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sabato, settembre 17, 2011

Oro o ottone...

Uno stimolo che il M° Antonietti andava spesso ripetendo agli allievi, era quello di riconoscere e scartare ciò che sembrava oro ma non lo era, come l'ottone. Il significato spero sia chiaro: quando si produce una parola o anche una semplice vocale, riconoscere, capire, sentire se è realmente QUELLA parola o vocale, o se semplicemente "sembra". La differenza è abissale. Se la parola è "d'oro", cioè esattamente quella che abbiamo in animo di produrre, il suono sarà immediatamente più libero, più bello, più spazioso, più ricco, e soprattutto sempre intonato. Potrà sembrare strano, ma quando si pronuncia esattamente, si avverte una sorta di "click", come se quel suono si incastrasse perfettamente nel proprio alloggiamento e a quel punto niente potrebbe più spostarla. E' "quel" suono, perfetto nella sua unicità. Ricordarsi, inoltre, che, affinché due o più suoni consecutivi siano perfettamente legati, il processo più corretto è sempre e solo quello di confermare o ribadire la pronuncia anche di tutti i suoni successivi al primo, e non "strascicarli" o nebulizzando la pronuncia nel timore di perdere il legato.

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