Iniziamo da una versione storica femminile: Amelita Galli Curci. Tralasciamo l'introduzione strumentale per motivi evidenti. Bello il "caro" iniziale, ma anche lei cade nell'errore del "miò"! Poco corretto anche il "se-n-za" successivo, ma piuttosto frequente nei cantanti dell'epoca (fa lo stesso con "la-n-guisce". Trovo disdicevole che dopo il salto ascendente "te" prenda un fiato molto evidente. Ritengo che "senza di te languisce il cor" debba essere fatto in un unico fiato. Il "B" non si "carica" di tensione, però raggiunge l'acuto con un portamento molto significativo che dà giusta luce al momento musicale. Molto bello il collegamento alla ripresa con un portamento di grande effetto senza presa di fiato, che sarebbe il modo migliore, ma non tutti ce la fanno! La coda piuttosto incolore, tranne l'invenzione di un acuto in portamento, eseguito con maestria, e tutto sommato perdonabile sul piano stilistico. Eccessiva la corona sulla I, fuori misura. Ottima esecuzione, nel complesso, ma non memorabile.
Sul versante maschile inserisco Mattia Battistini, perché a fronte di qualche arbitrarietà, fa cose da artista di razza! L'introduzione col piano non è malaccio. La prima frase già la dice lunga: attacco morbidissimo, sognante. Il senso unitario, "la fine contenuta nell'inizio" qui c'è tutta! Già c'è il senso della perorazione, della richiesta amorosa e affettuosa, il "tragico-ironico" della situazione. Meraviglioso legato e il "mìo" detto come meglio non si potrebbe. Anche il "credimi almen" è recitato da grande attore, con un vero senso teatrale. Stiamo parlando di un' "arietta" da studentelli, ma qui abbiamo un'esecuzione, come giusto che sia, da accademia! Trovo, a questo punto, invece esagerato e poco piacevole il portamento discendente, anche troppo forte, su "languisce", che in questa fase ritengo più corretto sia eseguita piano. Sempre molto bene la ripetizione-conferma, con qualche portamento e intensificazione di troppo. Ritorna nel "B" il geniale e indiscusso grande cantante-attore a cesellare "il tuo fedel" in un pianissimo nuovamente sognante; il percorso che porta all'acuto è eccellente, mi spiace solo che prenda troppi fiati e interrompa la prima frase e poi, più gravemente, la successiva (cessa / crudel). Meravigliosa però la chiusa in pianissimo; avrei sentito meglio se avesse continuato in pianissimo in un leggero crescendo, invece alterna forti e piani poco logici, però giunge alla ripresa, come la Galli Curci, con un portamento pianissimo da manuale, anch'egli senza presa di fiato e quindi prosegue con una mezzavoce "lunare" bellissima, peccato sporcata da una eccessiva spinta del "te" all'acuto. Molto belle le due frasi della coda sempre in piano, che però avrebbe potuto crescere leggermente, mentre prende piacevolmente mezzo forte l'acuto rinforzandolo senza esagerare. Trovo poco logico poi spezzare "senza / di te" con la seconda frase in pianissimo. Nuovamente portamento da manuale e buona conclusione, con una O, però, troppo larga (ma anche qua e là per il brano se ne sentono) e ingiusificatamente un po' in crescendo. Esecuzione nel complesso di sicuro riferimento.
Non posto l'edizione della Caballé, chi vuole la vada ad ascoltare. Tolta la bella voce, l'esecuzione è modestissima. Molti suoni vanno decisamente indietro, fiati sballati, con prese d'aria fuori luogo, piani e forti senza alcuna logica oltre a parole sbagliate nonostante abbia la parte davanti!! Molto meglio Carreras; senza tante pretese, la esegue con molta professionalità. Anche Pavarotti non la fa male, con qualche "ta-n-to" di troppo e qualche suono qua e là indietro, ma nell'insieme godibile. Al limite dello scandaloso l'esecuzione di Bruson. Buttata là come dire: togliamecela di torno in fretta questa porcheria! Tutta forte, senza alcun criterio di fraseggio, di intenzione... veramente censurabile. Ne esiste anche una versione con organo (insopportabile) persino peggiore, se possibile, con una vociferazione verdiana inappropriata. Ne esiste una versione non disdicevole cantata dalla Gheorghiu, ma insopportabile per l'orchestrazione "moderna". Senza "sale", poco significativa, una versione con la Freni mal registrata nell'84. Direi anche da dimenticare la realizzazione di Hvorostovsky, sia per la voce affondata che per l'orchestrone inappropriato, ma anche per la sbrigatività e superficialità esecutiva; niente a che spartire con quanto ci fa sentire un De Luca settentenne!!! D'accordo, la voce non avrà più la fermezza di un tempo, ma quale semplicità, bellezza e verità. E nonostante l'età anche che bel fiato alla fine, che bel portamento e che meravigliosa tavolozza dinamica.
