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domenica, febbraio 12, 2012

musica, canto e... microfonìa.

Post complesso questo perché pone al centro della questione il microfono, e la questione riguarda la Musica e il Canto. Il microfono può avere sostanzialmente due utilizzi: amplificazione e registrazione. In queste due attività ci sono aspetti comuni e aspetti separati da analizzare. Cosa c'è in comune? che il microfono è un mezzo meccanico di "teletrasporto" del suono. Egli capta i suoni da una fonte (mettiamo una voce cantata) e li trasporta in un centro elettronico dove possono essere miscelati con altri eventuali suoni, e spediti a un amplificatore o a un registratore o in entrambi i luoghi. Nonostante i passi da gigante dell'elettronica, è fatale che il microfono modifichi, alteri il suono originale, perché la membrana che capta il suono vibra e vibrando diventa essa stesso uno strumento sonoro e quindi aggiunge qualcosa al suono esterno o lo modifica. In secondo luogo è da considerare sempre questa membrana quanti e quali tipi di vibrazione sarà in grado di riprodurre, in quale spettro, e con quale fedeltà. Da qui poi il processo si fa interminabile: il cavo elettrico influisce sul suono (posso testimoniarlo: anni fa un mio amico appassionato di impianti HI-FI mi invitò a casa sua perché aveva acquistato nuovi componenti e voleva provare diversi cavi di collegamento tra casse e amplificatore; ebbene, ne provammo almeno 4 tipi e vi assicuro che le differenze di timbro, di brillantezza e di esaltazione di particolari frequenze era evidentissimo); il mix influisce sul suono (senza contare che nel mix ci sono una miriade di cursori che influenzano numerosi parametri), poi ulteriori cavi quindi il registratore o l'amplificatore e le casse, le quali sono membrane che replicano quanto già detto a proposito del microfono. Per quanto pochissimo ogni elemento influisca, è evidente che al termine la somma di tutto avrà apportato modifiche sostanziali al suono originale.
Facciamo ora un discorso sulla registrazione. La registrazione può essere un sistema per "fotografare" un'esecuzione. E', quindi, esattamente come una fotografia: piatta, immobile. Il suo scopo può essere quello di rammentare un artista, un'esecuzione particolare, pur con tutti gli enormi limiti che ci possono essere. Così come una persona anche ormai morta da decine di anni continua a rimanere impressa su un cartoncino, anche l'evento musicale può restare a ricordo di una persona o gruppo di persone e i suoni che hanno prodotto. Ma sempre di morti si tratta; nel primo caso, la foto, morte fisica, nel secondo caso morte artistica, la quale non necessita della morte delle persone, perché ciò che muore è la musica, appena terminata l'esecuzione. Impossibile, sempre e comunque, che qualcosa o qualcuno possa mantenere in vita quell'evento. Ci sono una moltitudine di motivi per cui il disco non è e non può essere musica, oltre a quanto già detto a proposito del microfono. Le condizioni di ascolto non possono essere le stesse; chi esegue un brano lo fa rapportandosi al luogo, dunque quanto ascolterò in casa sarà completamente decontestualizzato. Il volume non può essere lo stesso, ma il fatto che io posso intervenire sul volume mediante un dispositivo elettronico, è quanto di più antimusicale possa esserci! Pensate a un oboe che esegue un assolo in mezzo a un'orchestra di 120 elementi; a casa nostra non si può rapportare al suono fortissimo di tutta l'orchestra, perché salterebbero i vetri delle finestre quando ciò avvenisse! per cui già gli ingegneri del suono avranno "equalizzato" la registrazione in modo da creare minori contrasti, il che vuol dire che hanno modificato i volumi originali dell'orchestra... e gli armonici? Già, perché in base alla massa sonora l'orchestra, e/o i singoli strumenti, emetteranno una certa quantità di armonici, che sono la ricchezza del suono, e che, quando il direttore sa ciò che fa, determineranno anche IL TEMPO di esecuzione. Se gli ingegneri del suono modificano i volumi, e se io a casa intervengo sul volume generale, taglio di fatto una gran quantità di ricchezza sonora, e dunque avrò la percezione di un suono lento, perché gli eventi musicali mi arriveranno come se tra uno e l'altro ci fosse un "buco", un intervallo troppo lungo e dunque si perde la continuità fonica (per questo motivo adesso si fa tutto velocissimo). Insomma, potrei andare avanti a lungo, ma credo ce ne sia già abbastanza per illustrare che il disco, se preso con lo scopo di ascoltare musica, è fuorviante e non porta che alla morte di quest'Arte, dunque tenerlo solo come si tiene un album di foto.
