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giovedì, gennaio 12, 2023

La sostenutezza

 Quello che vado a fare è un discorso più mirato a chi studia già da un po' di tempo e bene. In tutte le scuole di canto si parla molto di respirazione, ma lo si fa come se fosse un'attività distaccata dal canto, la qual cosa sostanzialmente serve a poco o niente. Il respirare deve essere sempre legato all'attività per cui si compie quest'azione, quindi nel nostro caso, al canto. Dopo un periodo più o meno lungo in cui l'insegnante lavora per far sì che le reazioni del corpo si abbassino, e in quel periodo è più opportuno compiere una respirazione diaframmatica, ma non troppo caricata, più naturale possibile, ecco che diventerà più efficace passare alla respirazione costale, che rappresenta l'integrazione della diaframmatica. Per dirla tutta, è meglio iniziare sempre le lezioni o le sedute con la diaframmatica, per passare alla costale quando si avverte che il fiato è libero e fluido. La respirazione costale ha il vantaggio di non premere sugli intestini e di far sì che il diaframma assuma una posizione più orizzontale, quindi più vantaggiosa (nella diaframmatica tende ad assumere una posizione inclinata verso l'avanti, quindi a spingere verso la bocca dello stomaco). Ora, cosa capita quando si canta? Che diminuendo il fiato, le costole tenderanno a chiudersi, a ricadere, e quindi l'intero torace a premere sul fiato, che non avrà più la libertà di alimentare il canto. per questo motivo noi dobbiamo sostenere non la voce, come si dice in molte scuole di canto, ma il petto, perché è con quest'azione che si consente all'aria di "galleggiare", cioè di mantenere quella libertà che è fondamentale per un canto artistico. Gli antichi insegnanti parlavano e raffiguravano la sostenutezza con quell'atteggiamento "nobile" che risulta proprio dallo "stare su", dal non consentire MAI al petto di ricadere. E' un impegno importante che deve essere esercitato a lungo perché divenga naturale. Mantenere quella postura significa anche mettere la muscolatura respiratoria nella condizione di rimanere come se fosse sempre in inspirazione, cioè non creare l'apnea e la chiusura glottica dopo la presa del fiato. 

Questo atteggiamento diventa particolarmente importante da osservare quando si studiano i brani. Eseguita una prima frase, durante la quale si sarà consumato del fiato, se non si è stati capaci di mantenere il busto ben sostenuto, esso "cadrà", cioè non si sarà mantenuto il galleggiamento del fiato. La qual cosa è comprensibile per un certo periodo; ciò che diventa importante è il recupero successivo! Cioè il problema è che se non si prende il respiro successivo riportandosi nella postura del petto alta e fiera, la seconda frase ristulterà subito carente e alla lunga tutto ciò porterà alla stanchezza vocale. Certo anche rimanere in quell'atteggiamento può portare a stanchezza fisica (non vocale), ma in tempi piuttosto brevi si riuscirà a superare questo problema, perché il peso e l'impegno non sono affatto gravosi, non parliamo di pesi e carichi consistenti. Quindi sarà necessario studiare con una particolare attenzione e concentrazione: non andare avanti indifferentemente, ma ogni volta che si dovrà riprendere il fiato, lo si dovrà fare con il tempo necessario a far sì che sia completo, cioè che ci consenta di riportarci nell'atteggiamento più alto, nobile possibile ("datti delle arie" diceva il m° Antonietti). Questo, pertanto, ci impedirà di studiare con un accompagnamento eseguito a tempo, quindi questo è un esercizio da fare a cappella. Se subentra stanchezza fisica, ci si ferma per un po'. Se subentra stanchezza vocale, vuol dire che non lo si sta eseguendo correttamente. 

2 commenti:

  1. Anonimo3:04 PM

    Salve Maestro, sono qui a fare i miei complimenti per questo blog e a chiedere delle delucidazioni, ho letto gli articoli sulla respirazione e ho capito che non va fatta di pancia, mi sembra di capire che invece bisogna concentrarsi su allargare la zona del petto e ascelle in fuori lateralmente, e' giusto? Quindi proprio sopra al diaframma 4 non le costole sotto a esso nella zona dell'epigasteio in fuori. Oppure bisogna fare rientrare dolcemente l'epigastrio in modo leggero cone Lei evidenzia e allo stesso tempo lasciare che il torace si espande? Poi quando si canta dobbiamo stare con il petto allargato e tenere con addome. E' corretto?
    Grazie
    Cristina

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    1. Buongiorno e grazie per il commento. Ciò che ha scritto è sostanzialmente corretto. Ribadisco, però, che questa respirazione non è molto opportuna nei primi tempi di studio, ma va realizzata già in tempi un po' avanzati, per evitare di contribuire al sollevamento del diaframma. Si tratta di sostenere il petto, cioè evitare di premere o di far gravare il peso del torace sul fiato e quindi sul diaframma. Nei primi tempi di studio, o quando non si ha una educazione vocale particolarmente valida e si sta facendo un recupero, è meglio utilizzare una respirazione dolcemente diafrmmatica, cioè evitare di premere sul basso, lasciare praticamente quella che potremmo definire naturale, spontanea. Mai esagerare con la quantità di fiato. Saluti

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