Translate

sabato, marzo 22, 2014

Dell'uomo

Ricordo, avevo 17 anni, che un mio prof. delle superiori un giorno disse una frase che mi fece a lungo riflettere. Egli disse: "io credo che l'uomo sia un animale come tutti gli altri con un cervello molto (o troppo!) sviluppato. Ogni animale sviluppa qualcosa per difendersi, l'uomo ha sviluppato il cervello". Era un insegnante  molto severo e dunque difficilmente contrastato nelle sue affermazioni, ma io, nonostante l'estrema timidezza, lo contestai almeno un paio di volte, con gran meraviglia dei miei compagni, ma non quella volta, perché la frase mi giunse inaspettata e non avrei saputo cosa ribattere. So che non mi piaceva, e ci ripensai più volte; quando giunsi alla risposta era ormai troppo tardi per contestaglierla. Sicuramente ci può essere del vero nel fatto che l'uomo in una certa epoca era l'animale più fragile e indifeso in natura e che dunque aveva la necessità di sviluppare qualche cosa per opporre un freno all'estinzione, e può benissimo essere che questa cosa fosse l'intelligenza. Senz'altro una capacità maggiore di altri animali di costruire rifugi, arrivare a forgiare armi, per quanto rozze, magari scoprire e saper maneggiare il fuoco, ok. Con alcuni mezzi senz'altro l'uomo avrebbe saputo e potuto cavarsela egregiamente e vivere in armonia e simbiosi con la natura. Ma la risposta primaria a quel discorso del prof., che oggi posso ben definire assurdo e misero, per uno che si atteggiava a grande intellettuale, è: perché la parola? L'uomo non aveva alcuna necessità di affinare il linguaggio verbale (per non dire di quello scritto!); una comunicazione assai semplice, gestuale o con pochi suoni inarticolati, come molti animali, sarebbe stata più che sufficiente. Ma poi ancora mi sarei potuto spingere ben oltre. Egli, architetto, come avrebbe spiegato con la sua strampalata teoria la sua stessa disciplina: il senso estetico, l'arte - di qualunque tipo?. Mi pare talmente ovvio che ... 'oltre il cervello c'è di più' che non mi pare nemmeno il caso di commentare oltre. Però ho inteso inserire questo post per fare una riflessione attinente il nostro campo prendendo spunto da quel lontano ricordo. Ho più volte ricondotto la scuola di canto cui appartengo a uno studio su "come siamo fatti", indagine che appartiene a pochissime scuole in ogni campo dell'arte. L'unica altra di cui ho sicura informazione è quella del M° Sergiu Celibidache, che attiene, per mia fortuna, al campo più generale della Musica e più in particolare della direzione d'orchestra. Poi sicuramente ci sono molti campi che riguardano in generale la filosofia o gnoseologia e molte scuole di pensiero orientali, che riguardano più che altro le arti marziali. Noi possiamo dire che esiste un cervello che, come in tutto il regno animale, governa determinate attività dell'uomo. Personalmente lo definisco "cervello fisico" non tanto perché così è, ma perché il suo campo d'azione riguarda l'intero nostro corpo fisico. Non è che l'intelligenza sia prerogativa dell'uomo; anche un gatto è intelligente, persino un ragno, una pulce! E' vero che l'elemento di maggior spicco in questi soggetti è l'istinto, ma non possiamo concludere che sia SOLO l'istinto, perché ciascuno di essi si trova a dover operare delle scelte. Ci sarà quel gatto "scemo" che non sa prendere decisioni molto assennate e si caccerà in qualche guaio, ci sarà il cane o il gatto più intelligente che saprà compiere gesta importanti e di sicura ammirazione. Pensiamo ad alcuni di questi esemplari che salvano uomini, che si prendono cura di altri animali da loro dissimili, ecc.
