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giovedì, marzo 29, 2012
La tomba della voce
Si diceva un tempo essere gli acuti "la tomba della voce". Senza essere catastrofisti, per quanto alcuni hanno provato sulla propria pelle questa triste realtà, vediamo come e perché gli acuti rappresentano un possibile pericolo per la salute vocale, e chiediamoci anche perché tale pericolo è assai meno presente nel centro, se non del tutto assente. In teoria se non avessimo raggiunto una profonda e cosciente rappresentazione complessiva di come funziona la voce, credo sarebbe difficile dare una risposta chiara e semplice, e ritengo che molti questa risposta non l'abbiano, se non con il solito "mancanza di tecnica", che in concreto non significa quasi niente. Cioè cosa significa "non saper fare gli acuti?" se non abbiamo alla base una conoscenza di come funziona la voce non tanto da un punto di vista fisiologico e anatomico, che è semplice e ormai lo sanno quasi tutti, ma artistico? La risposta è che nella zona acuta è molto più difficile che si instauri la corretta relazione tra la tensione delle corde e la pressione e velocità dell'aria. Ma perché? Al solito: il fiato viene spinto contro la laringe, in parte per la volontà del cantante di aiutare il suono a prodursi e venir fuori forte, in parte per la spinta autonoma del diaframma. Ciò che manca è la qualità, cioè quella giusta densità dell'aria con quella giusta, nemmeno eccesiva, pressione che permette alle corde di vibrare con il giusto spessore e lunghezza. Se la corrente d'aria è eccessiva, come solitamente è, le corde, per "ripararsi", aumentano lo spessore e cercano persino di rimanere più chiuse (una pressione decisamente inadeguata in senso superiore potrebbe addirittura portarle a rimanere accollate fino a impedire la vibrazione sonora). Ogni qualvolta la pressione è inadeguata, in un senso o nell'altro, e nell'acuto questo capita molto più sovente che nel registro centrale, le corde, per produrre il suono con un'intonazione adeguata alle richieste del cantante, devono compensare quell'eccesso o quella scarsità con tensioni e deformazioni che a lungo andare portano a un collasso del sistema vocale, principalmente dal punto di vista del rapporto fiato/diaframma. Mentre infatti sono soprattutto problemi di adduzione nella parte centrale della voce, quella del suono parlato comune, a creare le condizioni perché si formino i noduli, nell'ambito del canto è più frequente che l'allontanamento tra ciò che dovrebbe fare il fiato in relazione a ciò che fanno o dovrebbero fare le corde vocali (e le forme sopraglottiche) porti come conseguenza più vistosa a un ondeggiamento del suono (il cosiddetto "ballamento"), e quindi a una tenuta sempre meno efficace dell'intonazione, perdita di acuti, ingrossamento del timbro. Anche qui dobbiamo osservare che a volte i difetti più evidenti e grossolani non sono quelli che portano alle peggiori conseguenze! Infatti i cantanti fortemente ingolati riescono, e non sono casi rari, a condurre tutta la carriera, anche lunga, senza andare incontro a ballamenti e oscillazioni o difficoltà di intonazione vistose, nonché a mantenere sufficientemente gli acuti. Questo perché lo stringere la gola permette di tenere a bada la risalita diaframmatica senza eccessiva fatica (tranne quella dei muscoli della gola, alla quale si può fare l'abitudine) e che, se le condizioni fisiche del soggetto lo permettono, riesce a stabilire una sorta di equilibrio, pur nel difetto, sostanzialmente sostenibile. Naturalmente alcuni difetti col tempo si accentueranno, come l'impossibilità di realizzare dinamiche, l'imbruttimento del timbro, la storpiatura della pronuncia, però, a fronte degli anni di carriera, si faranno notare come esempi, laddove ciò che resiste è unicamente il fisico (ovviamente deve trattarsi di "vocioni", perché l'ingolamento limita parecchio il volume e l'espansione della voce, compensato solo da un aumento del "rumore" che moltissimi scambiano per timbro, metallo lirico, e che è particolarmente gradito a livello discografico). Anche Di Stefano, che iniziò la sua carriera con una voce strepitosa, bellissima, facile, morbida, di fronte alla rapida caduta cui andò incontro, sopperì con l'ingolamento (e in seguito anche alla nasalizzazione), che gli permise di cantare, seppur a un livello decisamente minore), ancora per moltissimi anni.
