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martedì, aprile 14, 2015

L'inganno (in)felice

Utilizzo questo titolo di una giovanile opera rossiniana per addentrarmi in un campo che oserei quasi definire demoralizzante. Mi scrive una studentessa di canto, non più alle prime armi: "... il metodo che mi è stato insegnato [per undici anni, ndr] è sempre stato lo stesso, cioè la voce che non esce dalla gola ma dalla testa e soprattutto le vocali non aperte ma chiuse per permettere alla voce di scurirsi e di poter cambiare registro.... Insomma ció che vorrei capire sta proprio in questo.... come posso permettere alla mia voce di appoggiarsi se lascio tutto cosi largo? e il colore? e poi la sostanziale differenza tra lirica e musica moderna non sta proprio nel fatto che noi usiamo le casse di risonanza e loro il microfono? ma.se le vocali si allargano e le parole vengono scandite cosi bene come puó la voce sentirsi fin all'ultimo loggione di un teatro?". La voce non può NON uscire dalla gola, su questo dobbiamo eccepire, ma che la SENSAZIONE debba essere quella, ok, può essere condivisa. Ma "uscire dalla testa" cosa significa? La testa è "oggetto" alquanto voluminoso con molti organi, molte parti e anche diversi "fori". Per qualcuno la voce deve uscire da "sopra" la testa; per qualcuno dalla parte frontale alta, per qualcuno addirittura dalla parte occipitale, tutti luoghi privi di orifizi, da cui non può uscire nulla, pertanto non posso non definirle un mucchio di idiozie pericolose. La voce esce da dove la natura ci ha consentito di farla uscire: dalla bocca. Però c'è la questione "risuonatori". Qui si attaccano gli insegnantucoli che si sono appiccicati quattro cose e che ripetono a pappagallo senza un che di pensiero autonomo e critico. "Bisogna utilizzare i risuonatori". Ma cosa significa?? Per qualcuno (i più arretrati) bisogna proprio "mandare" la voce nelle parti alte della testa dove ci sono ampi spazi liberi (qualcuno di spazi liberi ne ha, evidentemente, davvero tanti!!), come fosse un oggetto che si manda dove si vuole. Certo, è vero che ci sono delle canalizzazioni e che è possibile indirizzare il flusso un po' più in una direzione che in un'altra e che determinati movimenti muscolari possono creare canalizzazioni diverse, per cui il suono può andare nelle cavità nasali, almeno in parte, anziché in bocca, ma sempre con conseguenze negative. Il fatto è che solo a pochi viene in mente che abbiamo un "ponticello", costituito dal palato anteriore (alveolare), che quando colpito dal suono mette in vibrazione automaticamente la parte superiore del volto e delle cavità connesse. Perché questo ponticello non funziona sempre al meglio? Perché il suono non possiede innatamente, se non per alcuni privilegiati, le caratteristiche di intensità che permettono a questo amplificatore di svolgere efficacemente il proprio ruolo. E qui, per l'appunto, veniamo all'altro punto critico, cioè l'appoggio. La scarsa conoscenza fa dire a gran parte degli insegnanti che l'appoggio non c'è e va imparato e sostenuto con forza. E così facendo vanno esattamente in direzione opposta!! Guardate un po' che inganno si cela dietro a un concetto che viene inculcato nelle menti: "se pronunci troppo viene meno la risonanza "di testa", quindi diventi un cantante di musica leggera (aspettate che rido) e perdi l'appoggio, perché per avere l'appoggio ci vuole il suono scuro (poveri Lauri Volpi, Tamagno, Schipa, Pagliughi, ecc. come avranno mai fatto con quelle voci chiare e con quella pronuncia ineccepibile??). Poi pure "cambiare registro". E già, se non si usa il colore scuro... addio registri! (aspettate che rido di nuovo). Che poi sui registri cosa avranno capito? Comunque il centro di tutta la questione sta in questo: creo un colore oscuro entro di me, mi guardo bene dall' "aprire" i suoni, li tengo ben ben chiusi in modo che si crei una "bomba" interna che genera appoggio. Capito? E magari questi sono quelli che sparano a zero sull'affondo non rendendosi conto che in un modo o nell'altro sono tutti affondisti. Anche il mio primo insegnante mi parlava in modo negativissimo dell'affondo, ma alla fine cosa mi ha insegnato? ad affondare. Questo è l'inganno infelice! Tutti parlano e sparlano, ma poi una linea di pensiero e educativa della voce realmente efficace e chiara non ce l'ha quasi nessuno! Anche il fatto di far "parlare", ok? Ma sanno esattamente cosa stanno facendo quando propongono esercizi parlati, o lo fanno per distinguersi da altri e provare un'altra strada? Non solo i suoni vanno aperti e chiari, ma i pensieri, la mente deve essere aperta e chiara, luminosa! L'appoggio non va imparato, non c'è nulla da inventare, dobbiamo avere la pazienza e procedere con prudenza, con sicurezza verso una meta conosciuta, non navigando "a vista", o peggio, con la sicurezza dell'incoscienza.

2 commenti:

  1. Allucinante. Leggevo proprio in questi giorni alcune recensioni ritagliate da vecchi giornali riguardanti la mia cantante preferita, Eugenia Burzio. Premesso che il pubblico per quest'artista andava totalmente in delirio, i critici nelle recensioni non facevano che lodarne, oltre alla possanza vocale, la chiarezza di dizione. Ed i dischi che il soprano piemontese ci ha lasciato confermano una pronuncia scanditissima, oltre a testimoniarci l'uso di un'emissione molto chiara e aperta, a tratti persino fastidiosa (oggi neanche pensabile, purtroppo). Altroché scurire e non scandire le parole! Ribadisco che in teatro era una voce portentosa! Tra l'altro pare abbia studiato con Carolina Ferni, a sua volta allieva di... Giuditta Pasta, la prima Norma!
    https://www.youtube.com/watch?v=9J3_bgDg-2k

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  2. Caro Fabio sto adesso riprendendomi da una brutta bronchite.... durante la quale comunque mi sono esercitato (senza eccedere) ed i vicini di casa mi hanno testualmente.... sentivamo la tua tosse (abito in una zona silenziosa....) ma sentivamo altrettanto bene la tua voce che arrivava chiara e pulita... ma come fai a cantare con quel catarro? La mia risposta, che li ha lasciati un pò stupiti, è stata semplicemente canto con il fiato non con i bronchi. Ma a parte questo, hai messo un bel pò di carne a cuocere! Sul ponticello che io chiamo "levatoio", ci sarebbe proprio tantissimo da dire oltre quello che sacrosantamente hai già detto. Il ponticello si attiva nel momento stesso in cui mi apro, in tutti i sensi.... è appunto un qualcosa che normalmente sta chiuso dietro l'arcata superiore quasi alla radice del naso e coinvolge a volte anche i muscoletti delle nari aprendo un passaggio bellissimo che ti mette in relazione con l'esterno.... ma prima di tutto lo puoi fare solo se apri una volta per tutta la mente e la smetti di pensare ad incupire, a partorire innaturalemnte o tramite vari tagli cesarei qualcosa che non può avere che una unica strada giusta. Perseveranza, studio, pazienza e fidarsi un pò anche del proprio istinto in determinate scelte.....

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