Ma Lauri Volpi la registra addirittura a 80 anni!!!! E che meraviglia. Esecuzione sicuramente da consigliare. Un mattatore come Lauri Volpi che esegue con questa dedizione e umiltà questa arietta è una grande lezione per tutti coloro che pensano che esista musica facile!!
Tito Gobbi, che esegue l'aria con clavicembalo e chitarra, avrebbe potuto far molto meglio; c'è qua e là la buona intenzione, ma non molto di più (oltretutto su una tonalità un po' troppo bassa). Delude anche Ezio Pinza, incomprensibilmente "orco". Il fraseggio è buono, da par suo, ma poco convinto nelle intenzioni e quindi poco convincente. L'esecuzione di Carlo Bergonzi è ragguerdevole sul piano vocale, ma indigesta su quello stilistico. E' tutto un portamento e un sospiro che nemmeno Gigli forse avrebbe sopportato! Direi che Alfredo Kraus la esegue, dal punto di vista stilisto-musicale, come meglio non si potrebbe. Come capita spesso, è piuttosto distaccato, freddo, poco partecipe di quanto dice, può risultare piatto nella pronuncia (e infatti questo audio-video si trova in 12^ pagina!!), però non v'è dubbio che si tratta di una realizzazione di gran classe, da non sottovalutare, oltretutto eseguita in una tonalità altissima con estrema facilità.
A parte le insopportabili smorfie (che non capisco se vogliano essere una partecipazione espressiva al testo o siano correlate all'emissione - o tutte e due le cose) il video della Bartoli dice poco e niente. Si sente poco bene (o lei si sente poco bene), c'è un "qual tremore insolito" nella voce e sul piano del fraseggio e dell'intenzione non colgo niente di significativo. Esiste pure una esecuzione di Richard Tucker con archi niente male, seppur un po' troppo opulenta vocalmente. Curiosamente su youtube c'è anche un audio più che discreto di quest'aria da parte del tenore Giovanni Manurita. Tra le innumerevoli ancora presenti, più che altro saggi di studenti o prove di esibizionisti, segnalerei ancora la registrazione del 1903 del contralto Ada Crossley, allieva della famosa Mathilde Marchesi. La voce è interessante, ma nell'insieme non mi pare un'esecuzione da segnalare; la voce è spesso fissa, in certi momenti pare "raffreddata", e sul piano del fraseggio e delle dinamiche poco significativa. Anche peggio la versione di Clara Butt, del 1910, anch'essa contralto. Altro non vi saprei narrare...
Mi rendo conto che non è il post giusto... puoi commentare questa intervista (ormai datata)? Grazie
RispondiEliminahttp://tenortalkblog.com/2010/10/22/intervista-con-tenore-salvatore-fisichella-italian-version/
Caro Salvo; esco da un periodo di discussioni e polemiche poco costruttive e piacevoli; lascio volentieri lo "sport" molto in voga di sparlare delle altre scuole ad altri, io adesso preferisco continuare a migliorare la comunicazione relativa alla mia scuola, rispondere a domande relativamente a quanto non è chiaro o quant'altro si voglia conoscere o discutere in merito ai principi via via esposti. Comunque, dall'intervista che mi segnali, estraggo e commento un elemento:
RispondiElimina"GL: Lei sente un cambiamento nel modo in cui funziona la voce tra centri, passaggio, ed acuto? Qual’e’ la sua sensazione?
SF: Il cambiamento consiste esclusivamente nel portare più su la colonna d’aria proveniente dai polmoni.In torace per la prima ottava; nelle fosse nasali(maschera) nei centri; Nelle fosse frontali e occipitali negli acuti e sovracuti. Ma queste cavità funzionano contemporaneamente e in proporzioni differenti in base all’altezza del suono."
Questa risposta di Fisichella è una sua sensazione soggettiva. Il gravissimo problema di cui non si rende conto è che questa frase, detta da un cantante celebre, che ha cantato per parecchi anni a un livello piuttosto elevato, se applicata in questo modo può mandare incontro giovani cantanti a brutte sorprese, perché la frase "portare più su la colonna d'aria" significa SPOGGIARE IL SUONO!!! le conseguenze di uno spoggio della voce credo di non doverlo commentare. L'idea di tre posizioni del suono, torace, naso e occipite è ridicola, dilettantesca. Va benissimo come sensazione personale, ma detta in un ambito didattico è realmente da incoscienti. Mi fermo qui.
Grazie. Mi rendo conto che ho sbagliato a proporti questa discussione, ma anche io volevo far risaltare quanto sia pericoloso, soprattutto se detto da cantanti famosi, parlare in meniera così superficiale, ambigua, di sensazioni soggettive, rivolgendosi poi ad un pubblico giovane o all'inizio degli studi che potrebbe prendere per oro colato delle semplici sensazioni esternate anche didatticamente male...
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