C'è il campo della parola, ok, c'è, o meglio di sono, i campi dell'arte, che oltrepassano qualunque possibile campo che possiamo ricondurre a intelligenza o istinto, ma, in parte ad essi collegati, ci sono altri campi, che citiamo e a cui ci riferiamo continuamente e a cui forse pochi dedicano attenzione nella loro costituzione. Cos'è la CREATIVITA'? Cos'è la FANTASIA? Cosa sono le IDEE? e di conseguenza le IDEOLOGIE? Cos'è la stessa RIFLESSIONE, che sto facendo durante questo scritto, e così via. Lascio per ultima la componente più fondamentale e rivoluzionaria, quella che realmente è artefice della genialità umana, e cioè l'INTUIZIONE. Spesso si riconducono queste caratteristiche più sviluppate, alla stessa intelligenza generica, ma in realtà non c'entra niente. Sappiamo bene tutti che persone addirittura con gravi problemi mentali risultano invece geniali proprio nella creatività, nella fantasia, nell'intuizione; ci sono stati fatti persino film! E' chiaro che le due cose non solo non sono legate, ma addirittura possiamo arrivare ad affermare che l'uno, cioè il "cervello fisico" è d'impaccio a quest'altra caratteristica, questa sì, solo dell'uomo. L'uomo è questo, è fantasia, è genialità, è capacità di riflessione e creazione senza confini. Il confine è proprio quello opposto dal suo essere "ingabbiato" in un animale e nell'avere, necessariamente, un cervello che ne domina il funzionamento e che non permette facilmente deroghe alla sua logica. Ma a cosa possiamo riferirci quando parliamo di queste caratteristiche extrafisiche dell'uomo? Si può parlare di spiritualità, di extrasensorialità, di capacità "divine"? Alcuni, più pragmaticamente, parlano "semplicemente" di aree del cervello più nascoste e silenti cui abbiamo un accesso più difficoltoso e misterioso. E perché? in fondo non è così importante capire o sapere se la nostra genialità umana è in una parte della nostra materia grigia o proviene da mondi sconosciuti, anche se la curiosità è il primo stimolo proprio per accedere a queste aree. Quello che è più interessante è capire perché queste aree o capacità sono meno indagabili e attive. E allora ecco che la scuola (o meglio le) da cui derivo ci porta interessanti chiarimenti. Ho già scritto in passato sul "risparmio energetico". Ammettendo che queste peculiarità straordinarie appartengano ad aree "nascoste" della mente, si può ipotizzare verosimilmente che restino nascoste in quanto non essendo utili alla vita e alla sopravvivenza, assorbirebbero energie non necessarie a ciò che essa ritiene la vita, e quindi mette un freno. Questa è sicuramente una buona spiegazione. Non basta, però. L'opposizione è troppo feroce per pensare sia solo da assegnare a un "limitatore" di consumi. C'è quindi anche una spiegazione gnoseologica, di cui ho dato ampi dettagli in alcuni post precedenti e che non sto a ripetere per non appesantire troppo questo già lungo post. Ciò che ripeto però ancora una volta, in conclusione, è che l'arte è dell'uomo, che l'arte è nell'uomo, e che per farla emergere non possiamo "violentare" il nostro fisico e la nostra mente cercando di estorcere mirabilanti effetti, quando con il pensiero e l'intuizione si può far emergere il meglio delle nostre qualità; ma il costo è l'umiltà, quella che pochi sono disposti ad assumere.

3 commenti:

  1. Salvo9:23 AM

    Penso, almeno per me, questo sia uno dei più bei post che tu abbia scritto... A beautiful mind! ;-)
    Grazie ancora.

    RispondiElimina
  2. Anonimo7:03 PM

    Bel post, foriero di profonde riflessioni.
    Anche se l'intelligenza non è strettamente definita e appunto, il genio può arrivare in maniera imprevedibile, secondo me è tutto chiaramente opera del cervello e della materia grigia, è solo più complesso della logica razionale, è probabilmente una logica superiore, più libera da certe consuetudini e costrizioni. Potrebbe essere il motivo per cui molte menti geniali sono autistiche o asperger, per dire.

    RispondiElimina
  3. Grazie. Esatto, Anto, e qui può starci anche la motivazione per cui alcuni "geni" abbiano fatto uso di sostanze non proprio salutari o di alcool, cioè un sistema artificiale per indebolire la mente razionale e lasciare avanzare le capacità creative che viceversa sono frenate e molto difficili da far emergere con la volontà e lo studio.

    RispondiElimina