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venerdì, marzo 09, 2012

Dell'ingolamento

E' un tema estremamente importante e complesso, quello dell'ingolamento. Partiamo da un dato "popolare": con questa espressione si intende, di norma, un canto difettoso, scorretto. Alcuni interlocutori obiettano che non è giusto "demonizzare" la gola, che ha il suo ruolo, e quindi solo alcuni tipi di ingolamento possono essere considerati negativi. Già su questo punto la discussione può farsi lunga e non facilmente condivisibile. Dobbiamo parlare di una percezione gutturale da parte di chi canta e da parte di chi ascolta non necessariamente coincidente in alcune fasi dell'apprendimento. L'orecchio dell'insegnante, del vocalista esperto, percepisce anche il più piccolo contributo attivo della gola, e definire quindi un suono o un canto "ingolato", laddove il cantante sente libertà; il cantante può "sentire" vibrazioni che coinvolgano parti della gola, pur non essendo realmente in una fase di ingolamento. Provo a partire da principio e vediamo se riesco a far chiarezza.
Il termine ingolamento si riferisce a un restringimento delle pareti del faringe, sì che il suono, transitando e trovando una frizione o attrito, acquisisce un caratteristico suono gutturale. Questo suono può essere considerato positivo perché? 1) il soggetto sentirà la propria voce molto sonora e ricca; 2) non avrà la sensazione di una particolare difficoltà. L'ingolamento, per il fatto di frenare il suono, lo porterà a una maggiore amplificazione interna, per cui il soggetto sente forte il proprio suono tramite le trombe di Eustachio. La costrizione faringea determinerà un alleggerimento del peso sonoro con la creazione di un punto di appoggio che spezza il "tubo" e quindi un minor impegno. Questo meccanismo, però, porta a uno schiarimento del timbro, per cui chi ingola è portato, per compensazione, sempre ad agire sulla parte più elevata dello stesso e forzarlo a dare maggiore cavità ("apri la gola", "solleva il velopendolo"). Se la gola si apre automaticamente, l'equilibrio e la pressione aerea saranno in grado di svolgere queste attività senza pensiero e in modo più giusto. Ovviamente le percentuali di ingolamento possono essere infinite. Il suono gutturale più eclatante è quello che fanno molti per "imitare" il cantante lirico. Peraltro ho sentito molti personaggi dello spettacolo farlo in TV ricevendo anche applausi. Ho sentito molti farlo ironicamente e ricevere consensi, e all'obiezione che non si canta così, essere guardati con meraviglia. Infine ho sentito, fortunatamente non moltissimi, cantanti in carriera a questo, scandaloso, livello. Poi ci sono tutte le gradazioni che vanno fino a un livello di restringimento glottico così leggero da essere difficilmente udibile anche da orecchie espertissime. Questo, naturalmente, può essere tollerato e giustificato, se poi l'esibizione, nel complesso, è di ottimo livello. La mancanza totale di ingolamento può portare a questi risvolti: 1) l'allievo percepisce un "peso" notevole, e ritiene di non riuscire a sostenerlo; 2) sente (e questo vale anche per gli ascoltatori) un suono "vuoto", poco ricco; 3) non sente più la propria voce forte, e ritiene di "non cantare" e di non essere udito. Le persone prive di un timbro naturalmente molto ricco e metallico, possono incorrere nella brutta avventura (oggi) di sentirsi dire di essere un cantante di musica leggera, di non appoggiare, di non avere una voce "lirica", ecc. Salvo poi verificare che la voce possiede tutti i requisiti per realizzare eccellenti prestazioni ed essere perfettamente udibile in ogni circostanza. Qui si apre un problema personale non facilmente affrontabile e non generalizzabile. Diciamo pure che questi soggetti avrebbero dei vantaggi "popolari" a ingolare, perché in questo modo la voce acquisisce, seppur artificialmente, del timbro e le persone saranno portate a pensare che ha le carte in regola per cantare anche l'opera. Il problema è che quando il soggetto raggiunge quel traguardo incredibile ben difficilmente può tornare indietro. Sarebbe come se Giotto, raggiunta l'incredibile capacità di fare una O perfetta con la sola mano, si desse una martellata sulle dita per essere come tutti gli altri... E' un problema di coscienza. Chi, invece, possiede una buona voce forte e piena, non avrà niente da temere anche se quel senso di "vuoto" apparirà comunque, e farà dire a molti che "ci sono lacune tecniche", e "non si canta così", e via dicendo. Purtroppo, l'abbiamo già detto, la grande Arte non è facilmente digeribile da tutti, che la combattono, l'avversano, oltre a non tollerarla, mentre la mediocrità è molto più popolare, perché ci si riconosce in essa più facilmente, non crea "turbe mentali". Può essere una strada, ma è sempre "da dentro" che vengono accettazioni o rifiuti, necessità, esigenze inderogabili o... niente. Se il niente stesse zitto, il bello, il vero, potrebbero sempre emergere e mostrarsi; invece la maggior parte di essi non solo parla, ma fa anche tanto rumore, esprime la propria ignoranza e la propria mediocrità con frasi volgari e sfottenti, e così spesso è il bello e il vero che "abbozzano" (come si dice a Firenze), cioè si mettono in silenzio. Non so se è giusto, ma è così.

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