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domenica, agosto 24, 2014

Il capitale

Oggi ho seguito, purtroppo solo in parte, un documentario sul grande editore Valentino Bompiani. Mentre raccontavano le vicende sue e della sua casa editrice, veniva quasi spontaneo chiedersi: caspita, ma questi autori pubblicati, queste opere gigantesche, quasi velleitarie, chi le comprava? Stavo cadendo anch'io nel grande inganno. Me lo ha rivelato, poco dopo, una frase. Bompiani a un certo punto vende la casa e si ritira, e dice: "oggi sento i redattori che invece di parlare dei romanzi parlano di tiratura". E' stato un lampo! E già, di cosa dovrebbe parlare, di cosa dovrebbe interessarsi e su cosa dovrebbe puntare un editore? Della qualità di ciò che pubblica o di quanta "roba" pubblicherà? E poco dopo ecco un'altra frase che esplicita il concetto: "ci sono case editrice prossime al fallimento, che vengono acquistate per miliardi! Cos'è che vale miliardi? Il capitale". E cos'è il capitale, aggiungo io? Le macchine, gli edifici? i libri in magazzino? No, è la qualità di ciò che è stato selezionato e scelto, è il criterio, l'altissimo criterio che ha consentito a un editore di diventare un artista dell'editoria, che non sceglieva la carta, l'impaginazione, il formato, la rilegature, un titolo, una formattazione, ecc. ecc. in base a "leggi di mercato", alle fluttuazioni dei costi, al marketing, alle statistiche, ecc. ma a ciò che va fatto, perché tutto ciò che è un libro deve essere teso a valorizzare quell'opera di ingegno. E quel capitale non ha un tempo fisico di decadimento, mentre ce l'hanno tutti i prodotti effimeri, legati alle mode, agli impulsi contingenti di un momento.
Qual è il capitale di un musicista e di un cantante? Una montagna di dischi incisi? Tante locandine raccolte? Tanti articoli? Può anche darsi, ma in quale tempo? Un artista è colui che ha e avrà sempre qualcosa da insegnarci, che non si abbandona agli umori del pubblico, ma, al contrario, cerca, senza presunzione, ma con l'esempio e il lavoro, di educarlo, di informarlo e di aiutarlo a crescere e a sviluppare il bello e il buono che c'è in sé, il giusto e il sensato. Il capitale è rappresentato non solo e non tanto dalla nostra capacità tecnica, dalle cose imparate e studiate, dall'abilità e dalla fenomenalità, ma dalle scelte, dai criteri, dai dettagli non trascurati perché tutto concorre a purificare ed esaltare quel punto, quell'attimo di verità che vogliamo tendere a condividere e propagare per la felicità di tutti.
Ma non tutti sono interessati alla felicità.

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