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Scusami Fabio, sentendo e risentendo Di Stefano, mi sono fatto l'idea (come purtroppo accade anche in tanti cantanti odierni) che oltre le carenze tecniche e/o le "superficialità" e l'affidamento alle sole doti che Madre Natura ha donato, ci siano anche dei problemi di carattere fisiologico che purtroppo in alcuni momenti sto sperimentando anche sulla mia pelle il maledetto reflusso esofageo che sicuramente porta a conseguenze anche drastiche (per effetto della dilatazione del cardias gastrico e della pirosi: spinta del suono, insufficiente qualità del fiato, disfagia, perdita dell'appoggio, stato di malessere generale,ecc. Molti non sanno e non sapevano nememno di averlo il reflusso. Vorrei che qualcuno ne parlasse in maniera più approfondita, specifica. Il problema è vero, e pregiudica effettivamente la resa canora.
RispondiEliminaOvviamente una analisi del fenomeno richiede l'intervento di uno specialista, tipo il dott. Fussi. Da parte mia posso fare questo commento: a parte Di Stefano, che uso forse persin troppo spesso come esempio, e di cui non so niente a livello gastrico, ma che non credo, anche se presente, che avrebbe fatta molta differenza, so che il fenomeno della gastrite con reflusso è presente in molti casi; anche alcuni allievi che ho, e che avevano già studi precedenti, ne soffrono. La gastrite, di cui ho sofferto anch'io, ha solitamente un'origine in parte alimentare e in parte nervosa. La parte alimentare è quella più facilmente controllabile, dunque occorre un severo controllo di come e quanto (e quando) si mangia, evitando o limitando fortemente cibi piccanti, dolci, fritti, grassi, insaccati, bevande alcooliche. Possibilmente sempre pasti leggeri, e magari più frequenti, badando anche alle sequenze (consultando un dietologo o letteratura specialistica), cioè mettere gli alimenti in quel giusto ordine (che non è quasi mai quello tradizionale) che consenta ai giusti succhi gastrici (che non sono una cosa generica, ma ne esistono di specifici per ogni tipo di sostanza, e entrano in funzione secondo un ordine preciso) di compiere rapidamente e correttamente il proprio compito. Sulla questione nervosa la faccenda è più complessa, comunque esistono cure anche non farmacologiche molto efficaci, oltre al cercare di rimuovere o intervenire sulle cause, ma questo è notoriamente più difficile e lungo. Il canto da parte sua qualche responsabilità ce l'ha. Il tenere costantemente sotto pressione il diaframma, che preme a sua volta sullo stomaco, non è certo un toccasana. In particolare la respirazione diaframmatica addominale, e quindi l'affondo, in particolare, possono contribuire parecchio ad accentuare i sintomi dolorosi. La respirazione costale, e in particolare quella galleggiante, l'ultimo stadio della respirazione artistica, permettono una molto migliore gestione della posizione del diaframma che non va più a gravare sullo stomaco (infatti, oltre al fatto di aver migliorato l'alimentazione, anch'io da parecchio non soffro più di gastrite - facendo gli scongiuri) grazie alla postura "nobile".
RispondiEliminaGrazie Fabio e perdonami se aggiungo che anche io, sulla base degli insegnamenti del mio Maestro e grazie anche ai tuoi insegnamenti (anceh se solo scritti...) ho certamente ridotto i fastidi gastrici (il reflusso causato dall'incontinenza del cardias non va più via... forse dovrei operarmi, mah, e purtroppo ritorna a causa spesso dell'allimentazione sbagliata... invece bisogna alimentarsi correttamente,è fondamentale...). La postura nobile ed il fiato non preso "da sotto", non spinto, non affondato, ma tenuto lì davanti a te, già fuori che quasi non ha bisogno di entrare per uscire ma solo di alimentarsi, di mettersi in moto, perchè già presente,certamente mi aiuta tantissimo... ed al contrario, rilassa, è un toccasana, un ventata di freschezza e di apertura oserei dire "universale". Ciao e grazie Fabio..
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