Veniamo invece al rapporto tra canto e microfono. In questo caso lo scopo precipuo è l'amplificazione artificiale. Abbiamo già visto che il microfono modifica, indipendentemente dalla volontà degli attori (cantanti, ingegneri del suono...)il suono originale. In alcuni casi questo è considerato positivo; è noto che quasi tutti i cantanti di pop, rock, ecc., vanno in giro con propri microfoni, perché sanno che quel microfono valorizza (o aggiunge) determinate caratteristiche che possono migliorare la voce. In tempi abbastanza recenti, poi, l'elettronica ha permesso anche di inserire filtri e componenti in grado di rendere ancora più "sicura" la performance, sino al punto di correggere l'intonazione (lo si può fare in fase di editor per il disco, ma persino in tempo reale!).
L'uso del microfono è necessario per quei cantanti che si esibiscono su palchi immensi, addirittura in stadi con migliaia di persone. Diciamo che in molti generi ormai il microfono è indispensabile, perchè (fin dai tempi di, ad es., Lucio Battisti o Romina Power) ad un certo punto la musica leggera è diventata fenomeno per grandi masse e per piccole voci poco o nulla coltivate. Qui potrebbe aprirsi una grossa discussione; dal mio punto di vista, tolto che non possiamo parlare di Arte, è un fenomeno di costume che può avere un interesse anche non effimero. Molti cantanti hanno avuto una storia perché hanno inventato belle canzoni e le hanno cantate con una personalità spiccata e magari un timbro originale, particolarmente adatto a contrassegnare situazioni specifiche. Insomma, se ci riferiamo a questi stili, a mio avviso è fatale che il microfono ci sia e venga usato; poi possiamo (ma non ora!) parlare dell'educazione vocale di chi affronta questi generi. Altro discorso invece riguarda il canto artistico, di qualsivoglia genere, compreso un settore "classico-leggero", come possono essere molte canzoni napoletane o certa musica da salotto. Qui il discorso microfono è totalmente fuori luogo e da condannare. Sarebbe come permettere l'uso di un motorino alle biciclette! Non è più ciclismo, allora! L'Arte del canto consiste propriamente nell'amplificazione NATURALE della voce. E' una prerogativa, per quanto difficile, della voce umana, che richiede studio, volontà, applicazione e una guida sicura. Il risultato può essere di valore storico, come lo può essere un dipinto, una scultura o un qualunque altro gesto che dall'ordinario sia proiettato verso una Verità intesa come trascendentale (anche se trascendentale non è). E' vero che il microfono può rendere più "democratico" il palcoscenico, nel senso che la voce naturalmente grande non la fa più da padrone (anche se qualitativamente inferiore) sulla voce più piccola, ma questo non c'entra niente con questa disciplina. Come ripeto, allora anche il ciclismo può essere democratico se do a tutti un piccolo motorino, così il più debole riesce a fare le salite durissime con la stessa facilità. Ma a chi può interessare, questo? E' vero che qui abbiamo aspetti espressivi da mettere in campo, ma l'abilità del cantante sta proprio in quella capacità di riuscire ad esprimere tutto ciò che è necessario senza perdere l'espansione sonora necessaria a farsi sentire in qualunque teatro. Sappiamo che cantanti con voci "piccole" hanno cantato ovunque, anche all'Arena di Verona, senza problemi. Da qualche anno sappiamo che in molti teatri stanno applicando microfoni (con le tecnologie attuali si possono rendere pressoché invisibili), il che non può portare che ad ulteriore e mortale decadenza il mondo della musica, del teatro d'opera e della vocalità. Vuol dire equiparare anche questo settore a quello dello spettacolo televisivo e del varietà, vuol dire che qualunque cantantucolo con un po' di estensione avrà la possibilità di cantare anche la lirica, affossando ulteriormente tutti gli aspetti musicali, oltre che vocali. Già adesso siamo costretti a sorbirci in TV e su internet indecorosi spettacoli ove pseudocantanti urlatori, solo perché dotati di una voce di bel colore, rovinano indecorosamente arie o romanze, senza alcuna pietà per il fraseggio, per il giusto apporto di intensità, di articolazione, di legato, ecc., e sempre con pubblici immensi che vanno in delirio esaltati da presentatori che di solito non riescono nemmeno a pronunciare correttamente il nome dell'autore o il titolo del brano o dell'opera. Quando ero giovane era diventato di moda prendere brani classici e rielaborarli "modernamente". Meravigliose arie di Bach, Beethoven, Mozart... rese vomitevoli e patinate con l'implacabile sommesso martellare della batteria, violini sviolinanti, echi, effetti cattedrali, per creare l'ambiente "night"... io protestavo energicamente e mi si diceva: eh ma in questo modo si attirano più giovani verso la classica. NON E' VERO! e se anche fosse, chi se ne importa! Preferisco 10 giovani che si avvicinano sentendo VERA musica, che 100 che credono che James Last (come oggi Allevi) facciano musica. E' un settore "di nicchia"? ben venga, meglio separati nettamente che questa commistione insulsa. Ognuno faccia il genere che predilige, vuoi come esecuzione, vuoi come fuizione. Non c'è niente di male a non sapere niente di Arte e di Musica classica o lirica. Da quando si insegna storia dell'arte e della musica nelle scuole il livello di questo settore è precipitato... va beh, è un altro discorso.

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