E' una frase che ho sentito dire spesso: l'allievo ha superato il maestro. La cosa non è impossibile, se il maestro non è un virtuoso dell'insegnamento e non ha raggiunto un limite di perfezione. Dico spesso, e ribadisco, che il maestro non può insegnare più di quanto egli non sappia fare, però c'è un però: in rari casi l'intuizione può portare l'allievo, particolarmente sveglio, dotato (intellettualmente), pronto, ricettivo, spinto da una forte esigenza (chiamiamola anche passione) a portarsi, ad un certo punto, più avanti del proprio insegnante. In quel momento non potrà non rendersi conto di questo superamento, e in teoria dovrebbe interrompersi il rapporto, perché quell'insegnante non ha più nulla da dare, anche se ci possono anche essere aspetti diversi (ad esempio lo studio dello spartito) dove l'insegnante ha ancora una competenza superiore, e inoltre esiste sempre una gratitudine che in moltissimi casi rende saldo e durevole il rapporto anche se poco efficace. Attenzione a non farne una regola: il fatto che gli allievi siano ben disposti, con buona voce e caratteri privilegiati, per cui riescono a vincere concorsi e ad affacciarsi con successo sulla scena lirica, non significa aver superato il maestro (che non ha svolto una carriera, magari), perché quello non è un indicatore di qualità, quindi, se non si è dei narcisi autoreferenziali, è bene sempre avere diverse valutazioni. In linea di massima, comunque, ricordarsi che il superamento è un risultato piuttosto raro (poi bisogna anche vedere cosa si intende; la bella voce ce la dà la natura...).
Anche il M° Antonietti a un bel momento superò il M° Giuseppe Giorgi, ma per un po' di tempo continuò a frequentarlo, anche perché, per quanto inconsapevolmente, era stato l'artefice dello strepitoso risultato di cui noi ancora oggi possiamo godere, e speriamo di poter fare a lungo
Se oggettivamente ti rendi conto che il tuo Maestro non può darti più nulla che tu non sappia, quale strada bisognerebbe percorrere? Trovare un Maestro di un livello superiore, in che termini, con quale frequenza poi proseguire nel perfezionamento della voce? E a casa, da solo, che tipo di percorso si può fare? Insomma, come ti gestisci... dopo? Saluti.
RispondiEliminaPrecisiamo: "il tuo maestro non può darti più nulla che LUI non sappia!". Cioè parliamo di carenze dell'insegnante. L'allievo è logico che dal punto di vista informativo non ne sappia di più, ma può avere intuizioni ed elaborazioni di quanto ricevuto (anche da altre fonti, magari inconsciamente) per cui ha la netta sensazione di poter andare oltre. L'idea di andare da un altro insegnante di livello superiore è la strada più corretta, ma non facile e non sempre possibile. Se lo trova dovrà frequentarlo il più possibile. Se non lo trova probabilmente "è fregato", perché se sa di avere carenze vivrà con un dubbio che lo tormenterà e ne influenzerà negativamente le prestazioni, oppure si metterà a far da sé, ma è una strada molto difficile e raramente dà frutti di pregio.
RispondiEliminaParliamo di perfezionamento, di solito, con quella parte dello studio non direttamente applicata all'emissione ma al canto vero e proprio. Il discorso dell' "a casa", è delicato, e ne faccio un post apposito. Grazie.