La lezione ci fornisce esperienza. L'insegnante non solo ci mette nella condizione di svolgere determinati esercizi, ma ci spiega il perché si fanno, perché si fanno così, perché è bene fare e/o non fare determinate azioni, e così via. Lontani dalla lezione si può tentare di ripetere gli esercizi, ma spesso, specie nei primi tempi, abbiamo molte esitazioni e dubbi sulla correttezza. In effetti, facendo ci possiamo trovare di fronte a ostacoli imprevisti o che non ricordiamo e che quindi non sappiamo affrontare e abbiamo paura di affrontare perché temiamo di praticare in modo scorretto e quindi di fare passi indietro o procurarci danni. Lo stesso insegnante suggerisce di non fare esercizi a casa, o di fare solo quelli più semplici e sicuri. Ma c'è una via più interessante e tranquilla: l'immaginazione. La nostra immaginazione non fa differenza tra ciò che facciamo praticamente e ciò che immaginiamo. E' stato provato che tra persone che facevano un certo esercizio fisico e altre che lo immaginavano soltanto, al termine di un periodo di prova, sono stati riscontrati gli stessi risultati. L'esperienza è importante, quindi l'esercizio domestico può consistere anche solo nel ripercorrere ciò che abbiamo fatto a lezione. Se abbiamo una registrazione ci può anche aiutare, ma l'immaginazione deve essere compiuta nel silenzio. Si tratta di riprovare alcune sensazioni sia positive che negative, resistere a quest'ultime e ripercorrere felicemente le prime. Faccio un esempio: se io mi impongo di non fare una determinata azione, ad es. non prendere il caffè, so che potrà capitare di trovarmi nella situazione in cui sarò messo in una condizione forte di derogare a quel mio precetto, ad es. un incontro con amici o parenti. In quel momento io sarò fortemente sollecitato a derogare, trovando mille scuse ("è solo una volta, cosa potrà mai farmi", ecc.). La questione è vivere con l'immaginazione fin dal momento in cui ho preso una determinata posizione (non prendere il caffè) il momento in cui mi troverò in difficoltà e come, con quale volontà e con quale coscienza affrontare e superare la spinta alla deroga. E' un esercizio per nulla semplice. Io, non volontariamente ma grazie all'esperienza compiuta con i miei studi e soprattutto grazie alla spinta interiore che non mi ha mai abbandonato, ho spesso immaginato la mia voce staccata dal corpo e libera nell'ambiente. Quando questo mi è accaduto ho provato una grande gioia e una sensazione di vera libertà, che non vedevo l'ora di riprovare nella realtà. Ribadisco che non si tratta di "inventare", cioè non posso immaginare ciò che non ho mai vissuto, quindi ciò che conta è l'esperienza, e l'esperienza della lezione deve diventare fondamentale per l'evoluzione che ho in animo di percorrere. Non si tratta di memorizzare, la memoria conta poco e niente, ma di vivere con tutta l'anima e il corpo, di provare effetti concreti, anche se non necessariamente fisici. So che immaginare di rifare solo mentalmente determinati esercizi può essere molto impegnativo per la mente, ma è proprio questo impegno a permetterci di compiere importanti passi avanti. Se si considera l'importanza di questo procedimento, anche la lezione può assumere una importanza diversa, nella prospettiva di dover poi immaginare di ripeterla personalmente. Si dirà: non ci riesco, non so come fare... sono le solite scuse. Bisogna provare e impegnarsi. All'inizio sarà difficile e breve, ma poi si arriverà a praticare con successo.
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