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sabato, maggio 25, 2013

I gradi della conoscenza musicale e vocale

L'evoluzione conoscitiva dell'uomo, partendo dal basso, non può che partire dall'esterno per entrare progressivamente nell'interiorità (sarebbe il contrario ma non starò a dilungarmi su questo), se ci sono le condizioni di necessità spirituale e formative/informative che permettano il realizzarsi di un percorso di approfondimento. Dunque il primo, elementare, stadio conoscitivo è quello delle percezioni, cioè il recepire le vibrazioni fisiche col corpo, il vivere a contatto con il materiale, con oggetti che comunicano solo attraverso stimoli diretti (ri-membrare, cioè ricordare tramite le membra). In campo musicale questo stadio elementare è assimilabile al livello RITMICO. Il ritmo è il primo stadio di percezione musicale; probabilmente il primo che colpì l'uomo primitivo, il primo che viene assimilato dai bambini, che infatti già a 2, 3 anni quando percepiscono forti ritmi da radio, tv, ecc., si muovono incessantemente, ballano, mimano, ecc. Purtroppo ci sono molte persone che rimangono vita natural durante in questa fase (i noti possessori di mostruosi impianti hi-fi nelle automobili che riescono, ai semafori, con l'inesorabile hmp, hmp, hmp, a provocare movimenti persino alle automobili vicine, e il cui apparato uditivo è seriamente in pericolo; i numerosi frequentatori di discoteca non sono a livelli molto superiori, ahimè...). Questo ci porta a constatare che la fase spirituale, seppur minima, per molte persone resta perennemente chiusa. Il secondo livello, pur avendo ancora forti connotazioni materiali e fisiche, già investe alcuni centri nevralgici, come il cuore e la mente (ri-cordare, riandare a immagini o altre sensazioni che ci hanno coinvolto col cuore, o ram-mentare, con la mente) e ci porta a sensazioni più intime, quali le emozioni. In campo musicale questo stadio corrisponde alla MELODIA. I bambini giungono solitamente a questa fase intorno agli 8/9 anni, e corrisponde alla percezione del sè, dell'io, ed è il campo dell'egoismo (che è importante nella fase evolutiva). Molti strati della popolazione raggiungono questo stadio e si fermano lì. E' un "assaggio" di spiritualità, che rimane però alquanto superficiale. Facendo ancora un passo avanti, raggiungiamo il livello della bellezza. In campo musicale questo livello corrisponde a quello dell'ARMONIA. I ragazzi possono raggiungerlo intorno ai 14 anni e corrisponde alla percezione degli altri, della società, della comunità, dell'altruismo e dell'amore (vero, non quello possessivo). Questo prefigura già una relazione importante col mondo spirituale, del pensiero e della sfera evolutiva. Esiste poi un ulteriore, faticosissimo e altissimo ultimo scalino da superare, che porta alla verità. Ci vuole maturità e profondità, disciplina per superare i duri ostacoli dell'egoismo e del narcisismo. Questo stadio, nei rarissimi casi di conquista, fa riferimento, in musica, all'UNO, cioè alla relazione univoca tra tutti gli elementi che costituiscono il brano musicale: ritmi, altezze, melodie, armonie, agogiche, dinamiche, colori, timbri, intensità, volumi, inizio, fine, punto massimo, e fa riferimento al messaggio fondamentale: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Questo stadio è il più puro possibile, ed è completamente consapevole di una conquista spirituale, quindi il più lontano dagli aspetti materiali e fisici, pur dovendo comunque utilizzarli, perché non può prescinderne, ma utilizzandoli nella loro più estrema purezza, cioè nella forma meno vincolata possibile dalle esigenze di sopravvivenza.
Nel canto possiamo fare qualche precisazione ulteriore. I primi stadi evolutivi, ritmo e melodia, si associano a un intenso vissuto vibratorio. Il canto che viene prodotto, non si "accontenta" della semplice vibrazione cordale, ma vuole l'interessamento più ampio e sensibile possibile, ed ecco che nasce la voce di fibra, muscolare, ingolata, fortemente frenata da un lato e spinta dall'altra. Poi si succedono i livelli successivi con gradazioni sempre più elevate di suoni liberi, ampi, sul fiato, fino a quello perfetto, totalmente unificante al punto di non poter più distinguere il punto in cui il fiato si trasforma in suono, come se fosse un tubo vuoto, voce vera di persona vera, ma permeata di illuminata spiritualità.

2 commenti:

  1. Pertanto, si potrebbe definire l'assioma che una persona ipocrita o violenta, aggressiva, negativa,ecc.ecc. non potrebbe mai assurgere ad un canto artistico, vero, perchè fondato quest'ultimo sulla condizione sine qua non che il canto artistico è illuminato da una profonda spiritualità, umanità, tolleranza, ecc. caratteristiche fondamentali a cui forse dovrebbero mirare tutti gli uomini, tutta l'umanità intera indipendentemente dal credo religioso, ma non per un'esigenza egoistica ma per un messaggio universale di benessere collettivo...:le nostre superflue necessità, i nostri cosidetti bisogni attuali così "impellenti"(????) vanno a discapito non solo di altri esseri come noi che soffrono e si annullano, ma anche a noi stessi perchè ci barrano gli occhi, ci foderano le orecchie, ci cucione le bocche, ci abbassano e ci amalgamano l'intelletto e quindi in maniera omertosa, ognuno nel proprio orticello "illusorio" miraggio di un benessere fittizio, crediamo di aver, di possedere, di vincere.... tutto vano, tutto aleatorio e molto probabilmente il nostro declino è già iniziato ed evolve sempre più verso "lo spread" del nulla del vuoto... Mah, Fabio oggi è lunedi forse sono un pò troppo pessimista (è una parola che non mi piace molto, non ha significato...) ma non riesco a vedere molte vie d'uscita...

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    1. Caro Salvo, la questione è più complessa. Il violento e l'ipocrita sono persone fisicamente, esteriormente assoggettate a comportamenti materialistici, egoistici ecc. La questione si fa difficile quando abbiamo a che fare con persone che possono dare l'idea di essere profondamente spirituali, magari credenti, gentili, aperte... ma in realtà distanti da una autentica umiltà, animate da spirito altruistico, di ricerca, di condivisione, di generosità ecc. Io vivo un periodo molto travagliato, sotto questo punto di vista, perché ci sono giorni in cui sono ottimista e credo sinceramente in una risalita da questo clima di desolazione, e altri giorni in cui mi demoralizzo e faccio fatica a crederlo, ma anche questo è un possesso di un'indole negativa che non appartiene e non deve appartenere all'uomo che vuole concorrere alla saggezza e all'illuminazione; se è possibile, come è possibile, la perfezione, allora dobbiamo guardare anche a un futuro migliore. Non significa l'eden in terra, ma comunque un ciclo positivo e unificante.

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