Mi sono impelagato in uno di quei lavori cervellotici e non so quanto utili: produrre una mappa concettuale del canto, iniziando da quello "tecnico", cioè delle più comuni metodologie, esaminate, però, dal punto di vista delle nostre esperienze e conoscenze. Sono nove diapositive che pubblicherò progresssivamente con qualche commento.
1) Si parte dalla voce "istintiva", che non definisco "naturale", come si fa comunemente, per non dare etichette discutibili. La voce istintiva è quella cui fa capo un fiato minimo indispensabile. E' un dato soggettivo, ed è un dato relativo unicamente all'uso vocale, cioè non è detto che una persona abbia tanto o poco fiato, ma quanto di questo fiato è indirizzato all'uso della voce.
2) la voce istintiva è suddivisa in due porzioni, quella che utilizziamo per parlare normalmente, per relazionarsi e comunicare col prossimo e occupa la zona centrale della gamma (o centro-grave), e quella che utilizziamo per gridare, per motivi di difesa, di offesa, per imporre il nostro potere, per gioco, per richiamare l'attenzione degli altri, ecc. e che occupa la parte acuta della gamma.
3) il canto lirico, o classico, consiste in un utilizzo più intenso e su una ampia estensione - o tessitura - della voce istintiva e mediante l'applicazione di una intonazione precisa su una melodia. Queste condizioni, necessarie, provocano una reazione da parte del nostro organismo.
4) il nostro corpo, e in particolare il diaframma, sottoposto a maggiore peso e al fatto che il fiato esce più lentamente trovando l'opposizione delle corde vocali accollate, reagisce sollevandondosi e creando maggiore pressione nei polmoni e conseguentemente anche sotto la laringe.
5) le reazioni biologiche, il sollevamento diaframmatico, l'aumento della pressione, producono irrigidimento mandibolare, sollevamento della laringe e della lingua, indolenzimento dei muscoli del collo, della nuca, della zona sternale. Anche il fiato istintivo viene sottoposto a "tecnica" per poter essere in qualche modo (fisico) controllato.
6) dunque, cantare necessita il superare in qualche modo queste difficoltà. Pressoché tutte le scuole di canto del mondo, per fare questo, adottano delle tecniche, ovvero un "impostazione" della voce. Purtroppo queste tecniche non partono coscientemente dall'analisi appena compiuta.
le tecniche di impostazione della voce si esplicano in due direzioni, rispetto le cause analizzate: contrastando la reazione o assecondandola.
7) analizziamo le tecniche che constrastano la reazione, la più nota delle quali è quella detta "dell'affondo". Esse si basano principalmente sulla forza che si compie soprattutto verso il basso, compresa la tecnica respiratoria diaframmatica-addominale e sull'uso di diversi muscoli. Queste metodiche non vincono la reazione, ma in realtà la sollecitano ulteriormente e la rafforzano; i possibili buoni risultati sono dovuti all'irrobustimento delle strutture muscolari, alla prestanza fisica ma soprattutto alla "tolleranza" che l'istinto possiede e concede per poter superare difficoltà vitali che dovessero presentarsi. Questi "buoni risultati" si esplicano in termini di potenza e timbro, ma impediscono un canto nobile, espressivo, morbido, modulabile dinamicamente, agile, fissandosi su intensità elevate, timbrature scure monocrome, e impedendo di fatto l'emergere di un vero canto sul fiato e della pronuncia sincera e personale, realizzando un tipo di voce "imitativa" di un generico canto lirico superficiale, di semplicista suggestione. Infine questa tecnica grossolana non raggiunge un superamento della divisione della voce istintiva, (infatti, come si noterà nella mappa, praticamente abbiamo fatto un giro e siamo tornati pressoché da capo!) permanendo le voci di petto e falsetto-testa, fintamente unite con meccanicismi e per mezzo del colore oscuro generalizzato.
Proseguo su un altro post per non appesantire troppo.
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