente con "colpo di glottide". Nonostante le spiegazioni, ciò che lascia perplesso è la dicotomia che emerge tra colpo di glottide e colpo di petto, su cui l'autore torna spesso. In genere è un termine che si tende a saltare, a sottovalutare, ma in realtà è probabilmente in questa precisazione che sta la verità, e a cui probabilmente si riferiva anche il m° Antonietti in una nota scritta a mano che ho rinvenuto qualche tempo fa e che però, ancora una volta, non arriva a definire compiutamente il termine e il contenuto di questa azione. Cerco di spiegare il mio punto di vista. Garcia ripete di non confondere il colpo di glottide col colpo di petto. Ora, il colpo di petto cos'è, come si realizza, ecc.? Esso avviene quando c'è una liberazione istantanea di energia respiratoria; in altre parole è la risoluzione dell'apnea. Noi possiamo, alla luce di ciò, distinguere due tipologie di colpo di glottide, e cioè "con" e "senza" apnea, e di conseguenza con o senza particolare pressione sottoglottica. Siccome sappiamo che la pressione e l'apnea sono la conseguenza di una spinta volontaria oppure di una reazione istintiva e diaframmatica, dobbiamo concludere che il colpo di glottide inteso da Garcia doveva essere esente da questa problematica, il che significa rinunciare a spinte volontarie o inconsce e aver "domato" gli organi "ribelli" (lo dice lui!!). Purtroppo su questo punto è alquanto succinto e sorvolante, per cui le mie deduzioni sono personali e discutibili, però ho due punti da proporre: 1) come si può diversamente spiegare il "colpo di petto", in antitesi al colpo di glottide; 2) la prova provata che eliminando ogni pressione preventiva all'attacco del suono (cosa ovviamente di grande difficoltà se non si è già a livelli altissimi di educazione vocale/respiratoria) il colpo di glottide diventa una cosa possibile e molto meno negativa di quanto non si dica comunemente e può essere una strada utile all'agilità.
Ribadisco, anche su questa base, che il Garcia, come molti altri, se non tutti, i libri sul canto, siano da leggere quando si abbiano idee molto chiare in merito, non si giudichi anzitempo, e servano come confronto e materiale di approfondimento. Farò in seguito qualche altro intervento in merito.

3 commenti:

  1. Fabio, penso che il primo termine fuorviante sia proprio "colpo"... perchè se fosse "carezza" forse sarebbe più accettabile. O no? Cosa ne pensi della carezza che parte dal fiato e che poi quasi si ferma al petto e sembra restare sempre lì durante il canto (almeno a volte è questa la mia sensazione)? Ricordo il mio maestro che agli inizi degli studi mi diceva: Salvatò ma a tua moglie quando le vuoi dimostrare affetto la pigli a mazzate o le fai una carezza? Allucc'comm'e o pazz o le sussurri dolcemente?

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  2. Salvo2:25 PM

    Dagli scritti, dal file sonoro del sito e da quanto hai asserito in qualche post, mi sembra che il M°Antonietti fosse una persona molto genuina, sincera, pragmatica, insomma una di quelle persone che diceva pane al pane e vino al vino, e che oggi sono sempre più rare. Sicuramente era ben consapevole di quanto fosse difficile praticare il canto artisticamente e penso lo abbia ben esplicitato nella frase che apre il sito.... L'eredità dei suoi insegnamenti e quindi della sua Scuola certamente non è andata perduta perchè degnamente ne hai preso le redini, ma mi piacerebbe essere informato se pensi sia possibile un giorno che la Scuola proceda anche in altri siti, regioni, cioè si evolvi territorialmente. Diversi miei amici campani, frequentatori anche del blog, auspicherebbero questa scelta. Grazie.

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  3. Rispondo nell'ordine:
    1) certamente il termine "colpo" è fuori luogo, peraltro riserverei il termine "carezza" al ruolo del fiato/suono, che scorrendo compie una carezza sulle parti mobili ed elastiche interne. Forse, per restare in tema, se proprio si vuole fare un riferimento alla glottide (cosa non solo non necessaria, ma, direi, da evitare), e venendo un po' alla tua metafora, si potrebbe dire: un "bacio" di glottide :)

    2) Antonietti altroché diceva pane al pane, tant'è che si fece anche un po' di nemici, cui la verità faceva male...! A parte ciò, non ho ben capito la domanda; alcuni suoi allievi già insegnano in altre parti d'Italia, ma prevalentemente al nord; io ho parecchi allievi del sud, chissà che un giorno... ora c'è anche un progetto per una masterclass in Calabria, ma è ancora in bozza... vediamo se sarà fattibile.

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